Una friendzone lunga una vita

Buongiorno.
Sono un "ragazzo" di ormai 52 primavere compiute e mi vergogno un po' a esporre il mio caso, ma penso che una risposta pubblica potrà aiutare anche altri nella mia situazione.
In sintesi: durante tutte le stagioni della mia vita non sono mai riuscito ad andare al di là di un buon rapporto di amicizia con le donne verso le quali era rivolto il mio interesse, anche quello sessuale. Sono sempre stato, e sono tutt'ora, considerato un buon amico, un uomo affidabile a cui chiedere consigli amorosi (già qui potrei chiudere il discorso), responsabile e generoso. Insomma, il classico bravo ragazzo innocuo, asessuato e sempre presente, una figura tranquillizzante.
Premesso che sono così per carattere e non per interesse, e cerco sempre di aiutare, nei limiti delle mie possibilità, chi attraversa delle difficoltà, perchè voglio credere che tutto il bene fatto torna sempre indietro, ma qui si parla di una condizione cronica di rifiuto sistematico di qualcosa di più della semplice amicizia.
Altra premessa: sento parlare di un termine (abusato, a mio giudizio) che descrive la mia situazione; la parola è incel, ma io non mi ritengo tale in quanto, nel bene o nel male, ho avuto le mie esperienze.
Tra queste, quelle che mi hanno segnato di più:
F., di cui ero totalmente innamorato in gioventù, ma mi disse che mi apprezzava come un buon amico, pur non essendo il suo tipo per una relazione. E' mancata qualche anno fa per malattia e, anche se non ci fu mai una storia tra noi, ne soffro ancora molto, come se avessi perso una parte di me.
A., che ho anche sposato, ma dalla quale mi sono separato dopo 9 anni di matrimonio bianchissimo. Aveva una gran paura del sesso. In realtà lei non cercava un marito, ma una figura sostitutiva del padre e del nonno. In seguito mi ha rivelato di sentirsi attratta dalle donne.
G. e F., due esperienze separate in anni recenti, entrambe molto attive in ambito relazionale, entrambe autodichiaratesi "mie amiche per sempre e per sempre vicine", ma entrambe sparite dai radar quando ho proposto qualcosa di più.
L'ultima, I., che, in quanto straniera con un passato non proprio morale, mi ha dato l'occasione di dimostrare il mio valore, ma oggi, dopo 4 anni di rapporto indefinito, mi dice chiaramente che si vergogna a farsi vedere insieme a me, del mio fisico (a 52 anni, un po' di pancetta credo che sia tollerabile, ma non per lei), del mio stile di vita per nulla appariscente e del fatto che sono sempre "noiosamente serio" e "mai sfacciato". In pratica, non sono un bad boy, non sono ricco o agiato, non sono un bronzo di Riace.
Ho provato anche le app di incontri, ma con risultato 0 tondo.
Tutto questo ha affossato la mia autostima e penso di essere fondamentalmente depresso, anche per altri fatti che sono accaduti al di fuori della vita di relazione. Ho maturato la convinzione che le donne dicano una cosa, ma vogliano altro. Essere una brava persona è un handicap, ascoltare tutte va bene, ma quando vorrei essere ascoltato io, si dileguano.
Non so se esista una soluzione a tutto ciò e, tutto sommato, non mi aspetto chissà che, ma penso che siano in molti ad essere interessati all'argomento. Per quanto mi riguarda, ho rinunciato all'idea di farmi una famiglia, anche per l'età non più verde, ma c'è ancora una flebile speranza di trovare una persona con cui condividere il futuro.
Vi ringrazio per l'attenzione.