Leggere come farfalle: l’anoressia come un bozzolo in cui proteggersi

Le farfalle con la loro fragilità rappresentano l'opprimente leggerezza a cui ambiscono le creature umane che si rifugiano nell'anoressia per sfuggire alla vita.

26 OTT 2021 · Tempo di lettura: min.
Leggere come farfalle: l’anoressia come un bozzolo in cui proteggersi

Da piccola ero affascinata dalle farfalle, dalla leggiadria ed eleganza che le rende uniche…Adoravo vederle danzare nel vento, c'era qualcosa di magico che andava oltre la fantasia delle loro ali, oltre la fluidità dei loro movimenti: sono leggere. Uso questo termine non senza averlo scelto con cura, già perché leggeri sono i corpi delle giovani donne che hanno venduto l'anima alla follia dell'ossessione, che hanno scelto di spogliarla della sua essenza per ottenere in cambio la magrezza. Credo che loro siano come farfalle: scelgono di rinunciare alla vita, ai sapori delle emozioni per celarsi in un bozzolo di solitudine, astinenza, ossessioni aspettando di rinascere. In questi casi però la trasformazione segue un percorso inverso; si ha sempre più paura della luce, degli altri, dei loro sguardi fino a trovarsi protette e appagate solo dall'ombra della propria mente, dal riflesso di uno specchio che mente e inganna, che seduce e sfida cibandosi di paure.

Anoressia è terrore di vivere, di disobbedire ad un giudice intransigente, di ammettere a se stesse di non essere abbastanza. Anoressia è un vivere morendo, è depositare un'anima asciutta in un corpo in putrefazione. Se ne parla nel DSM come disturbo mentale, ma la freddezza delle definizioni cliniche non rendono l'idea della sofferenza che c'è dietro; perché ogni donna che rifiuta il cibo nella maniera più estrema, si priva in realtà della vita, del gusto delle emozioni e dei sapori delle esperienze.

Sono donne (in minor percentuale uomini) che hanno vissuto situazioni tragicamente dolorose, che si sono trovate a fronteggiare amarezze così intense da sentirsi ferite nel profondo; non si cada nell'errore di credere che sia necessariamente un evento estremo, la sensibilità individuale può essere colpita anche dalla piccolezza di una parola, un gesto.. Il più delle volte è la banalità di una scintilla ad accendere un fuoco che arde e incenerisce l'anima. Il rifiuto del cibo è solo il sintomo tangibile di una subdola malattia che, come già accennato spinge a rinunciare in assoluto alla Vita.

Si tratta del più istintivo meccanismo di difesa che l'uomo attua in caso di pericolo: si ritrae al riparo. Così allo stesso modo, l'anoressia diviene il più confortante rifugio da ogni minaccia: perché isola, tutela dalla possibilità di provare emozioni positive o negative, sazia l'insicurezza emotiva col controllo sul proprio corpo, e più l'ago della bilancia scende più ci si sente invincibili. Presto però il peso scema di importanza, si diviene tanto insensibili da perdere il senso della realtà e del pericolo in cui si incorre. Il vero dramma è che questo velo oscuro non si posa solo sul fragile corpo di chi ne è vittima, ma su tutti coloro che gli sono accanto, familiari in particolare. A volte mi è venuto spontaneo paragonare l'anoressia ad una sostanza tossica, un veleno che infetta il corpo ma è in grado di crearne assuefazione.

Il sottile confine tra emotività e patologia è il trampolino di lancio per tuffarsi in un tunnel da cui è estremamente difficile uscirne e in questo piccolo articolo ho cercato di mostrare cosa ci sia in fondo allo sguardo assente delle vittime dell'anoressia. Attualmente sono molti i centri specializzati per chi perde il controllo nella relazione con il cibo ma c'è un consiglio che mi piacerebbe rivolgere a chiunque stia combattendo questa guerra, e che a suo tempo mi è stato prezioso: "Amati nella bellezza del tuo essere, abbi cura di te perché sei un essere speciale".

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Scritto da

Dott.ssa Clarissa Guercioni

Bibliografia

  • Farfalle sullo stomaco. Rossella Calabrò (CreateSpace Indipendent Publishing Platform); 1° edizione (22 settembre 2015)
  • Anoressia. Le patologie del comportamento alimentare. Luca Giorgini, Ludovica Costantino, Manuela Petrucci (L'Asino d'Oro)
  • La gabbia d'oro. L'enigma dell'anoressia mentale. Conoscere e curare l'anoressia. Hilde Brunch (Feltrinelli)
  • Volevo essere una farfalla. Michela Marzano (Mondadori)

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