Una donna ha chiesto l'eutanasia per depressione

Inviata da Francesco · 31 ago 2015 Depressione

A volte le cose sembrano cosí buie che non si ha il coraggio di uscirne o le forze, ho sentito di una donna belga che ha chiesto l'eutanasia per depressione, voi cosa ne pensate? Ci sono volte in cui mi sento cosí male che anche a me sembra una buona idea..

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Miglior risposta 1 SET 2015

Gentile Francesco
L 'eutanasia viene usata in caso di malattie degenerative e mortali. La depressione non lo è.. è sicuramente una delle condizioni più dolorose da sostenere perché è caratterizzata da profonda tristezza..la tristezza come emozione ci porta, per natura, a restare fermi..(mentalmente e fisicamente).. .e più stiamo fermi meno le cose cambiano...provi a pensarci...
Immagini la tristezza come un paio di occhiali da sole che oscura la realtà, che copre la luce...è difficile convivere con questo.
Esistono depressioni causate da squilibri biologici.....come un individuo malato di diabete..può stare a dieta, muoversi e starà meglio anche se il diabete esiste ancora..ma lavorandoci sopra ci si può convivere. Però esistono anche forme di depressione dalle quali si guarisce..in molti casi la depressione si supera! Quindi prima di autorizzare un suicidio legale insisterei nel farle provare altre strade dall esito meno drammatico. Dopodiché rispetto ogni scelta di ogni essere umano ..però si ricordi: lei ha il diritto a stare meglio..deve solo concederselo.
Un caro saluto con i migliori auguri di cose buone

Dottssa Ernesta Zanotti
Psicologa e psicoterapeuta
Brescia

Dott.ssa Ernesta Zanotti Psicologo a Brescia

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1 SET 2015

Da studi europei risulta che la depressione è la principale causa di sofferenza nel nostro mondo occidentale. La cosa curiosa è che chi soffre di depressione, che, come Lei ha verificato personalmente e nel tremendo esempio che racconta, è causa di un male di vivere profondissimo, pur riconoscendo che è una " malattia " della psiche e non del corpo, non si rivolge allo specialista in questo campo che è lo psico-terapeuta.
Questo Le consiglio e Le posso assicurare che funziona ! Con simpatia Dott. Marco Tartari, Asti

Dott. Marco Tartari Psicologo a Roatto

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31 AGO 2015

Gentile Francesco,
mi soffermo solo sulla questione che riguarda lei personalmente, quando dice che a volte sta così male di pensare che l'eutanasia sia una buona possibilità. Pensavo che se "a volte" sta così male, altre volte (per fortuna) ciò non avviene. Credo che lei debba considerare quello (quello in cui non sta male) il vero "standard" della sua vita e pensare che sia possibile mantenere quel livello in maniera abbastanza continuativa. Credo che una psicoterapia sia un modo per alleviare il suo stato e che vada perseguito. Forse non le eviterà di provare momenti di sconforto, ma ciò che riferiscono pazienti di terapie riuscite è una maggiore capacità di padroneggiare quei momenti. Un sentito augurio di trovare maggiore serenità.

Dott. Mazzoleni Damiano Psicologo a Lecco

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31 AGO 2015

Gentile Francesco,
non conosco il caso di questa donna belga che ha chiesto l'eutanasia per sfuggire alla depressione ma tutti noi sappiamo dei tantissimi casi di suicidio in tutte le età, situazioni sociali e livello culturale.
Benchè il suicidio sia sempre un evento doloroso e drammatico, io sono sempre molto colpito e dispiaciuto dal suicidio dei giovani che bruciano in un attimo la loro aspettativa di vita che era ancora tutta da realizzare.
Intanto , nel caso della signora belga, non credo abbia neanche un senso chiedere l'eutanasia come può averlo per malati cronici terminali costretti dalle macchine a prolungare le loro sofferenze in quello che viene definito " accanimento terapeutico ".
Chi non è impedito fisicamente, se si vuole davvero suicidare, lo fa e credo che nessuno lo possa impedire!
Parlando di psicopatologia, però, nel corso della mia esperienza clinica, mi sono reso conto che i soggetti maggiormente a rischio di depressione e possibile suicidio, più ancora che i pazienti borderline e psicotici sono i pazienti con normali capacità cognitive ma a struttura rigida, i quali vanno in crisi quando non riescono ad accettare i propri limiti verificando che non possono tenere tutto e tutti sotto il loro controllo, cosa che evidentemente per loro è di vitale importanza. Oltre a questa assoluta mancanza di umiltà e percezione dei limiti della condizione umana, queste persone hanno anche la certezza che certe cose non cambieranno mai mentre invece tutto cambia nel frattempo che il tempo scorre.
Tuttavia non bisogna dimenticare che la depressione vera (depressione maggiore) è una malattia del tono dell'umore che va curata pazientemente con la psicoterapia e , nei casi più gravi, quando si può intravedere un rischio suicidario, anche con i farmaci antidepressivi.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio Campagna (Salerno)

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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31 AGO 2015

Caro Francesco,

Ho letto l'articolo (a Luglio credo) e ho riflettuto a lungo sulla questione. La spiegazione sembrava non fare una piega, perché prese in considerazione svariate variabili, generalmente attribuite a patologie fisiche e che sembravano riguardare il caso di depressione. Ne ho anche discusso con diversi colleghi e tutti siamo giunti alla conclusione che una buona idea non è. Spero di non banalizzare la questione in queste poche righe, perché mi ha davvero fatta riflettere a lungo, prendendo in considerazione tra me e me, sia il fatto che potesse essere una decisione corretta sia scorretta.

Un persona che si trova nel tunnel della depressione, cui uno dei sintomi è proprio l'ìideazione suicidaria, non può che vedere negativamente l'esito della malattia (si è senza speranza, spesso si sono provate molte cure e sembra che non ci sia proprio più nulla da fare). Credo stia ai medici e agli psicologi tutelarla e pensare a cure diverse, che ovviamente considerino l'integrazione di farmaci e psicoterapia.

Solitamente, mi batto affinché il disagio mentale sia considerato al pari del disagio fisico, ma credo sia necessario tener conto delle opportune differenze: l'importanza dev'essere la medesima (il disagio mentale non deve essere considerato disagio di serie B o, peggio, un qualcosa che la persona può facilmente scrollarsi di dosso), ma ogni patologia ha poi la sua cura. Con cura non intendo che si giunga a una guarigione definitiva, ma a una condizione in cui sia possibile far fronte ai sintomi che la malattia comporta (come si fa per le malattie croniche).


La ringrazio per aver proposto il dibattito, al di là delle conclusioni a cui giunge ognuno di noi, credo sia interessante parlarne e che avere anche l'opinione di chi è dentro al tunnel della depressione possa fornire ottimi spunti di riflessione a noi "addetti ai lavori"

un caro saluto,

Dott.ssa Alessia Romanazzi

Dott.ssa Alessia Romanazzi Psicologo a Saronno

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