Il cortocircuito del mercato del lavoro italiano

NEET, cervelli in fuga e figure introvabili fanno da sfondo di un mercato sempre più schizofrenico e complesso, di cui si parla molto, ma si agisce poco.

25 MAG 2023 · Tempo di lettura: min.
Il cortocircuito del mercato del lavoro italiano

Il mercato del lavoro italiano può senza dubbio essere considerato come uno dei più grandi paradossi del Bel Paese. Con una disoccupazione di poco sotto l'11%, con il fenomeno dei Neet, letteralmente Not Education, Employment or Training, che coinvolge circa due milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in un percorso di studi né in attività lavorative, molte aziende (in alcuni settori come il metalmeccanico si arriva ad un'azienda su due) non trovano il personale e denunciano carenze non solo nelle competenze tecniche tradizionali, ma anche e soprattutto nelle soft skill e nelle competenze digitali. Mancano inoltre laureati in discipline Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), a cui si aggiunge l'emorragia continua di "cervelli" – laureati, scienziati e ricercatori – che in otto anni (dal 2013 ad oggi) è aumentata di oltre il 40%, principalmente a causa delle limitate prospettive occupazionali, con adeguata remunerazione, specialmente per i laureati.

Il problema non è certo di oggi, ma attualmente, anche alla luce della quarta rivoluzione industriale che stiamo vivendo, si esprime con tutta la sua drammaticità. Se infatti è vero che proprio alla luce dell'industria 4.0 il focus di ogni lavoratore passa dall'esecuzione diligente di un compito, alla supervisione di operazioni più complesse, si rende non solo necessario, ma addirittura fondamentale per la sopravvivenza (sic!) stessa del nostro sistema economico, ripensare completamente e con la massima urgenza il nostro sistema formativo.

E' ormai ampiamente riconosciuto che una delle più grandi sfide che dobbiamo vincere è lo sviluppo di metodologie per migliorare e favorire l'apprendimento, non basta infatti investire sulla ricerca tecnologica! In altre parole, dobbiamo concentrare gli sforzi di sistema nello sviluppo dell'intelligenza umana. Purtroppo, il nostro Paese ha sprecato innumerevoli occasioni per riformare non solo il sistema scolastico di base, ma anche il mondo della formazione professionale, troppo spesso relegata a "cenerentola" del sistema stesso. Oggi gli Istituti Tecnici Superiori, meglio conosciuti come ITS, potrebbero rappresentare una risposta, seppur ancora troppo timida, nel panorama formativo italiano, a cui sembra mancare una visione strategica di insieme.

Cortocircuito del mercato del lavoro italiano

Non manca secondo la nostra esperienza anche la responsabilità del mondo della formazione aziendale che, troppo spesso, si ripiega su visioni miopi anche delle stesse aziende committenti che pensano, sbagliando grossolanamente, che la formazione e lo sviluppo delle competenze sia delegabile a "pillole formative", momenti di formazione "ludica", che poco incidono sui processi di apprendimento. In altre parole, servirebbe una coraggiosa e coordinata reazione di tutti gli attori in campo, pubblici e privati, per creare le precondizioni necessarie e di sistema affinché non si viva il paradosso di una gioventù sempre più NEET, una migrazione non per fame, ma per bisogno di valorizzare la propria competenza e aziende che purtroppo si trovano e si troveranno sempre più nella difficoltà di cercare e trovare le persone che davvero servono.

In conclusione, riportiamo una puntuale e pertinente citazione dell'International Labour Organization che afferma che "I governi, i lavoratori e i datori di lavoro, così come le istituzioni educative, hanno responsabilità complementari nella costruzione di un ecosistema di apprendimento permanente efficace e adeguatamente finanziato". Ergo, è tempo che tutti ci rimbocchiamo le maniche, senza se e senza ma, superando ideologie, divisioni e soprattutto logiche corporative. Tutti gli attori in campo devono fare la loro parte: istituzioni, imprese, mondo dell'istruzione e formazione, cittadini.

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Scritto da

Dott. Massimiliano Bergomi

Bibliografia

  • INAPP Rapporto. (2021). Lavoro, formazione e società in Italia nel passaggio all'era post Covid-19 (2023). Roma, Italia: INAPP

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