Senso di sopraffazione e di impotenza

Inviata da Sara · 21 dic 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, sono in preda all’esasperazione e all’impotenza. Mia madre non è mai stata una persona semplice da gestire. Non gliene faccio una colpa, ha subito due grossi traumi durante l’infanzia, dovuti a un padre violento e a uno zio che tentò di abusarla. Ha avuto una lunga dipendenza da farmaci e da alcol, durati per tutta la mia infanzia e la mia adolescenza. È ortoressica. Lei ha sempre avuto un enorme bisogno di attenzioni e, al contempo, è sempre stata molto critica nei confronti del prossimo, soprattutto verso noi di famiglia. Finché c’era mio padre, era una situazione più sopportabile. Per quanto lei sia davvero pesante, ci dividevamo il “compito” e riuscivamo ad avere anche spazio personale. Non parlo di chissà cosa, ma anche cose banali come poter lavorare senza essere subissati di messaggi e chiamate. Mio padre non c’è più, lei ne ha sofferto e ne soffre in maniera indicibile. Sia perché è morto in maniera piuttosto traumatica, che perché abbiamo passato due mesi ogni giorno in una terapia intensiva, vedendolo più morto che vivo. In quel periodo io avevo da pensare a lui, a mia madre e alla mia bambina. Mi sono imposta ottimismo, presenza per tutti e di cercare di alleggerire quel momento quanto più possibile per tutti. Quando mio padre è morto, mia figlia ed io siamo tornate a vivere con mia madre, sia perché non è del tutto autosufficiente, che perché era imbottita di farmaci e ciondolava letteralmente, rischiando incidenti domestici potenzialmente molto gravi. Pensavamo a un periodo, invece non si è più ripresa. Io non campo più. Da 5 anni neanche ho il tempo di alzarmi dal letto al mattino che già mi sta chiedendo tutto ciò che ha bisogno che faccia per lei. Vado a fare spesa e mi telefona almeno tre volte mentre sono fuori. “Già che ci sei”… mentre lavoro, scrive, chiama, mi manda e-mail. Non per urgenze, per qualunque cosa. E dire che viviamo insieme. Se passo una serata sul divano con mia figlia, mia madre dice che la trascuro. In casa non fa praticamente più nulla, non solo le cose pesanti che davvero non può più fare, ma soprattutto tutte quelle che aveva delegato a mio padre, perché le faceva lui e lei non se la sente. Quindi niente lavastoviglie, non butta l’immondizia, non prepara la moka, eccetera. Io ho giorni in cui lavoro in trasferta e torno alle dieci di sera. Mi trovo i suoi piatti della cena ancora da lavare e altre cose, perché vuole che le faccia io, anche se ero uscita di casa alle 5 del mattino. Quando lavoro qua, mi chiede di saltare la pausa pranzo per fare delle commissioni. Il Natale con lei è un incubo. Cerco di dare attenzioni soprattutto alla bambina, perché il Natale è Natale soprattutto per loro, e mia madre mette il muso se la bambina ha un pacchetto in più. A tavola sempre il muso lungo. Io con mia madre parlo, cerco di coinvolgerla, propongo attività da fare tutte insieme, fosse un banale giro domenicale, o una cena diversa dal solito. Lei dice di no, ma se poi esco lo stesso con mia figlia dice che la trascuriamo. Non posso lasciarla sola, ma neanche posso annullarmi completamente. Mia figlia ha bisogno di me, mia madre anche, il lavoro mi impegna molto, anche se le trasferte per fortuna sono rare. Spesso sono sopraffatta dalla stanchezza fisica e anche dal bisogno di un po’ di tempo tutto mio, fosse anche solo leggere più di tre pagine di un libro prima che mia madre mi chiami perché ha bisogno di me. Lei non fa più niente. Aveva la passione per la cucina, ora solo cibo precotto. Se lavoro io trasferta la sera prima lascio a mia madre e mia figlia il cibo pronto per il giorno successivo, per farle mangiare in modo sano. Non frequenta più nessuna delle sue amicizie, anche perché si è fissata che può prendere impegni solo al mattino e dalle 11 in poi deve essere in casa. Al contempo, se mia figlia è dal padre e voglio vedere un’amica, mia madre o piange perché dice che si sente sola, oppure mette il muso e non mi rivolge parola. Cerco di evitare di sentirmi in colpa, ma il ricatto morale è continuo. Quest’anno anche le vacanze sono state terribili. Lei continuava a volere essere a casa alle 11. In pomeriggio io tornavo in spiaggia con la bambina e lei metteva il muso. Non siamo mai andate a mangiare una pizza, per dire, perché guai a uscire la sera. Non ha fatto neanche il gesto di chiedermi se volessi parte dei soldi dell’affitto o della spesa, anche se la sua pensione è esattamente il doppio del mio stipendio, mentre a casa dividiamo tutte le spese, se le ha fatte lei. Non che ne faccia una questione economica, ci mancherebbe, e le avrei detto di no. Ma mi avrebbe fatto piacere che chiedesse. Lei dai soldi è ossessionata. Ha sempre paura che non le bastino. Non è ricca, ma ha una pensione più che dignitosa. Se compra qualcosa a mia figlia, me lo rinfaccia per mesi. Fosse anche il regalo di compleanno. Nasconde il cibo! Lei campa di frutta e verdure surgelate, non mangia praticamente altro. Più una volta al giorno qualcosa di dolce. Quelli li nasconde per non dividerlI con noi. A me dispiace tanto per mia figlia. Farla crescere serena con una nonna così mi richiede uno sforzo immane. A volte tenere un equilibrio è davvero complicato. Per ora riesco e alla mia bimba riesco ad “ammortizzare” il carattere di mia madre. Io vorrei che lei andasse in terapia, ma lei dice che ci va. In realtà va una volta all’anno alla ASL, con la psichiatra che le aggiusta la cura farmacologica e le consiglia sempre di andare da qualcuno che possa davvero seguirla. Mia madre dice che le è sufficiente e che sono io cattiva, perché la spingo a vivere (vedere le amiche, le ho proposto il volontariato in una biblioteca, frequentare qualcuno che non siamo io e mia figlia, eccetera), mentre lei senza mio padre non ha più voglia di niente.
Chiedo scusa per la lunghezza, ma non avrei saputo come riassumere.

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