Il disturbo del comportamento alimentare

Caratterizzato da condotte alimentari finalizzate alla riduzione di peso incontrollata quali digiuno, vomito o grandi abbuffate, il DCA è associato ad un profondo disagio psicologico

15 FEB 2016 · Tempo di lettura: min.
Il disturbo del comportamento alimentare

Il Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) è diverso da quello che comunemente conosciamo come abitudini alimentari disordinate e sbagliate e che si possono correggere con un buon programma di educazione alimentare.

Spesso le cose vengono purtroppo confuse ed è proprio per questo motivo che il DCA nasce nel silenzio e cresce in sordina: inizialmente le persone vicine a chi ne soffre non si rende conto della vera natura del problema, mentre chi ne è affetto non ne ha una piena consapevolezza. Bisognerebbe infatti prestare molta attenzione alle alterazioni delle abitudini alimentari oltre che ad una eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo, che fanno quindi da campanello di allarme.

Il DCA è un disturbo che si manifesta prevalentemente durante l'adolescenza, soprattutto nel sesso femminile, con una insorgenza concentrata nella fascia d'età compresa tra i 12 e i 25 anni.

Il Disturbo del Comportamento Alimentare è associato ad un profonda sofferenza psicologica, spesso legata alla paura dell'abbandono e al bisogno di accudimento. Il rifiuto delle modificazioni del corpo e della maturazione sessuale tipiche dell'età sembra infatti legato alla non accettazione della crescita e al tentativo di rimanere dunque "piccoli" con la strategia di ridurre il peso. Rilevanti, inoltre, sono purtroppo i casi di DCA associati a molestie ed abusi sessuali, anche domestici.

Parlare con i ragazzi, mostrarsi accoglienti e disponibili, insomma essere sempre presenti per loro rimane il primo passo importante per una individuazione repentina del problema: chi ne soffre può avere subito consapevolezza del problema, mentre chi ascolta può rivolgersi nei tempi giusti agli esperti affinché il disagio non scivoli in patologia, evitando così conseguenze drammatiche, a volte fatali.

Come riconoscere il DCA?

Alcuni dei comportamenti adottati da chi soffre di DCA sono: la restrizione dell'alimentazione fino al digiuno, il vomito autoindotto e l'assunzione incontrollata di lassativi e/o diuretici, le grandi abbuffate (crisi bulimiche) con ingestione incontrollata di cibo in quantità eccessiva in un breve lasso di tempo, l'attività fisica intensa ed estenuante, il tutto finalizzato alla perdita di peso.

Proprio la perdita iniziale di peso, accompagnata dall'immagine che lo specchio restituisce, spinge la persona ad un gioco "perverso", in cui il vedersi più magra e più bella, insieme ai complimenti ricevuti, la porta a sentirsi meglio, con l'illusorio rinforzo psicologico di una maggiore sicurezza di sé. In seguito poi, quando il problema diventa invalidante, nonostante la piena consapevolezza, la persona trova mille difficoltà nel confidarsi con qualcuno per richiedere aiuto, paralizzata dal senso di colpa e dalla vergogna.

In genere sono le persone particolarmente vicine, soprattutto i familiari, le prime a rendersi conto che qualcosa non va, allarmati da una perdita di peso ormai eccessiva. A quel punto il contatto con la persona che soffre di DCA diventa difficile: la persona ha ormai cristallizzato le nuove abitudini e ancora non è pienamente consapevole del problema. Lo specchio restituisce un'immagine distorta del proprio corpo in un pericoloso gioco al rialzo, per cui "Sto benissimo...non ho nessun problema!" sono le risposte più frequenti.

Cosa comporta e come comportarsi?

Come appena detto, quando il disturbo alimentare diventa fortemente invalidante l'intera vita ne viene travolta e sconvolta: tutto prende a ruotare attorno al cibo e alla paura di ingrassare e persino la partecipazione a feste, o ad una semplice uscita con amici per una pizza, diventano difficili se non impossibili. L'ansia che si genera è particolarmente forte, i pensieri sul cibo dominano in qualsiasi momento della giornata. Qualsiasi compito diventa "difficile" da portare a termine, tanto a scuola quanto a lavoro: i pensieri sul cibo si affollano e sembra che ci sia solo posto per quelli su cosa sia "opportuno" mangiare per non ingrassare, nel terrore di cadere in una abbuffata.

Il controllo dell'immagine del proprio corpo allo specchio diventa ossessivo, soprattutto in virtù del fatto che non coincide più con quella reale: la percezione è distorta, i fianchi e la pancia sono sono sempre troppo ampi, le cosce troppo grosse...il peso normale è in genere considerato un peso abnorme. E' da qui che nascono la vergogna e il disagio, fonti di ansia ed angoscia.

Purtroppo solo una piccola percentuale di persone che soffre di DCA arriva alla richiesta di aiuto, a volte dopo anni e spesso è sempre troppo tardi, con conseguenze drammatiche. Per tale motivo è fondamentale il supporto della famiglia, un buona rete che abbracci tutte le agenzie educative, oltre che il gruppo dei pari, al fine di intervenire quanto prima in un approccio interdisciplinare tra esperti.

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Scritto da

Dott.ssa Vincenza Lomartire

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