Sono troppi 8 anni di psicoterapia?

Inviata da Daniele · 4 apr 2016 Disturbi della personalità

Sono 8 anni che sono in terapia da uno psichiatra psicoterapeuta. Ero affetto da un grave disturbo evitante di personalità accompagnato da depressione. In 5 anni sono riuscito ad uscire da tale disturbo e guarire dalla depressione tanto che non assumo più psicofarmaci (Efexor). Il problema è che il medico non dice mai basta ed io non mi sento ancora pronto per interrompere la terapia. Tuttavia sono passati 8 anni e a questo punto vorrei sapere se la durata di tale terapia sia eccessiva oppure rientrerebbe nella norma. Grazie.

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Miglior risposta 5 APR 2016

Caro Daniele
se lei ha ottenuto dei risultati tanto positivi, ben vengano 8 anni di psicoterapia.
Se però ora lei si sente pronto per potersi rendere autonomo e iniziare a staccarsi (anche gradualmente) dal suo terapeuta, può essere lei a proporlo, forse il terapeuta stesso aspetta un segnale da parte sua.
E' una questione che si può tranquillamente discutere tra voi in serenità.
Ognuno dovrebbe portare le sue motivazioni e ascoltare e valutare attentamente quelle dell'altro.
Nel momento che la terapia inizia ad andare verso la conclusione, l'alleanza terapeutica deve essere ancora forte per questa"manovra" delicata che deve essere condotta insieme in chiarezza e comprensione reciproca.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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6 APR 2016

Buongiorno Daniele, il numero degli anni non conta molto. Purtroppo, anche tra alcuni colleghi psicoterapeuti, ancora si pensa che la Psicoanalisi comporti una psicoterapia lunga e la psicoterapia Cognitivo-Comportamentale ne comporti una breve. Da anni non è più così in quanto si sono sviluppati diversi modelli e varianti. Inoltre, il quanto dura una psicoterapia dipende da fattori interni alla coppia terapeutica (aggancio terapeutico, bravura del terapeuta, aderenza alla terapia da parte del paziente, fattori di cambiamento imprevisti, etc.) ed esterni (condizioni variate del terapeuta, del paziente, situazioni ambientali non prevedibili, etc.). Rispetto a lei (ma vale in generale), a prescinere da eventuali risultati ottenuti o meno, è specifico diritto del paziente (ad inizio, durante, vero la fine) chiedere al proprio terapeuta a che punto del percorso si pensa di essere (in questo, naturalmente, ci deve essere un confronto aperto con il paziente), vedere a che punto sono gli obiettivi terapeutici prefissati ed esplorare una ipotesi di tempistica di fine terapia (questa sarà, soprattutto all'inizio e durante il percorso, molto orientativa). L'ideale sarebbe che terapeuta e paziente avessero una corrispondenza nel senso di quando la terapia si stia per avviare alla risoluzione. Se questa corrispondenza non c'è (spesso, o per credenza del terapeuta o per bisogni del paziente o altro), comunque, il paziente deve essere (su richiesta o a intervalli concordati) informato sul senso generale del percorso e sulla sua "storicità", ovvero comunicazione della coerenza di costruzione, mantenimento e fine terapia. Dunque, le consiglio di chiedere al suo terapeuta ciò di cui ha bisogno, senza timori di reazioni negative o altro. Queste informazioni (ed il perché ed il quando vengono chieste) fanno parte del suo e vostro lavoro terapeutico.
Buona fortuna
dott Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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5 APR 2016

Buongiorno Daniele,8 anni non sono pochi effettivamente,è generalmente è lo psicoterapeuta stesso che mira ad aiutare il paziente,sia nell'eliminazione del o dei sintomi,sia nello sviluppare una propria consapevolezza,un'autonomia è una indipendenza..
La cosa più importante comunque credo sia che Lei stesso sia il primo ha porsi il dubbio..Probabilmente questo è il segnale che è pronto a staccarsi..Provi a condividere questo suo dubbio con il suo psicoterapeuta..
Resto a disposizione per qualunque dubbio o chiarimento!
Cordialmente
Dott.ssa Battilani Cristina

Dott.ssa Battilani Cristina Psicologo a Parma

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5 APR 2016

Gentile Daniele,

sì, otto anni di terapia sono tanti, ma evidentemente nel suo caso, erano necessari, prova ne sia che oggi lei sta meglio. Normalmente, il terapeuta , auspica che sia proprio il paziente ad esprimere la volontà di ridurre il numero di sedute mensili, per allentare gradualmente la dipendenza, fino alla sospensione del percorso terapeutico, così come fanno i bambini con i genitori, all'inizio assolutamente indispensabili, e poi mano a mano , con la crescita dell'individuo, sempre di meno, fino al raggiungimento dell'indipendenza adulta. Credo,da come si esprime ,che stia avvicinandosi a grandi passi, anche per lei, quel momento. Chiarire i suoi sentimenti con lo psicologo che la segue, è da considerarsi parte intrinseca della sua maturazione, del suo progresso , che non potrà che confermare la bontà della terapia svolta, rendendovi entrambi fieri del felice esito di tanti anni di intenso impegno da entrambe le parti.

Cordiali saluti

Dott.ssa Giuseppina Cantarelli

Dott.ssa Giuseppina Cantarelli Psicologo a Parma

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4 APR 2016

Caro Daniele,
la durata della terapia dipende molto dal caso specifico. Se Lei non è ancora pronto per interromperla, significa che allora è presto, ma il fatto che ponga la questione qui potrebbe indicare che sente di essere comunque a buon punto con il lavoro su se stesso. Potrebbe parlarne direttamente col terapeuta, è un argomento che spesso si affronta a un certo punto della terapia e può sicuramente offrire spunti interessanti su cui riflettere insieme, ad esempio legati al tema dell'indipendenza.

Buon proseguimento!
Dott.ssa Lovaglio

Dott.ssa Simona Lovaglio Psicologo a Milano

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