Penso di non riuscire piu a gestire questa situazione

Inviata da Andrea fontana · 25 gen 2024 Disturbi Alimentari

La voglio fare breve. Ho 30 anni. Sono una ragazza che ha sviluppato Dca anoressia nervosa, depressione e disturbi d ansia. Terapia due anni ma senza risultati in quanto non eseguivo ciò che veniva consigliato in terapia. Sapevo la situazione e talmente recidiva che procrastinavo la cosa.
Sono anni che ho una maschera per più situazioni, interpreto ciò che è adatto a quella persona..con i miei familiari, mio marito... nascondo tutto ma quando sono sola perdo me stessa, il controllo.
Vivo controllando ogni cosa seppur è impossibile. Mi ostino da tempo a mantenere sia il cavolo che la capra...stressante ed estenuante in quanto completamente sola ad affrontare ciò.
La malattia che mi comanda è che non riesco più a tenere nascosta ma trovo la forza di reprimere ogni momento perché non capirebbero. Mio marito non vuole problemi e cerco di essere perfetta, ho una madre depressa infantile che mi ha condizionata e con gli anni ho costruito questa maschera che è così pesante da non trovare più via d uscita e non nascondo che trovo confortante sapere che potrei andarmene in un batter d occhio se solo perdo del tutto il controllo il che ultimamente succede spesso. Ma c'è sempre un qualcosa che mi frena anche se è come se quell idea fosse lì con me sempre come una compagna che ti può dare soluzione. Ho una stanchezza tale che non reggo più. E pur di non dare problemi mi ostino a mentire a tutti. Perché se dessi modo di vedere come realmente sto...si spaventerebbero e non lo sopporterei soprattutto i paragoni con chi sta peggio di me. Ma la mia testa mi sta logorando perché non ho realmente nessuno con cui essere me stessa in quella maniera devastante. Sono di una fragilità mostruosa e basta un niente per andare in panico. E come se mi sentissi in colpa ad essere così per cui ce l ho così tanto con me da odiarmi così tanto.

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Miglior risposta 27 GEN 2024

Gentile Andrea, si sente tutta l'angoscia e la fatica per una situazione che la logora sempre di più. È devastante non potersi permettere la fragilità con i propri cari e sentirsi di dover essere forte. Si dia il permesso di intraprendere un percorso di terapia e di essere riconosciuta in uno spazio tutto suo dove poter essere se stessa, esprimere tutta la sua fragilità, anche nella fatica nell'intraprendere un percorso. La possibilità, in primis, di ritrovare la speranza. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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17 FEB 2024

Carissima Andrea,

La prima cosa da fare è confessare al tuo terapeuta o alla tua terapeuta di non essere in grado di svolgere i compiti che ti vengono assegnati. Puoi così trovare la forza per fare le cose come si deve. Non stancarti e insisti nel percorrere la strada della psicoterapia. Potrebbe anche esserti utile un supporto farmacologico somministrato da un medico qualificato. Non lasciarti andare alla disperazione a volte la soluzione è più vicina di quanto sembra. Cerca di lavorare in psicoterapia sulla tendenza ad utilizzare le maschere delle quali dici e non avere paura di mostrarle a chi sta aiutandoti a gestirle.
Un caro saluto e se hai bisogno di confrontarti di nuovo, mettiti pure in contatto.
DOtt.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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16 FEB 2024

Gentile Andrea,
ho letto con attenzione il suo racconto e mi è arrivata molta angoscia e soprattutto stanchezza.
È normale sentirsi così quando si cerca in tutti i modi di apparire al meglio agli occhi di chi ci sta intorno.
E più si ricerca la perfezione ed il controllo, più, paradossalmente, lo si perde; come lei ha detto "vive controllando ogni cosa seppur impossibile" e questo non le permette di vivere la vita come lei vorrebbe, una vita serena e libera.

Si dia la possibilità di iniziare un percorso che le permetta di riuscirci,
anche in tempi non necessariamente lunghi.

