Disturbi del comportamento alimentare e mass media

L'articolo effettua un parallelismo tra i canali telegram pro-Anoressia e la diffusione sui social network del movimento Bodypositive, volto all'accettazione di tutte le tipologie di corpo.

4 APR 2022 · Tempo di lettura: min.
Disturbi del comportamento alimentare e mass media

I Disturbi Del Comportamento Alimentare (DCA) sono piuttosto frequenti (si stima che le percentuali si aggirino intorno allo 0,3-0,5% per l'anoressia e all'1-3% per la bulimia) nei Paesi occidentali. In Italia circa 65.400 donne di età compresa tra i 15 e i 24 anni soffrono di Anoressia o Bulimia Nervosa, con all'incirca 8500 casi nuovi all'anno.

Con l'avvento dei social, soprattutto quelli utilizzati per condividere le proprie fotografie come Instagram, si è diffusa l'abitudine di postare immagini di qualsiasi cosa, a partire dal proprio corpo. "Scrollando" Instagram è infatti perfettamente normale imbattersi in decine di fotografie che mostrano corpi scoperti, in costume, magari in spiaggia o anche davanti allo specchio.

Va da sé che il confronto sarà inevitabile e finchè tale confronto sarà considerato dalla persona come positivo, non potrà far altro che farle acquisire sicurezza in sé stessa.

Ma cosa succede quando le immagini di questi corpi perfetti e conformi ai dictat della moda vengono percepite come profondamente diverse da quella che rimanda il nostro specchio? Cosa succede se il desiderio di rendere il proprio corpo simile a quelli che si vedono sui social diventa un'ossessione?

Ovviamente non esiste un rapporto causa effetto definito e sicuro, ma quel che è certo è che la diffusione dei DCA ha sicuramente subito una forte impennata da 15 anni a questa parte, ovvero da quando i social hanno fatto capolino nelle vite di tutti.

Dalla recente letteratura scientifica è emerso che le persone con bassa autostima tendono ad utilizzare in misura maggiore i social media rispetto a coloro che mostrano maggiore considerazione per se stesse (Błachnio et al., 2016; Hawi & Samaha, 2016; Andreassen et al., 2017); inoltre, da alcune ricerche si è evidenziata una forte correlazione tra i feedback positivi ricevuti attraverso i commenti alle proprie foto e l'aumento di autostima (Andreassen et al., 2017).

Gli studi riportano infatti come, indipendentemente dalla cultura e dal genere, esista una relazione negativa tra dipendenza da social media e autostima: i soggetti che utilizzano i social media con l'intenzione di migliorare la propria immagine di sé rischiano non solo di abbassare la propria autostima, ma anche la loro soddisfazione per la vita (Hawi & Samaha, 2016). Si può inoltre ipotizzare che individui con una scarsa stima di sé possano preferire comunicare on-line anziché faccia a faccia, e che utilizzino dunque i social media come modalità di socializzazione "sicura" (McKenna& Bargh, 1998).

Un fenomeno in fortissimo aumento, inoltre, è quello dei forum e canali social che si caratterizzano come vere e proprie comunità inneggianti i DCA. Tali gruppi sono i diretti discendenti dei blog personali tanto in voga qualche anno fa, dove alcune adolescenti parlavano di loro stesse facendo bella mostra di un disturbo del comportamento alimentari, quasi vantandosene. Da qualche anno a questa parte, complice la chiusura di questi blog, ovviamente considerati molto pericolosi, tali comunità sono migrate su altri social, come Instagram, WhatsApp ma soprattutto Telegram. Tanti di questi canali sono pubblici, vi si accede cioè soltanto cercando alcune parole chiave negli appositi spazi del social.

L'impatto dei canali Telegram pro Ana e pro Mia è a dir poco sconvolgente: in primis, si accede ai gruppo con una facilità disarmante; basta infatti scrivere "ana" e ci si può registrare a moltissimi canali, alcuni dei quali seguiti da migliaia di persone. In secondo luogo, basta scorrere velocemente le frasi pubblicate che si ha l'impressione di entrare in un mondo a sé stante, sconnesso dalla realtà, quasi delirante.

