Srotolare la matassa di dubbi che mi tormentano.
Salve,
sono una ragazza di 24 anni. Mi sono trasferita da un anno in una città nuova e, da quando sono qui, sono successe molte cose che hanno impattato sul mio sentire e sulla capacità, che avevo ma ora è un po' compromessa, di decodificare i miei stati d'animo.
Infatti, un anno fa ero una persona moderatamente felice, avevo una relazione stabile di lunga durata, una brillante carriera universitaria, un numero discreto di amici. Nell'ultimo periodo, prima del trasferimento, cominciavo a non essere più felice: il perfezionismo verso l'università e verso il mio corpo mi sopraffacevano gettandomi in un costante stato di ansia per non aver fatto abbastanza (non ero mai stata così perfezionista e ad oggi non lo sono più), il mio ragazzo, l'amore della mia vita (così almeno lo consideravo) si stava allontanando da me e lo percepivo forse anche per la pesantezza dello starmi accanto, il trasferimento imminente mi gettava nel totale sconforto e non mi spiegavo il perché.
Fatto sta che, trasferitami qui dove c'era anche il mio ormai ex, tutto è venuto a galla: lui ha cominciato a farsi sempre più da parte, portandosi presente quasi più per dovere o per tenermi buona che perché effettivamente volesse. Lì per lì non avevo assolutamente capito cosa mi stesse comunicando. Ho cominciato, infatti, proprio in questa distanza emotiva, ad essere infatuata di una persona nuova. Non mi capitava una cosa del genere da almeno 6 anni e sono stata travolta da queste nuove emozioni, tant'è che una sera, mentre formalmente stavo ancora con il mio ex, è scattato un bacio con questa persona x, che mi ha indotto a lasciarlo il giorno dopo.
Ho vissuto inizialmente momenti belli e intesi con questa persona x, poi schiacciati da un forte senso di colpa per aver portato a termine la relazione su cui avevo investito, per cui, fino a un attimo prima, avrei dato tutta la vita. Il senso di colpa mi ha portato a riconfrontarmi con il mio ex e, dopo mesi (quasi un anno) di insabbiamenti, slealtà, scarsa chiarezza, è emersa la realtà: a sua detta non era consapevole di non amarmi più, ma ne aveva avuto la prova a distanza non stando più con me. Tale consapevolezza è stata comunicata circa 2-3 mesi fa, quando ha deciso di comunicare agli amici la sua nuova relazione (cominciata dopo avermi nuovamente dichiarato il suo amore e dopo avermi detto, a distanza di un mese, di non contarci più, forse proprio per quella nuova relazione).
Fatto sta, che da marzo-dalla fine della vecchia relazione-fino a ora, ho portato avanti tra tira e molla, alti e bassi, una nuova relazione con questa persona x con cui quella famosa sera era scattato il bacio. È un ragazzo che mi è stato accanto in tutti i brutti momenti che ho vissuto: ha consolato milioni di lacrime, ha assistito al mio ridurmi in frantumi (essendo passata da ossessionata dalla perfezione a non essere nemmeno più in grado di prendere sul serio un impegno) non lasciandomi mai, combattendo per star con me... alle volte anche contro di me.
Infatti, nonostante tutto questo, io continuo ad avere dubbi su di lui, sulla nostra relazione. Mi chiedo se sia la persona giusta per me. Mi chiedo perché alle volte lo sento invadente e insopportabile. Mi sento esattamente a metà tra la volontà di amarlo e star con lui e l'impossibilità di farlo. Come se la sua presenza fosse troppo pesante. Non so come uscire da questa situazione che mi immobilizzato e, soprattutto, non riesco a capire se a inibire i miei sentimenti sia soltanto la paura i generata dalla mia vecchia relazione oppure un sentore inconscio della iniquità di questa relazione.
Che fare?
PS. Seguo già un percorso di psicoterapia