mobbing stress da lavoro depressione

Inviata da hotoccatoilfondo · 27 nov 2017 Mobbing

Salve, sono una donna di 47 anni, lavoro presso la stessa ditta da 22 anni. Ho un bel lavoro che mi piace e l'ho sempre fatto con dedizione avendo cura del cliente e di ciò che gli offro, come mi è stato insegnato dal primo giorno. L'ambiente lavorativo invece è sempre stato pesante. Colleghi che badano più alle chiacchiere, formano gruppetti e mostrano belle maschere, per poi rivelarsi vuoti e interessati solo al proprio benessere. La direzione della ditta invece ogni 2-3 anni cambiava, essendo una multinazionale nelle aree di servizio in autostrada. Si sa che comunque queste situazioni sono usuali in molti ambienti e negli anni mi sono creata una corazza. Nel 2008 mi sono ammalata seriamente, leucemia. Ho passato 7 mesi in isolamento in ospedale, il trapianto e poi la convalescenza a casa. Ero già data per spacciata, ma io ce l'ho messa tutta. L'ho fatto per la mia famiglia e per le mie bimbe. Avevo l'appoggio di tutta la mia famiglia e delle amicizie che si sono riavvicinati a me. E' questo calore che mi ha fatto guarire. Anche sul lavoro alcuni colleghi si sono dimostrati umani , ma è difficile capire se lo hanno fatto solo perchè è doveroso farlo oppure era davvero sentito. La dimostrazione è stata al rientro, dopo 1 anno e mezzo. la solita Indifferenza . Invalidità e legge 104: il rientro dalla malattia non è stato soft. avevo i permessi di riposo extra e mi facevano fare straordinari esagerati. L'anno del rientro ho accumulato 280 ore di straordinari in 6 mesi. Io stavo bene, volevo ritornare a lavorare, l'ho desiderato tanto durante la malattia. non volevo tornare per pesare sugli altri. io volevo esserci al 100% Le cose sono cominciate a peggiorare da quando mi sono separata da mio marito. le mie faccende personali sono filtrate tra le colleghe che hanno cominciato a isolarmi e senza sapere le mie motivazioni e i fatti realmente accaduti.( mio marito ami tradiva con la mia migliore amica). Il mio isolamento si è fatto ancora più fitto. Il giorno della rottura con mio marito ero al massimo della crisi e quasi in lacrime ho chiamato la direttrice che avevo quel tempo e siccome avrei dovuto lavorare qualche ora dopo, ho chiesto se in via eccezionale avrei potuto stare a casa. Avevo paura per le mie figlie, in qualche gesto sconsiderato e anche per me stessa. La direttrice mi minacciòche se non fossi andata al lavoro mi avrebbe messo un'assenza ingiustificata e mi avrebbe scritto una contestazione formale. Era proprio accanita su di me e mi minacciava continuamente di licenziamento. Dovevo essere sorridente e perfetta in ogni movimento, anche se dentro ero sofferente per la separazione e i problemi che ne sono seguiti. Dopo qualche tempo, cambio di direzione, Tutto si calma.Passano 6 mesi e cambia ancora. Arriva una direttrice svitata, platealmente scorretta, il suo gruppetto diventa quello delle fumatrici. e quelle che vanno alle festicciole e si ubriacano . Si ritrovano spesso, molto spesso direi, a fumare in orario di lavoro, lasciando i non fumatori a lavorare anche per quelli che fanno salottino nel retro del locale. La direttrice ama i gatti che chiama le sue bimbe...e le mie colleghe per trarre massimo beneficio amano follemente a loro volta i gatti. Ingiustizie, trattamenti preferenziali, solite cose... Nel frattempo mi sono rifatta una vita decente. Ho trovato un uomo stupendo che ama me e le mie figlie come fossero sue. Con il mio ex, dopo un primo momento in cui ci siamo dovuti abituare al cambiamento, ora siamo in ottimi rapporti e si collabora. Ho dato il mio aiuto nei suoi momenti di difficoltà e lui altrettanto. Ho dato una mano anche alla sua nuova compagna a trovarle un lavoro ( insieme a me ). Anche con lei nessun problema. Parliamo esclusivamente di lavoro e di poco altro. Mi guardo bene dall'entrare nel loro privato, anche perchè so bene i difetti del mio ex!
Una notte, mentre ero al lavoro, orario 22/6 entra un gruppetto di ladri che si portano via il bancomat e devastano il locale. La paura provata quel giorno me la porterò per sempre nel ricordo. Mi sono sentita sdoppiare, una parte di me è uscita dalla mia schiena e io mi sono vista dall'alto. Credevo mi avrebbero uccisa. Invece scappano via. Chiamo la direttrice ma non risponde. Chiamo un responsabile, arriva e mi trova sotto shock l'entrata del locale distrutta. Quando arriva la direttrice mi rimprovera che era il suo giorno libero e che aveva diritto di farselo. Probabilmente alterata dall'alcol, decisamente inappropriata la battuta, nessuna considerazione per il mio stato. Ho continuato a fare le notti successive, nonostante la paura. (ovviamente nessuno si è offerto al mio posto, nessuno si è preoccupato per me, purtroppo nemmeno io di me, avrei dovuto andare dal medico e stare a casa un po') Lavoriamo durante la settimana sempre soli di notte. In due solo il venerdi e il sabato. A discapito della nostra sicurezza e della ben celata paura. Sono forte, sopporto pesi e ingiustizie, convivo coi miei colleghi che si vendono molto bene a parole. Presuntuosi e giusti solo loro. Tutto consueto fino a questo momento ma ora ho toccato il fondo. Ieri all'ennesimo rimprovero ingiustificato, la mia collega che mi difende a voce alta sbraitando, un responsabile arrivato da poco che ha notato un segno di sofferenza nel mio viso e subito si è precipitato su di me a rassenerarmi, prendendo fra le sue mani il mio viso. Ho avuto un collasso, un pianto di rabbia e dolore. Un accumulo che non sono riuscita più a nascondere. Io non ne posso più.
Cosa posso fare per prendermi un periodo di tempo per recuperare energie e voglia di tornare all'inferno?
Non riesco più a dormire di notte, mi alzo 2, 3 4 volte per notte per andare in bagno. Sono stanca. Se lavoro di notte dormo 2-3 ore di giorno. Se lavoro la mattina, mi devo alzare alle 4.30 e la notte faccio fatica a prendere sonno. Ferie non me ne da, L'aspettativa non è retribuita e io non posso permettermelo. Il mio lavoro mi piace, è quello che lo circonda che fa schifo. A parte un paio di colleghi che soffrono anche loro come me, vivo in una concentrazione di egoismo e falsità che non merito. Mi sono meravigliata di aver pianto, con tutto quello che ho passato, pensavo di aver trovato una giusta direzione. L'importanza alle persone che mi vogliono bene e non all'ambiente dove lavoro o ai piccoli problemi materiali. Invece non sono così forte e virtuosa.
Mi sembra di aver dato molto sul lavoro, ora ora vorrei solo riprendermi.
Un periodo di malattia per stress da lavoro?
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Miglior risposta 28 NOV 2017