La situazione così come finora fotografata sembrerebbe fortemente negativa ma, quasi inaspettatamente, da un'analisi dei social emerge un altro fenomeno dilagante, si potrebbe dire opposto a quello dei gruppi inneggianti l'anoressia: quello dei contenuti legati alla Bodypositive. Tale movimento è stato creato per mettere in mostra corpi non convenzionali, al fine di renderli rappresentati sui social, conferendogli una visibilità maggiore.

La bodyopositive, quindi, mira a restituire una sorta di "normalità" anche ai corpi non conformi rispetto a ciò che solitamente siamo abituati a vedere: prima dell'avvento di questo movimento i corpi non magri, non longilinei, non tonici, venivano quasi nascosti, sui social perlomeno, proprio perché ritenuti poco attraenti e poco interessanti da mostrare. Ora invece è più facile imbattersi, per esempio su Instagram, in fotografie di donne che ormai non nascondono più la loro cellulite e i loro rotolini in nome di un'ideale di magrezza spesso malsano. Rendere questi corpi maggiormente visibili significa anche normalizzarli, ovvero far sì che chi guarda le fotografie sui social possa riconoscersi anche nella donna normale che vede, piuttosto che aspirare al corpo di una modella e magari rischiare di ricorrere a comportamenti alimentari non sani per raggiungerlo. Inoltre, chi aderisce al movimento, spesso oltre alle fotografie pubblica anche delle didascalie con contenuti incentrati su argomenti quali l'accettazione di sé, la bellezza della diversità, la capacità di apprezzare sé stessi oltre che per la forma fisica anche per le qualità interiori. Secondo il movimento Bodypositive tutti i corpi sono validi, tutti i corpi sono meritevoli di rispetto.

Sui social il movimento è diffusissimo; esistono pagine che combattono contro la cosiddetta grassofobia (la paura di ingrassare che nasce dal pregiudizio ormai culturalmente radicato che vuole le persone grasse come pigre, sciatte, poco interessate alla propria salute e al proprio aspetto) e trattano di argomenti quali il thinprivilege, ovvero il privilegio di chi è magro (o comunque con un corpo con delle forme non distanti dalla taglia 42) per esempio di trovare in tutti i negozi vestiti della propria taglia, o di poter viaggiare senza dover pagare di più, di avere delle opportunità lavorative non limitate dalla forma del suo corpo, di vedere il proprio corpo rappresentato anche in tv o al cinema.

Quella dell'autostima è un'altra sfida del movimento body positive e sono anche tante le donne che, guarite da Disturbo del comportamento Alimentare, cercano di aiutare le altre donne ad accettarsi così come sono, divulgando il messaggio che di DCA si può anche morire o stare seriamente male e che questo rischio non deve essere corso in nome di un ideale di magrezza che spesso è totalmente irrealistico.

Altre pagine Instagram, invece, si sono focalizzate sul mostrare al mondo come i filtri e in generale le modifiche alle foto possono far sembrare perfetto ciò che perfetto non è. Questo lavoro è molto importante perché fa vedere alle ragazze come anche i loro idoli non sono esenti dall'avere dei difetti, che però nascondono o cancellano con il fotoritocco, pur di farsi vedere su Instagram come perfette.

Quella dei social è comunque una piccola parte di quello che, negli ultimi anni, si sta facendo per superare il problema della divulgazione di ideali di fisicità irrealistici attraverso i media. Sono sempre di più ad esempio le serie TV che hanno tra i protagonisti persone con fisici distanti dalla norma, oppure film che hanno come argomento quello dell'accettazione del corpo difforme rispetto alla regola. Se infatti prima i mass media contribuivano ad alimentare lo stigma sulle persone grasse, per esempio rappresentandole sempre come personaggi pigri, o sfortunati, o poco interessanti, ad oggi stanno invece aumentando gli esempi di persone sovrappeso che, nei film o nelle serie, hanno vite appaganti e non molto diverse da quelle dei personaggi magri.

