Consiglio breve

Inviata da Marco · 10 apr 2023 Terapia di coppia

Buongiorno,

Sono un uomo di 38 anni e sono insieme alla mia compagna da 12 anni.
La mia relazione è sempre stata connotata da stabilità e stima reciproca. In passato si è poi rivelata fondamentale per difendermi da un rapporto spesso difficile con la mia famiglia di origine, oltre che per trovare supporto in alcuni casi in cui sono stato male e nei momenti di stress lavorativo.

Tuttavia, negli ultimi 7 anni è mancata una componente, l'attrazione sessuale (sessualità a zero o quasi, una o due volte l'anno).
Siamo, poi, sempre entrambi impegnatissimi con i rispettivi lavori e le attivita di coppia ne hanno risentito. Quando siamo distanti le comunicazioni sono minime.
Inoltre, si sono accentuate, mano a mano, delle differenze caratteriali e divergenze di vedute. Ad esempio sull'uso del tempo libero. Sono, poi, capitati periodi di discussioni e di mancanze di rispetto reciproche, alternati a periodi più tranquilli.
Come carattere è piuttosto rigida, severa, organizzata e pianificatrice.
Il rapporto è stato un poco logorato anche dalla mia "usura" perchè io lavoro lontano e quindi faccio 4 giorni alla settimana nella mia città (dove uso ancora la "cameretta" dai miei) e tre dove convivo con la fidanzata (ogni settimana, quindi, più di 300 km tra andata e ritorno con bagagli vari).

Lo stato delle cose mi ha portato a guardarmi intorno e così negli ultimi sei anni ho coltivato un altro rapporto (che inizialmente era di forte complicità attraverso chat h24 ma non si spingeva nell'intimo) sino a che si è finalmente concretizzato (lei ha lasciato il moroso dopo 5 anni sostanzialmente per me...) in una relazione parallela durata circa un anno e 3 mesi.

In quell'anno e tre mesi ho chiesto alla mia donna una pausa di riflessione, anche se abbiamo continuato tendenzialmente a convivere e uscire con amici comuni (l'accordo era che in pausa entrambi avremmo potuto frequentare altre persone. Io però ho sempre nascosto la relazione parallela e lei non ha mai frequentato nessun altro).

La nuova donna in questione era ancora più lontana (circa 350km da casa mia) in quanto conosciuta ad un corso professionale in altra città nel 2016.
Con questa donna mi trovavo a dir poco benissimo, sia dalla distanza (lunghissime e complici chattate, scambi di opinioni, aiuto sul lavoro, sempre in contatto h24) che di persona (compatibilità sessuale e complicità a mille, gite fuori porta in piena armonia, mai una discussione).
Faceva il mio stesso lavoro, aveva una bellissima casa e una famiglia straordinaria che mi ha voluto bene ogni volta che sono andato a trovarla.
Mi dava la sua opinione e il suo supporto in ogni questione.
La vedevo però esteticamente un pò meno gradevole della mia fidanzata (sebbene fosse comunque una bella donna).
Avevo moltissimi punti in comune con lei e buone prospettive lavorative (spostarmi a casa da lei - era pronta a convivere - e lavorare li nel suo studio professionale) sentimentali ed emotive.

Tuttavia, lei, intrapresa la relazione (in parallelo alla pausa della relazione ufficiale) ha iniziato a volermi davvero tantissimo (lettere d'amore, bisogno continuo di vedermi etc..) e io, non so perchè, forse perchè non abituato ad essere così tanto amato, ho iniziato ad andare un poco sulla difensiva.
Non la respingevo, certo, ma nemmeno le davo troppe certezze, a volte ero un pò freddo e enigmatico.
Davvero, ad oggi non so ancora bene il perchè. Mi sembra impossibile ma mi comportavo così.

In ogni caso, dopo qualche mese di rapporto intenso, lei ha preteso che io lasciassi la mia compagna.
E io sono improvvisamente diventato protettivo. Il pensiero era rivolto agli aiuti ricevuti in passato dalla compagnia e dalla sua famiglia. Quindi ne facevo una questione morale, mi veniva difficile abbandonarla.
Così, ho dovuto comunicarle che avevo dubbi e siamo andati avanti ancora altri 4 mesi, sempre splendidi, fino a che non è tornata a chiedermi una decisione.
In quel caso, ero davvero intenzionato a lasciare la mia donna.
Ma quest'ultima, quando ci ho provato, si è messa a piangere, disperata, ed è riuscita ad impietosirmi promettendo dei suoi cambiamenti migliorativi nella relazione.

Così, sono stato tanto confuso e ho fatto un disastro.
Ho dichiarato chiusa la pausa ed aperta una "prova" cioè imporre alla compagna i cambiamenti caratteriali che mi aveva promesso.
Ma sotto sotto io non volevo affatto questa prova, aspettavo solo che fallisse.
La nuova donna, dopo questa nuova delusione (è venuta pure a sapere della "prova") si è stufata e ha smesso di scrivermi dicendo che non avrei potuto più contattarla se non mi fossi liberato dal mio rapporto.

