Relazione col padre

Inviata da Elena · 7 ago 2023 Terapia familiare

Buongiorno,
Mi trovo in un momento di blocco totale nella mia vita. Senza programmazione, senza voglia di uscire. Mi sento annullata, questo il termine esatto.
I miei genitori hanno sempre avuto grossi problemi di salute e mi hanno iperresponsabilizzato fin dall'adolescenza
A marzo 2022 ho perso mia madre dopo 18 anni di Parkinson e precedente tumore da cui è guarita.
A luglio 2022 mio padre si è ammalato di mieloma K.
I primi tempi l'ho gestito da sola rinunciando a parecchie cose perché mi sembrava giusto fare così. In un secondo momento ho iniziato ad accusare una grande stanchezza perché la cadenza delle terapie è sostenuta e devo fare parecchie assenze al lavoro. A maggio non sapevo più se facevo l'impiegata o l'assistente sociale. Proprio li è arrivata la sferzata di mio padre che secondo lui non faccio abbastanza. Solo perché ho omesso di fare una telefonata medica. Da lì sono andata in tilt totale. Sono usciti tutti i rigidi principi patriarcali di mio padre secondo cui io devo farcela sempre perché sono la figlia femmina senza prole. E tutto è dovuto. Mentre il figlio maschio con prole non può essere interpellato nemmeno per una telefonata. Perché lavora! Mentre io (donna sola) anche se perdo il lavoro fa lo stesso. Qualora mettessi in moto le associazioni di volontariato, lui minaccia di smettere le terapie. Mi ritrovo in un momento in cui ho ceduto tutto e non ho più difese. Anche le assenze lavorative così assidue han fatto si che fossi messa nell'angolo. E questo modo di fare mi fa odiare mio fratello. Sarebbe stato giusto avere una suddivisione equa dei compiti, affinché fossi tutelata pure io. O che ci fosse stata più unità famigliare. Amicizie? Io stessa faccio fatica a coltivarle in questo momento.
Comunque a volte si pensa che le persone siano fragili perché sono malate, ma non è così. Spesso sono solo egoiste. Ho avuto la prova che è più importante per mio padre mantenere le sue posizioni che vedere una figlia annullarsi a causa delle stesse. Lui pensa che io stia male non a causa sua, ma per cause esterne o perché sono 'matta' di mio (come si sosteneva una volta). Non si rende conto della relazione causa - effetto.
Adesso che ho ceduto così tanto, da dove riparto con la mia vita? Perché adesso sono cavoli amari per me. Lui con queste idee ormai finirà nella tomba e non capirà mai.

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Miglior risposta 8 AGO 2023

Ciao Elena,
dedicarsi alla cura della propria famiglia, accudire e seguire in ogni passo della malattia i propri genitori può essere devastante se non si ha un appoggio materiale e psicologico. Le doverizzazioni la fanno da padrone in contesti in cui poco spazio è dato alle "eque" suddivisioni di compiti tra figli e i mancati riconoscimenti scatenano una serie di vissuti che vanno dal non sentirsi apprezzati, alla delusione, alla rabbia, ai sensi di colpa perché "posso fare di più" al "mi sento stanca e annullata". Può succedere che la malattia diventi strumento di manipolazione e lo status stesso di malato irrigidisca le posizioni e le richieste. Se è vero che tuo padre ha bisogno di aiuto è altrettanto vero che anche tu ne hai bisogno. Aiutare non è mai un compito semplice e diventa ancor più difficile se a monte, nonostante l'amore che tu possa provare per tuo padre, ci sono conflitti relazionali non risolti che mettono in campo dinamiche complesse non sempre gestibili o accantonabili. Credo che tu debba farti aiutare nonostante le minacce di interruzione di terapia e che dabba farti sostenere anche e soprattutto psicologicamente, perchè se vuoi aiutare devi trovare il coraggio di aiutarti, solo così potrai cominciare a ripartire da te.

Stella Corvino Psicologo a Foggia

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9 AGO 2023

Salve Elena,
Non è tutto perduto finché c’è la vita e la vita dura e continua e non si arresta donando anche molti preziosi doni. Le cose che ha patito sono lì nel passato e la vita non coincide con la memoria. La vita scorre adesso ed è degna di essere vissuta da lei, che finora si è presa cura dei suoi familiari.
Ciò che dice suo padre è per un verso giustificato dalla sua sofferenza, per un altro però non è accettabile, così come non è ricevibile alcun ricatto circa il fare come detta o altrimenti si lascerà morire. Anzi io direi che a maggior ragione è necessario far intervenire un terzo istituzionale (vedi associazioni) che la aiutino in questo momento di difficoltà.
In secondo luogo, considererei che suo fratello debba prendersi alcune responsabilità circa lo stato di suo padre, poiché è anche suo padre ed egli è anche suo figlio. Quindi è consigliabile comunicare a suo fratello la necessità di suo padre di essere aiutato anche da lui.
Coraggio, così facendo potrà ritagliarsi degli spazi personali e godere finalmente della sua preziosa vita.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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9 AGO 2023

Gentile Elena,

La ringrazio per aver condiviso la sua situazione, che è chiaramente molto dolorosa e complessa. Posso percepire il peso delle responsabilità e la sensazione di essere intrappolata in una dinamica familiare che la sta consumando.

In un momento come questo, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista che possa aiutarla a navigare in questi sentimenti complessi. Un terapeuta o un consulente potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare i suoi bisogni e desideri e aiutarla a trovare una via d'uscita da questo blocco.

Inoltre, potrebbe valutare l'opzione di cercare aiuto esterno per assistere suo padre, anche se so che questo è un punto delicato. A volte, un medico o un assistente sociale potrebbe mediare la situazione e trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti.

So che queste parole possono sembrare semplici rispetto alla complessità della sua situazione, ma spero che possano offrirle almeno una piccola guida o conforto. Le auguro tutto il meglio e sono qui se ha bisogno di ulteriore assistenza.

Cordialmente,
Piccioni Matteo

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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8 AGO 2023

Buonasera Elena,
La tua domanda finale, ovvero " da dove riparto con la mia vita?" non può ottenere una risposta adeguata fino a quando non sai di chi è la vita che stai vivendo, se tua o di tuo padre. Se non uscirai da questo labirinto la tua mente sarà sempre in confusione e la domanda sarà sempre la stessa " faccio ciò che ritengo giusto io o ciò che ritiene giusto mio padre?"
So che è difficile uscirne ecco perché è importante l' aiuto di un professionista che, gradualmente, arrivi a farti sentire/percepire la scelta giusta per te.
Resto a disposizione

Dott.ssa Alessia Pompamea Psicologo a Bologna

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8 AGO 2023

Buon pomeriggio Cara
Mi spiace molto della situazione in cui ti trovi.
Per il lutto della tua mamma.
E per la situazione di tuo padre.
Innanzitutto parlerei con il fratello per farsi aiutare per il proprio padre.
Secondariamente farei dei colloqui con uno psicoterapeuta, per superare tutte le varie problematiche.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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8 AGO 2023

Buongiorno elena,
quanto dolore nel suo messaggio e quanto senso di vuoto.
Da chi riparte?da se stessa
Ti consiglio di intraprendere un percorso psicologico, con il fine di stare meglio, ed elaborare ciò che è accaduto
Resto a disposizione
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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8 AGO 2023

Buongiorno
Le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta, per superare le sue problematiche.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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8 AGO 2023

Buongiorno
Le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta
Per superare le sue problematiche individuali.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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