Salve,
da quello che scrive sembra proprio che lei abbia una grande capacità di sopportazione ma adesso non riesce più ad incamerare niente perchè troppo satura. Continui a lottare per il lavoro che ama e non la dia vinta a tutte quelle persone che cercano ad ogni modo di indebolirla. Si rivolga ad una struttutra pubblica per avere un certificato di malattia, ma anche ad un sindacato per far valere i suoi diritti di lavoratrice. Non molli!
Cari saluti
Dott.ssa Carla Francesca Carcione

Dott.ssa Carla Francesca Carcione Psicologo a Capo d'Orlando

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27 NOV 2017

Buonasera,
Lei ha vissuto negli ultimi anni eventi significativi come la malattia, una separazione, la convivenza con un nuovo compagno.
Sono successe credo tante cose in un lasso di tempo circoscritto.
La forza di volontà e l'affetto degli amici le hanno permesso di superare la leucemia e tornare a vivere. Succede che dopo aver superato le difficoltà, a volte si rimanga senza energie.
Il rientro nel mondo del lavoro non è stato soft, forse si sono accumulate alcune tensioni in lei. Lo stress le aumenta il senso di fatica e pesantezza, le sembra non vi siano vie d'uscita.
Per alleggerirsi le consiglierei di effettuare qualche colloquio psicologico e mettere in campo strumenti idonei per fronteggiare il tutto.
Resto a disposizione
Dott.ssa Donatella Costa

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