Sono anaffettivo?

Inviata da Giandonato · 4 apr 2019 Terapia di coppia

Sono un ragazzo di 21 anni. Da un mese più o meno sono entrato in una crisi che mi ha portato a riscoprirmi in modo negativo. Sono un ragazzo calmo e riservato, frequento l'università e sono al secondo anno. Non ho mai avuto una relazione, sebbene ci fosse stata l'occasione. In passato finivo per innamorarmi o di persone che non contraccambiavano o di allontanare chi ci provava con me. Nell'ultimo periodo, dopo quasi 4 anni dall'ultima volta, mi sono innamorato di una ragazza. Per circa tre mesi ho intrattenuto una relazione di amicizia; ero convinto però che lei provasse qualcosa per me mentre io pensavo di non essere interessato. Dopo questi tre mesi ho capito di provare qualcosa per lei e mi sono dichiarato, mentre lei mi ha rivelato senza aspettarmelo, di non essere innamorata ma allo stesso tempo non sapeva se il nostro rapporto si sarebbe potuto evolvere. Dopo questa dichiarazione il mio sentimento per lei è aumentato sempre di più, finché dopo altri quattro mesi di conversazione ho deciso di allontanarmi per un po' per cercare quanto meno di contenere i miei sentimenti e salvare il rapporto di amicizia. Dopo l'allontanamento mi sono concentrato su me stesso per capire cosa non andava in me. All'inizio ho pensato di essere una persona apatica in quanto non provo mai forti emozioni: i sentimenti quali odio, rancore, rabbia sono quasi assenti se non del tutto. Mi sembra di essere indifferente a tutto, perchè ciò che mi circonda non mi provoca emozioni forti. Di fatto non riesco nemmeno a prendere decisioni in quanto non c'è un'emozione che mi sprona e tutte le volte scelgo razionalmente. Dopo questa prima inquadratura, sono arrivato a definirmi anaffettivo. Questa è la cosa che più mi spaventa. Tengo a precisare che la mia adolescenza è stata normale, così come l'ambiente familiare, quindi non ho subìto traumi. Sento di non riuscirmi a legare profondamente ad una persona; spesso mi capita di pensare che non mi manca mai nessuno. Ho pensato di essere anaffettivo perchè dopo essermi allontanato da lei, all'inizio era insopportabile, poi mi è capitato quasi bruscamente di non sentire la sua mancanza. Il tutto mi ha turbato molto. Dopo due settimane l'ho ricontattata e abbiamo iniziato di nuovo a parlare anche se saltuariamente. Ho sentito di non essere più innamorato forse perchè i miei problemi mi stavano turbando molto. Adesso continuo a sentirla e mi attrae ancora. Mi piace il suo carattere e vorrei tanto avere la sua sensibilità. Il punto è che ho sempre voluto avere una relazione sebbene non l'avessi mai avuta. Lei mi piace e vorrei saperla amare, perchè lo merita. Però sento di provare sempre una certa angoscia o senso di colpa ogni volta che una relazione può partire. Ho paura di non potermi legare a lei, di non saper esprimere affetto perchè appunto mi definisco quasi anaffettivo. La mia non è paura di amare, perchè io vorrei tanto saperlo fare. Ma perchè non riesco a legarmi profondamente a nessuno?
Grazie dell'attenzione e scusatemi se mi sono dilungato troppo.

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Miglior risposta 7 APR 2019

Gentile Giandonato,
non credo che lei sia anaffettivo ma piuttosto che sia un pò in confusione su ciò che veramente vuole e che non abbia un adeguato livello di autostima.
Infatti, lei dice di avere paura di non riuscire a legarsi a questa ragazza e/o di non saper esprimere l'affetto perchè, appunto, si ritiene anaffettivo ma in realtà dimentica che è stata la ragazza, dopo che lei si è dichiarato, a dire di non essere innamorata sia pure lasciando aperto uno spiraglio.
E' poi comprensibile che lei, come forma di autodifesa, ad un certo punto abbia deciso di allontanarsi emotivamente concludendo erroneamente di essere anaffettivo salvo a riavvicinarsi adesso.
Essendo trascorsi diversi mesi, il suggerimento è di reinvitare questa ragazza a definirsi e se la risposta è sempre la stessa, lasciar perdere e guardare altrove dal momento che lei giustamente cerca una relazione sentimentale e non amicale..
A parte ciò, se lei intraprende un percorso di psicoterapia per conoscersi meglio e imparare a padroneggiare le sue emozioni fa una buona cosa.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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7 APR 2019

