Fobie specifiche e Tcc

Cosa distingue una paura comune da una fobia? Cosa prevede la Terapia Cognitivo-Comportamentale per genere di disturbo?

14 FEB 2017 · Tempo di lettura: min.
Fobie specifiche e Tcc

"Niente è buono o cattivo se non è tale nel nostro pensiero", W. Shakespeare, Amleto, Atto II Scena II.

La fobia specifica si introduce nei disturbi di genere ansioso, ovvero quei disturbi caratterizzati da paura ed ansia eccessivi e persistenti. È paura o ansia marcate rivolte verso oggetti o situazioni specifiche. Tali situazioni od oggetti fobici con la loro presenza scatenano immediata ansia o paura e vengono attivamente evitati dal fobico oppure sopportati con grande disagio.

La paura e l'ansia sono sproporzionate rispetto al reale pericolo rappresentato dall'oggetto o situazione fobica (esempio: paura di un cucciolo di cane). Tale problema causa disagio significativo e/o compromissione del buon funzionamento dell'individuo in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti.

Nel DSM-V, le fobie si dividono in tre grandi classi:

  1. animale (es. ragni, cani, gatti, insetti ecc.);
  2. ambiente naturale (altezze, tuoni, temporali ecc.);
  3. sangue-iniezioni-ferite (aghi, la vista del sangue ecc.).

Talvolta, la fobia si instaura dopo un evento traumatico (come il morso di un cane) od anche l'osservazione di un evento traumatico accaduto ad altri (come qualcuno che affoga). Altre volte è associato ad un inaspettato attacco di panico (se capita in metropolitana o su un treno potrei collegare il disagio provato a quel determinato mezzo evitando in futuro di salirci e sviluppando così una fobia), ma alle volte può essere difficile risalire all'origine precisa della fobia stessa.

La terapia cognitivo-comportamentale basa la risoluzione della fobia sui seguenti passi:

  • l'educazione riguardo a come la fobia si mantiene e si accresce tramite l'evitamento costante dello stimolo fobico;
  • imparare a riconoscere e gestire i sintomi ansiosi (tachicardia, iperventilazione, senso di costrizione alla gola ecc.);
  • l'utilizzo del diario terapeutico dove annotare ogni situazione fobica che ci capita nella vita quotidiana con relativi pensieri associati e valutazione del grado di ansia provato. Riporto un esempio con situazione, pensiero, emozione, comportamento.

Sono al parco pubblico. Vedo in lontananza un cane di grossa taglia al guinzaglio accompagnato dal suo padrone. Se il cane si liberasse potrebbe aggredirmi e ferirmi. Paura intensa (80%). Esco di corsa dal parco (evitamento).

Tramite il diario, strutturiamo una scala graduale dove le situazioni vengono elencate, scomposte e valutate. Esempio: valutazione ansia (0-100). Situazione e relativo valore: (valore 10) osservare una siringa ipodermica sul tavolo con la protezione sull'ago, (20) osservare una siringa ipodermica sul tavolo senza la protezione sull'ago, (30) tenere in mano la siringa con la protezione, (40)tenere in mano la siringa senza protezione, (50) prepararsi per l'iniezione (si tira su la manica del braccio e si strofina il cotone imbevuto di alcool). (60) il terapeuta appoggia la siringa sul braccio del paziente con protezione, (70) il terapeuta appoggia la siringa sul braccio del paziente senza protezione, (80) il medico appoggia la punta dell'ago sul braccio del paziente, (90) farsi bucare il braccio dal medico senza aspirare il sangue, (100) farsi fare il prelievo completo dal medico.

Una volta costruita la scala, potremo cominciare ad esporci alla situazione meno ansiogena (valore 10) e solo finché questa non mi creerà alcun problema passeremo al gradino successivo. Bisogna rappresentarsi mentalmente il tutto come un allenamento: per riuscire a correre una maratona dovrò innanzitutto abituarmi alle piccole distanze impegnandomi giorno per giorno (un allenamento al mese è inutile, l'allenamento quotidiano può dare maggiori risultati soprattutto in termini di stabilità ed efficacia).

  • Discutere su come evitare le ricadute o casa fare nel caso capitassero.
  • Sedute di feedback programmate a distanza di tempo crescente, in modo per il consolidamento delle ricadute.

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Scritto da

Dott. Roberto Pasero

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