Tale novità è molto importante, perché può far sentire rappresentata tutta quella fetta di pubblico che prima non vedeva mai un personaggio con un corpo come il suo raccontato in TV e tale tendenza può molto favorire l'aumento dell'autostima in questo tipo di persone.

È necessaria, a questo punto, una riflessione: il mondo dei media, in quanto veicolo di condivisione di immagini stereotipate sui corpi soprattutto delle donne, è diventato terreno fertile per la diffusione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, oppure se usato in maniera intelligente può diventare il canale preferenziale per estendere l'idea di "corpo ideale" a tipi diversi di fisicità in un'ottica di accettazione e rispetto di ogni forma corporea? Probabilmente entrambe le cose.

È ovvio, infatti, che la diffusione di strumenti come Telegram, che permettono a chiunque di aprire un canale legato ad argomenti di ogni tipo, in questo caso quelli relativi ad Anoressia e Bulimia, può incrementare la propagazione di idee e comportamenti alimentari rischiosissimi per la salute. Inoltre, è innegabile che, attraverso i social, venga rappresentata in misura molto maggiore un certo tipo di fisicità e questo può portare le adolescenti a pensare che solo un determinato tipo di fisico sia degno di essere accettato e apprezzato, con la conseguenza che coloro che si discostano da questo canone facciano inevitabilmente più fatica a piacersi. Chiaramente questa difficoltà potrebbe fare emergere alcune dinamiche disfunzionali che potrebbero portare l'adolescente a sviluppare uno schema di valutazione di sè basato sul determinare il proprio valore quasi esclusivamente sulla base di peso e forma del corpo, e tale schema è considerata una tendenza tipica delle pazienti affette da Anoressia Nervosa.

Dall'altra parte sono moltissime le iniziative che favoriscono la sempre maggiore rappresentazione anche di un altro tipo di fisico, più "normale", cosa che è sicuramente in grado di influenzare positivamente l'autostima delle adolescenti. Se, infatti, guardando le fotografie postate su Instagram, o guardando film o serie TV, esse riescono a percepire come le fisicità più vicino alle loro possono essere apprezzate, sia dagli altri utenti ma anche e soprattutto da coloro che quel corpo lo "indossano" tutti i giorni, sarà più facile che riescano ad apprezzarsi per quelle che sono, senza voler stravolgere il proprio fisico per tentare di assomigliare alle modelle o alle influncer di riferimento.

Probabilmente il discrimine è proprio questo: i social sono un mezzo potentissimo che è in grado di modificare la percezione e di conseguenza le idee di coloro che li utilizzano. L'uso intelligente di tali mezzi, attraverso quindi la diffusione di immagini reali, non modificate, che rappresentano le persone comuni, può essere quindi un modo per contrastare la tendenza degli utenti all'aspirazione ad ideali irrealistici che potrebbero portare, insieme ovviamente ad altri fattori, allo sviluppo di Disturbi del Comportamento Alimentare.

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Scritto da

Dott.ssa Silvia Denti

Bibliografia

  • Andreassen C.S., Pallesen S., Griffiths M.D. (2017). The relationship between addictive use of social media, narcissism, and self-esteem: Findings from a large national survey. Addictive Behaviors, 64.
  • Błachnio A., Przepiorka A., Rudnicka P. (2016). Narcissism anche self-esteem as predictors of dimensions of Facebook use. Personality and Individual Differences, 90.
  • Hawi N.S., Samaha M. (2016). The Relations Among Social Media Addiction, Self-Esteem, and Life Satisfaction in University Students. Social Science Computer Review 35.
  • McKenna, K. Y. A., & Bargh, J. A. (1998). Coming out in the age of the Internet: Identity "demarginalization" through virtual group participation. Journal of Personality and Social Psychology, 75.

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