Come gestire l'ecoansia? Chiavi per comprendere questo fenomeno

L'eco ansia si configura come la paura che il proprio ecosistema venga irrimediabilmente distrutto o danneggiato. Invece di lasciarci paralizzare da questa paura, è possibile esplorarla e immparare a gestirla nella maniera più corretta.

25 APR 2023 · Tempo di lettura: min.
Come gestire l'ecoansia? Chiavi per comprendere questo fenomeno

La consapevolezza della crisi ambientale e della responsabilità dell'uomo nei confronti della natura porta con sé una serie di emozioni nuove, che caratterizzano il rapporto di ciascun individuo con l'ambiente che lo circonda. Secondo gli esperti, la sola esposizione a notizie riguardanti il clima contribuirebbe ad aumentare i livelli di ansia e stress nella popolazione (Marlon et al. 2019), a causa dei vissuti emotivi negativi legati a pensieri e immagini sulla crisi ambientale e sul deterioramento del proprio habitat.

L'ecoansia fa parte di questa nuova categoria di emozioni ambientali e si configura come la preoccupazione per il proprio ecosistema. Sebbene non sia riconosciuta come una patologia a sé, l'ecoansia è un'inquietudine sub-clinica, accompagnata dal timore costante che qualcosa di terribile stia per accadere e che l'integrità ecologica del proprio pianeta possa perdersi irrimediabilmente.

Può manifestarsi con sintomi tipici dell'ansia generalizzata, quali: disturbi del tratto gastro-intestinale, mal di testa, tensione muscolare, insonnia, irritabilità, agitazione, stanchezza, senso di pericolo imminente. Sarebbero soprattutto i giovani, nati tra il 1995 e il 2010, a manifestare angoscia per il futuro e ad avere maggiore consapevolezza delle conseguenze che il clima avrà sulla loro salute e sul loro avvenire.

Perché la preoccupazione per il clima genera ansia?

L'ansia è un segnale di allarme riguardante una potenziale minaccia, ci avverte che è necessario modificare il nostro comportamento per proteggerci, ad avviare cioè una risposta di sopravvivenza (LeDoux 2016). Gli elementi centrali di ogni forma di ansia sono il timore di una minaccia potenziale (concreta o immaginata), l'impossibilità di prevedere quando e come tale minaccia si verificherà e la mancanza di controllo sugli eventi.

Dal momento che la comunicazione mediatica sul clima tende a incentrarsi su questi tre aspetti, quello di imprevedibilità, incontrollabilità e di potenziale minaccia, il sistema di allarme dell'ansia ne viene allertato.

Perché cambiare è difficile?

L'idea di una irreversibile dell'ambiente suscita sensazioni spiacevoli di rabbia, paura, impotenza e senso di colpa. La difficoltà di gestire l'impatto emotivo di questi vissuti può portare alcuni a difendersi ridimensionando la portata del problema, evitandolo fino anche a negarlo; complice anche la distanza psicologica percepita dall'evento: più è distante nello spazio e da sé ("a me non succede"), più la motivazione a intervenire sarà scarsa. Questa strategia conservativa è funzionale a resistere al cambiamento e in apparenza ha successo nel breve periodo, ma sul lungo termine porta a esaurire le energie emotive e a sviluppare sintomi da stress.

Per altri invece, il senso di urgenza induce a credere che, per far fronte alla crisi climatica, sia necessario rivoluzionare radicalmente le proprie abitudini e che ciò vada fatto subito. A causa della difficoltà di vedere un riscontro immediato dei propri sforzi, il livelli di autoefficacia, ossia la convinzione circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati (Bandura 1977), si abbassa.

Come gestire l'ecoansia?

Si innesca così un circolo vizioso, nel quale l'ecoansia attiva uno stato di allarme, nel quale ci si assumere l'onere e la responsabilità di cambiare le cose, non avendo però le risorse sufficienti ad intraprendere azioni concrete ed efficaci, si finisce col sentirsi sopraffatti. Il senso di impotenza e inadeguatezza verso il clima genera a sua volta nuova ansia, così demotivate le persone restano passive e paralizzate.

Il senso di urgenza induce a credere che sia necessaria un'azione collettiva immediata per salvare il pianeta e che senza una rivoluzione radicale il rischio è quello di assistere alla distruzione dell'ecosistema.

Si crede erroneamente che la paura costituisca un incentivo sufficiente al cambiamento, ma al contrario è ampiamente dimostrato che la paura non è la strategia motivazionale efficace per spingere le persone a modificare le proprie abitudini, piuttosto si rivela utile incentrare la comunicazione sugli effetti positivi di un nuovo comportamento e sui vantaggi che se ne trarrebbero nell'adottarlo.

Sebbene l'urgenza sia giustificata, affinché si possa innescare una trasformazione efficace, il cambiamento deve avvenire in modo graduale, distribuendo gli sforzi in passaggi intermedi, raggiungibili. L'ansia climatica verrebbe così gestita in maniera adeguata e anche le nuove abitudini avrebbero maggiore probabilità di essere mantenute nel tempo.

La verità è che i Climate Change è un problema troppo grande per essere gestito da soli, basti pensare che circa il 71% di tutte le emissioni industriali globali di gas serra sono riconducibili indirettamente a 100 aziende in tutto il mondo ("Corporate Carbon Policy Footprint" report di InfluenceMap).

Come gestire l'ecoansia?

Alcune strategie utili possono essere l'informarsi sulle iniziative ecologiche e il condividere con altre persone le proprie preoccupazioni e le proprie inquietudini. Quando i pensieri sulla rovina ambientale siano presenti per la maggior parte del tempo e si accompagnano sintomi caratteristici dell'ansia, può essere utile parlarne con uno psicologo per capire da dove arrivano e come imparare ad affrontarli nel modo corretto.

Un altro consiglio utile può essere quello di condividere con altre persone le proprie preoccupazioni e le proprie inquietudini. Infine si rivela di grande beneficio per abbassare i livelli di stress e favorire il rilassamento, coltivare piante e fiori in casa, prendersi cura di un animale domestico e immergersi in aree verdi, ricercando quanto più possibile il contatto con la natura.

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Scritto da

Dott. Leandro Gentili

Bibliografia

  • "Ecoansia. I cambiamenti climatici tra attivismo e paura", di Matteo Innocente, Erickson, 2022
  • Lazzari, D (2022). Ecoansia, che cos'è e perché dobbiamo affrontarla subito. Repubblica. https://www.repubblica.it/salute/2022/08/23/news/stress_climatico_conseguenze_psicologiche-362575471/?__vfz=medium%3Dsharebar
  • Mental health and Climate Change: Policy Brief. World Health Organization. https://www.who.int/publications/i/item/9789240045125

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