Successivamente, mio malgrado, ho fatto ancora peggio (forse ero troppo sicuro dell'amore della nuova donna..) perchè ho perso ben 3 mesi prima di decidermi a dichiarare "fallita" la prova con la mia donna.
Prova che, peraltro, ho fatto di tutto per far far fallire.

Così, dichiarata fallita la prova, non vedevo l'ora di raggiungere la mia amata, che, stupidamente, credevo fosse rimasta ad aspettare.
Ho cosi comprato un anello di fidanzamento e mi sono munito di un mazzo di rose....
Quando, però, sono andato a trovarla, per darle la lieta notizia e chiederle di impegnarsi in una relazione esclusiva (come voleva lei da sempre! Almeno fino a qualche mese prima) l'ho trovata arrabbiata e soprattutto già impegnata in una nuova conoscenza iniziata circa 1 mese e mezzo dopo il "silenzio" a cui lei mi aveva obbligato.

Dopo la restituzione dell'anello sono crollato in una terribile abisso di depressione, davvero profonda, mai provata in vita mia, che mi sta togliendo la forza di vivere da ormai tre mesi abbondanti.
Così, depresso, mi sono dovuto appoggiare nuovamente sulla compagna che mi ha"ripreso".
Nel vivere la quotidianità con la mia compagna (che nulla sa ma inizia a chiedersi perchè io sia così giù) mi sento come intrappolato nel passato.
Mi sento in una realtà che avevo scelto di terminare e, parallelamente, di aver colpevolmente perso (per un sentimento di pietà e per viltà) la realtà futura che mi spettava, con una compagna appagante sotto tutti i profili (lavorativo,logistico famigliare, sessuale, emotivo).

E adesso (solo adesso!) sento anche di aver rovinato il rapporto che mi rimane, di averlo sporcato avendo tentato di consegnare un anello di fidanzamento ad un'altra, anello che non ho mai dato alla mia compagna in 12 anni.

La depressione è davvero forte perchè mi sta impedendo di lavorare, di alzarmi all'ora giusta e, lavorando come professionista è un disastro.
Ho pensieri intrusivi mentre lavoro che mi impediscono di fare ragionamenti complessi.
Ma, soprattutto, sono preoccupatissimo del mio futuro sentimentale perchè sono nell'età giusta per farmi una famiglia e sento di aver perso il treno perfetto.

Poi, non so più bene cosa provo per la mia compagna.
E lei a breve mi chiederà matrimonio e figli. A quel punto magari avrò la famiglia ma non con la persona che volevo davvero...

L'opzione di lasciarla mi terrorizza, già sono depresso.... figuriamoci solo a casa dei miei in un piccolo paese dove ormai non conosco nessuno. E le single della mia età si contano sulle dita di una mano...

Così riassunto il capolavoro che ho combinato, ecco la mia richiesta di consigli:

1)Cosa potrei fare in un disastro del genere quantomeno per ricominciare a lavorare senza pensieri intrusivi/ossessivi ed evitare di perdere la donna che rimane, la quale difficilmente starà altri mesi con un depresso?

2)Inoltre, secondo voi, come mai non ho capito prima di quanto fosse fondamentale questa nuova donna per me sino al momento in cui l'ho perduta?
Se avessi saputo che sarei andato in una simile depressione senza di lei non avrei perso tutto quel tempo per lasciare la mia donna.

3) come mai è stato così difficile per me separarmi dalla compagna ufficiale se il rapporto aveva ed ha problemi?

Grazie

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Miglior risposta 11 APR 2023

