Sono anestetizzata

Inviata da nancy taieb · 30 apr 2013 Relazioni sociali

Vuole dire che so esattamente quello che ho (sono cresciuta nel mondo della psicoterapia), ma per non soffrire e non sopportare i rifiuto ho anestetizzato il mio essere da quando ero piccola, ma sono una bravissima psicologa e molto saggia per gli altri, ma non su di me! sono dispatica ma verso me stessa è complicato.
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Nancy

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Miglior risposta 1 MAG 2013

Carissima nancy,
le risponderò in questo modo. Talvolta la conoscenza è sufficiente...proprio come a Ulisse che si difende dal canto delle sirene facendosi legare al palo; altre volte invece non lo è e si finisce per far la fine della rana con lo scorpione (cerchi la favola della rana e lo scorpione). Molto più spesso per sciogliere i nodi della nostra vita c'è bisogno di una relazione all'interno della quale riparare alcuni meccanismi che ci fanno ripetere sempre le stesse dinamiche e gli stessi errori...ed ecco la funzione della terapia...un viaggio dantesco attraverso l'inferno e il purgatorio per riappropriarsi del paradiso.

Buona ricerca.

Dr. Antonio Cisternino

Anonimo-128762 Psicologo a Torino

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6 MAG 2013

Gentile Nancy,
essere psicologi non è sufficiente per "curare" se stessi. Si può effettivamente essere bravissimi con gli altri ma non riuscire a gestire la propria persona. Seguire un percorso personale potrebbe esserle utile per gestire la sua percezione di anestesia e aiutarla a vivere in modo più funzionale.

Sperando di esserle stato d'aiuto, le porgo cordiali saluti

Dott. Domenico Navarra

Dott. Domenico Navarra Psicologo a Bari

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2 MAG 2013

l'analisi profonda alla ricerca di risposte delle problematiche esistenziali che soggettivamente, e dunque ognuno a modo proprio, tormentano, si chiama psicoanalisi (diversa dalla psicoterapia) mai provato?

Dott.ssa Elsa Forner Gatto Psicologo a Paderno Dugnano

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2 MAG 2013

Carissima,
un tema è quello di curare gli altri, un altro è quello di prendersi cura di sè. Anestetizzarsi per fare al meglio il proprio lavoro è troooppo faticoso. Il fatto di avere un vissuto di sofferenza per questa professione può essere un elemento di grande aiuto, una grande risorsa per comprendere pienamente l'altro e aiutarlo in maniera empatica e profonda. Questo accade però se tu per prima te ne occupi. La maggior parte delle scuole di psicoterapia impone l'obbligo di un percorso di terapia personale proprio per questo. Oltre che dare una possibilità agli altri dalla anche a te stessa: come ben sai il percorso di cura difficilmente avviene in solitudine. Prenditi cura di questa parte ferita e rifiutata dentro una relazione significativa e nutriente. Se vuoi mi farebbe molto piacere accoglierla. Il primo incontro è gratuito. Ricevi a Milano e Bergamo, Coraggio! Dott.ssa Rossella Grassi

Dott.ssa Rossella Grassi Studio Amorevol-Mente Psicologo a Romano di Lombardia

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2 MAG 2013

Gentile Nancy
Nella maggior parte delle situazioni ci dimostriamo egregi professionisti ma nelle stesse, quando ci toccano personalmente. risultiamo carenti. Sicuramente lei avrà intrapreso un percorso di psicoterapia ed avrà acquisito consapevolezza delle cause “dell’anestesia” e del perché del suo mantenimento. Come è noto, ogni cambiamento comporta dei rischi e nel suo caso quello maggiore è di provare dolore, da cui sembra fuggire con tutte le sue forze. Le chiedo: è davvero motivata a modificare/attenuare quest’atteggiamento protettivo ? In caso affermativo l’analisi andrebbe svolta sulla resistenza al cambiamento.
Cordialmente
Dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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2 MAG 2013

Gentile signora Nancy,
è uno dei anti modi di dire è che il calzolaio ha spesso le scarpe rotte...
Di là dall'espressione proverbiale per cui ogni specialista, di solito, è più capace con altri che con se stesso, consideri che tra i colleghi può sempre trovare quello di più lunga esperienza clinica in grado di diagnosticare la sintomatologia lamentata sotto la forma "anestetizzante" e risolverla senza problemi così da potersi dedicare agli altri più contenta di se stessa
dr paolo zucconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale

Dr. Paolo G. Zucconi (sessuologia clinica & Psicoterapia) Psicologo a Udine

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1 MAG 2013

Gentile Nansy, uno cardiologo non puo operarsi da solo,come uno neurologo non puo fare l'esame neurologico da solo e cosi uno psicologo non puo aiutarsi da solo. E normale che sia brava per gli altri ma per se stessa di non poter fare nulla per migliorare il proprio stato d'anima. Non si nasce specialista lo si diventa nel corso della vita, invece le sofferenze , purtroppo si subiscono nella infanzia, quindi quando lei è diventata psicologa il suo stato d'anima fu gia cosi, e le facoltà che ha subito studiando psicologia non possono cambiare drasticamente la sua vita presente, soltanto la possono aiutare di vedere sotto un altro aspetto le esigenze e i propri bisogni . Probabilmente lei cerca di protegersi di qualcosa rimanendo indiferente verso gli altri, anestetizzata come dice lei, perchè tante volte i dispiaceri nella infanzia se sono tanti e dolorosi da ricordare ci fanno costruire intorno noi una spece di capsula in cui non puo entrare piu nessuno per farci piu male. Cosi uno dopo l'altro i dispiaceri cominciano di avere meno effetto finche non ci si anestetizza .
Comunque cara collega, lei ha bisogno di parlare per la sua vita e di essere capita da qualcuno non soltanto di auitare gli altri. Non si chiuda Nansy nella capsulla perchè come sà da sola dopo e ancora piu dificile uscirne.

Dott.ssa Stoyanka Georgieva Psicologo a Omegna

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