Gentile Giandonato,
Ho qualche dubbio sulla sua definizione di anaffettvo, lei prova sentimenti verso questa ragazza. Dopo il rifiuto ha avuto reazioni emotive, purtroppo non è corrisposto.
Occorre comprendere che questa persona è presente con lei solo in termini di amicizia e rivolgere le proprie attenzioni verso altre relazioni.
Probabilmente mette in atto difese e corazze per sopravvivere alla sofferenza del rifiuto, passando da diversi stati d'animo. Per affrontare l'angoscia e i sensi di colpa nella relazione potrebbe pensare di effettuare un percorso di counseling al fine appunto di migliorare la capacità di entrare in relazione con gli altri.
Resto a disposizione
Cordialmente
Dr.ssa Donatella Costa

Studio Psicologia e Benessere Psicologo a Rezzato

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5 APR 2019

Gentile Giandonato,
dal suo scritto non sembra emergere un'immagine di lei come una persona anaffettiva, ma piuttosto una persona che tende a difendersi dagli aspetti emotivi forse perché spaventata da un coinvolgimento che teme troppo forte.
Il suo desiderio di dare e ricevere amore è una spinta molto positiva verso gli altri e verso la cura di sé, che testimonia la sua buona capacità di immaginarsi in una relazione affettiva profonda.
Un percorso psicologico potrà aiutarla a conoscersi meglio e con la guida di un professionista imparerà ad ascoltarsi e a prendere contatto con le sue emozioni.
Se lo desidera rimango a sua disposizione.
Un cordiale saluto,
drs Lucia Mantovani, Milano

Dott.ssa Lucia Mantovani Psicologo a Milano

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5 APR 2019

Gentile Giandonato,
E' davvero notevole la descrizione e l'analisi che lei ha fatto su se stesso; la invito ad ogni modo a mettere al momento da parte la conclusione di 'essere anaffettivo' e guardare ai suoi vissuti da altri punti di vista, che possano essere per lei più utili e più confortanti. Questa anaffettività suona un po' come una condanna!
Lei si descrive come una persona che desidera intensamente una relazione; inoltre, poco tempo fa si è innamorato, dunque lei è capace di attingere al suo bagaglio emotivo. Sembra invece che lei tenda a difendersi dalle emozioni, come se, per qualche motivo di cui ora non è consapevole, le temesse. Dice inoltre di non provare mai emozioni come rabbia, odio e rancore. Vede, non so se sia il suo caso, ma alle volte nella nostra infanzia apprendiamo regole, o prendiamo decisioni, di cui poi non siamo consapevoli da adulti, e non necessariamente perché abbiamo avuto traumi importanti. Può accadere, per fare un esempio, che in una famiglia una determinata emozione sia vista come negativa e susciti reazioni sgradevoli: allora quel bambino potrebbe decidere di non dimostrare, se non addirittura di non entrare in contatto, con quella emozione.
Lei afferma anche di far fatica a scegliere, non sentendo una spinta emotiva che le dia la motivazione a farlo: comprensibile, visto che sono proprio le emozioni le 'direttrici' della nostre azioni, come ha acutamente osservato.
Le consiglio di consultare uno psicoterapeuta, che la aiuti a riscoprire la sua vita emotiva, di cui lei esprime così chiaramente, e saggiamente, il desiderio; comprendendo il motivo per cui fa così fatica ad entrare in contatto con le sue emozioni, potrà fare nuove scelte al riguardo, riscoprendo in sicurezza la sua capacità di attingervi, ed aprendosi così anche a nuove relazioni.
Cari auguri, e mi scriva pure per domande o chiarimenti.
Dott.ssa Valentina Cozzutto

Dottoressa Valentina Cozzutto Psicologo a Monza

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