Caro Marco, grazie per esserti confidato con noi.
Il racconto che hai deciso di portarci oggi è davvero molto complesso, così come le emozioni di cui avrai fatto esperienza nel susseguirsi dei mesi di cui ci parli.
Al di là della cronologia degli eventi, mi colpisce molto lo stato emotivo in cui ti trovi oggi, e il conflitto che ti senti costretto a vivere. Credo che, per poter trovare una risposta alle tue domande, sarebbe necessario proprio partire dal vissuto depressivo attuale, dal significato che tu gli attribuisci e dalla funzione che potrebbe ricoprire per te, in questo specifico momento della tua vita. Ogni nostro comportamento o atteggiamento, è inevitabilmente una reazione ad una situazione interna o esterna: per quanto la posizione depressiva possa essere apparentemente caratterizzata esclusivamente dalla passività, ha in realtà una funzione ben precisa se inserita nella tua storia di vita e compresa alla luce di essa.
Credo che sarebbe davvero importante affrontare questo tema con l'aiuto e il sostegno di un professionista, che possa supportarti nella ricerca di un significato alla tua esperienza e di quegli strumenti e strategie necessari per consentirti di riprendere il controllo della tua vita e assumerti le responsabilità delle tue decisioni/azioni, evitando da un lato giustificazioni e, dall'altro, di sentirsi in balia degli eventi esterni.
E' necessario approfondire i tuoi vissuti legati alla tua relazione storica, per comprendere qual è stato il bisogno che hai soddisfatto nella relazione parallela: immagino quanto possa essere difficile allontanarsi da qualcuno che ha fatto tanto per noi nel passato, ma nel momento in cui non si provano più i sentimenti di una volta, è giusto concedersi di ascoltare i propri desideri più profondi e agire in base ai nostri bisogni. Tuttavia, fare questo implica confrontarsi con emozioni molto forti, che possono spaventare. Possono far paura soprattutto dopo che sentiamo di aver perso un porto sicuro, nel cui avevi scelto di approdare con tanto di anello e mazzo di fiori.
Ti invito a valutare l'inizio di un percorso di supporto psicologico che possa accompagnarti in un processo di maggiore consapevolezza dei tuoi sentimenti e conoscenza di te stesso, dei tuoi bisogni e desideri. Solamente attraverso questo tipo di percorso è possibile trovare risposta alle proprie domande, perchè queste risposte che cerchiamo in realtà le abbiamo dentro di noi... è sufficiente cercare un posto sicuro all'interno del quale permettersi di guardarsi dentro: come ad esempio, la stanza di terapia.
Spero di esserti stata di aiuto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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13 APR 2023

Gentile Marco, situazione complessa che lei stesso descrive ironicamente come un capolavoro. Si intravedono degli elementi di autosabotaggio ma soprattutto delle emozioni contrastanti che sembrano averle impedito di costruirsi una famiglia. Sinteticamente posso suggerirle di intraprendere un percorso psicoterapico per prendersi cura delle domande che si/ci pone; domande importanti non solo perché arrivano da uno stato 'depressivo'...da una curvatura su se stesso che l'ha portata a riflettere su quanto accaduto, ma soprattutto perché mostrano il desiderio di darsi delle risposte. Prenda in considerazione l'opportunità che lo spazio di terapia personale offre. Un caro saluto. Maria dr. Zaupa.

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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12 APR 2023

Buon pomeriggio Marco. Si dice che "chi troppo vuole, nulla stringe"... ed è quello che ti è capitato. Hai cercato di sopperire alla noia di un rapporto che non avevi il coraggio di chiudere, iniziando una relazione con una persona che per te ha chiuso la sua relazione, mostrando di voler costruire un futuro con te. Nascondendo questa relazione, la tua compagna ha pensato ad un tuo momento di crisi e ti ha sostenuto, come farebbe qualsiasi compagna.
Credo che l'errore sia stato evitare di parlare alla tua compagna del vostro rapporto in crisi e del tuo malessere, prima che la voglia di stare con una persona diversa prendesse il sopravvento.
Aspettare per decidere di stare con la nuova compagna, dopo aver dimostrato di non essere in grado di chiudere la precedente relazione, ha deluso la nuova compagna, che, così, ha deciso di frequentare una persona che, forse, le ha dato più certezze.
A questo punto, vorresti sposare una donna che, se sapesse del tradimento, probabilmente ti lascerebbe. Staresti con lei per convenienza, perché non pensi possa esserci un'altra donna che possa renderti felice e che tu possa amare davvero. Credo tu debba riflettere sui tuoi sentimenti e sull'importanza di un matrimonio, che dovrebbe essere fondato su un amore autentico e sull'onesta' reciproca.
L'abitudine, la routine, le aspettative che gli altri ripongono in una coppia apparentemente solida, sono elementi che rendono difficile una chiusura, ma sono necessari per il benessere di entrambi. Rifletti su quanto possa renderti sereno sposarla e, soprattutto, su quanto possa essere un bene, per lei, sposare un uomo che rimane con lei per convenienza e non per un sentimento autentico. Quanto potrebbe durare, prima che un altro tradimento lo scalfisca?
Scusa se sono stata un po' dura, ma credo che renderti più consapevole di ciò che è stato e di ciò che potrebbe essere, fosse necessario per aiutarti in questo momento difficile. Sono sicura che hai tutte le potenzialità per risolvere al meglio questa situazione.
Un abbraccio.

Giuliana Gaeta Psicologo a Roma

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11 APR 2023

Buongiorno, la situazione che descrivi sembra molto complessa e piena di conflitti interiori. Ci sono diversi punti che mi sembrano importanti da affrontare e che potrebbero essere al centro della terapia individuale. In generale, la terapia individuale può aiutarti a esplorare in modo più approfondito i tuoi pensieri, emozioni e comportamenti e a trovare nuove strategie per gestirli in modo più efficace.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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