Buonasera.
Sono una ragazza di 34 anni. Scrivo per avere un consiglio su come superare il dolore morale che mi provocano le differenze evidenti che mia madre fa tra me e mio fratello. Dico evidenti perché non credo di essere matta nonostante lei neghi sempre la cosa fermamente e anche arrabbiandosi molto. Cosa che mi fa capire che ovviamente lo sa anche lei. Ma non ce la faccio più. Lavoro con mia madre. Per un po' lo ha fatto anche lui. A modo suo. Nel senso che un giorno c'era e due giorni no. Faceva e ha sempre fatto un po' come gli pareva. La risposta di mia madre oltre a giustificare ogni suo comportamento (anche il fatto di rispondere male perché in quel caso stava smettendo di fumare ed io dovevo avere pazienza) è stata 'a te non deve interessare'. Lui è più piccolo di me. Questa cosa mi logora e mi fa molto male. Come posso andare oltre? Lasciare stare?
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20 MAG 2024
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Buongiorno Alis,
é comprensibile che il comportamento di tua madre, che sembra preferire tuo fratello e giustificare le sue azioni, possa causarti dolore e frustrazione. Le dinamiche familiari complesse possono essere particolarmente difficili da gestire, soprattutto quando coinvolgono favoritismi percepiti.
Prima di tutto, è importante riconoscere e validare i tuoi sentimenti. Il dolore che provi è reale e merita di essere affrontato. Non sei "matta" per percepire queste differenze; il tuo vissuto e le tue esperienze sono validi.
Per quanto riguarda la tua domanda su come superare questo dolore e andare oltre, ci sono diverse strategie che puoi considerare. In primo luogo, potrebbe essere utile cercare un dialogo aperto e onesto con tua madre, se possibile. Trova un momento tranquillo per parlare dei tuoi sentimenti senza accusarla, ma esprimendo come ti senti. Usa frasi come "mi sento" piuttosto che "tu fai", per ridurre la possibilità che si senta attaccata e si metta sulla difensiva.
Se parlare direttamente con tua madre non sembra portare a risultati o è troppo difficile, lavorare su te stessa e sul modo in cui reagisci a queste dinamiche può essere altrettanto importante. La terapia individuale può offrirti uno spazio sicuro per esplorare i tuoi sentimenti e sviluppare strategie di coping. Un terapeuta può aiutarti a elaborare il dolore e a costruire la resilienza emotiva necessaria per gestire la situazione.
Inoltre, potresti voler considerare l'idea di stabilire confini più chiari, sia emotivi che pratici, con tua madre e tuo fratello. Questo può includere limitare le discussioni su argomenti che ti fanno male o trovare modi per distanziarti emotivamente dalle situazioni che provocano stress.
Infine, cerca di costruire un sistema di supporto al di fuori della tua famiglia. Amici, colleghi e altre figure di supporto possono offrirti una prospettiva diversa e un sostegno emotivo prezioso. Avere persone su cui puoi contare può aiutarti a sentirti meno isolata e a vedere le cose in modo più equilibrato.
Resto a tua disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
20 MAG 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Alis,
purtroppo i genitori fanno delle scelte che spesso per noi non sono condivisibili. Questo spostamento verso suo fratello sicuramente per lei non è facile da gestire. L'ideale sarebbe poter intraprendere un percorso con sua mamma, ma non so se sarebbe disponibile considerando quello che lei ha scritto. A lei però sarebbe utile un confronto con uno psicoterapeuta che la può aiutare ad analizzare il rapporto con sua madre e trovare le giuste strategie per rapportarsi con lei in modo che non la ferisca troppo. Se lo ritiene utile sono disponibile per un consulto, anche online.
20 MAG 2024
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Cara, purtroppo i genitori fanno il loro mestiere nel meglio delle loro capacità. I confronti duri con suo fratello sicuramente la feriscono ma la identificano davvero con quella che lei è? Sono a disposizione. Un abbraccio
20 MAG 2024
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buonasera Alis
da come descrive il tipo di rapporto che intercorre tra lei e sua madre e come invece viene trattato suo fratello, si evidenzia una modalità educativa di tipo patriarcale, che porta a iperproteggere il figlio maschio ed a adultizzare la figlia femmina. E' una modalità che scatta inconsapevolmente in molte donne quando diventano genitrici. Si rassicuri, lei non é assolutamente "matta" ma constata semplicemente, una realtà in atto ma negata. E' necessario che lei trovi uno spazio mentale e fisico dalla vicinanza con sua madre, dove poter esprimere tutta la sua amarezza e il logorio che le porta questa convivenza. La cosa migliore sarebbe che sua madre accettasse di fare un percorso psicologico insieme, ma non penso che accetterebbe, poichè già dichiara che non é vero ciò che lei constata ed osserva, per cui, come giovane donna, inizi un progressivo allontanamento emotivo da sua madre facendosi aiutare da un/a professionista della salute mentale, cosicchè possa dare voce alle sue esigenze, emozioni, aspettative e ambizioni e trovare il modo di costruirsi una sua vita , per esempio riuscire a trovare un modo per uscire dalla convivenza familiare, e riconoscere i limiti della sua genitrice. Si tenga un diario ove annotare tutto ciò che le passa in mente in merito alla sua relazione quotidiana e a ciò che vede come disparità (evidente) di trattamento. Poi, se può, si faccia affiancare da un/a professionista con cui progettare un percorso che la aiuti a non patire più questa differenza di trattamento, o meglio, a trovare un indipendenza affettiva familiare da sua madre che é anche la sua datrice di lavoro. Comprendo benissimo il suo più che giustificato malessere e per questo la invito a farsi aiutare il prima possibile, anche se dovrebbe essere sua madre a farlo, ma tant'é, non si può obligarla.
Se lo ritiene utile per qualsiasi bisogno di chiarimenti, può contattarmi, opero anche online.
Cordialmente
dott. Giancarlo Mellano