Resto, ovviamente, a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Brandini

Dott.ssa Silvia Brandini Psicologo a Roma

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8 FEB 2024

Buongiorno Andrea,
Il tentativo di mantenere il controllo è controproducente. Difatti, cercare di mantenere il controllo, produce il suo esatto contrario, ossia perderlo (come d'altronde riferito da lei stessa). Vorrei riflettesse sul fatto che se ha trovato la forza di scrivere qui, evidentemente in lei potrebbe esserci il coraggio di voler cambiare, con l'aiuto di un professionista. Comprendo la sua stanchezza che non solo è data dal disagio che vive in generale, ma anche dalla fatica dovuta al fatto di mantenere tutto nascosto, sforzandosi di essere perfetta agli occhi degli altri. Ogni problema, di qualsiasi genere, ha il suo tipo di gravità, che non è paragonabile a quello degli altri, in quanto tutto si basa sulla propria percezione.
Sappia, inoltre, che nonostante lei viva un disagio da molto tempo, questo non implica necessariamente una altrettanto prolungata terapia.

Resto a sua disposizione per qualsiasi dubbio e/o chiarimento,
Dott.ssa Gloria Casella

Gloria Casella Psicologo a Patti

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8 FEB 2024

Gentile Andrea,

aver condiviso un momento così delicato della sua vita è un punto di partenza fondamentale, perché permette di essere consapevoli che qualcosa non va come dovrebbe.
Riguardo alla terapia che ha seguito precedentemente, posso dirle che i percorsi sono diversi, così come diverse sono le risposte e i risultati che ne derivano.
Un approccio psicoanalitico potrebbe risultare utile, per comprendere che la fonte del suo benessere parte da lei e le sue fragilità possono essere, in realtà, fruttuose.

Un caro saluto,
dott. Giancarlo Gramaglia

Gramaglia Dr. Giancarlo Psicologo a Torino

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6 FEB 2024

Ciao Andrea,
Innanzitutto ti dico che non sei sola e che ci sono persone che possono aiutarti a uscire da questo momento critico. Non devi sentirti in colpa o in imbarazzo per quello che senti, perché non sei colpevole di ciò che ti è successo. Hai solo cercato di resistere e di adattarti a una realtà che ti ha ferita e ti ha fatto sentire inadeguata.
I problemi che hai con l’alimentazione, la depressione e l’ansia rappresentano il sintomo di qualcosa di più profondo che va esplorato e compreso. Posso intuire che sono collegati alle tue relazioni passate e presenti, alle tue aspettative e ai tuoi bisogni, alle tue emozioni e ai tuoi pensieri. Forse sono legati ai tuoi rapporti con le figure di attaccamento nei primi anni di vita, che ti hanno influenzato nella costruzione della tua identità e della tua autostima.
Per questo, ti consiglio di iniziare un percorso psicologico con uno specialista che possa ascoltarti, sostenerti e guidarti nella scoperta di te stessa e delle tue dinamiche più profonde. Un professionista che possa offrirti uno spazio sicuro e confidenziale, dove poter essere te stessa senza maschere e senza giudizi. Uno psicologo che possa aiutarti a riconoscere e a esprimere le tue emozioni, a cambiare i tuoi schemi mentali negativi, a rafforzare la tua autostima e la tua fiducia in te stessa e negli altri.
Ti consiglio inoltre, di cercare un supporto medico o nutrizionale, che possa occuparsi del tuo aspetto fisico e della tua salute. Questo ti permetterà di lasciare lo spazio allo psicologo per concentrarsi al 100% sulle tue dinamiche psicologiche, senza dover intervenire su questioni pratiche o biologiche. In questo modo, potrai avere una cura integrata e personalizzata, che tenga conto di tutte le tue esigenze.
So che può sembrarti difficile o impossibile iniziare questo percorso, ma ti assicuro che ne vale la pena. Non devi rinunciare alla tua vita, alla tua felicità, ai tuoi sogni. Hai il diritto di stare bene, ad amarti ed essere amata. Hai il potenziale per cambiare, crescere e spezzare questa situazione che ti al momento ti schiaccia. Hai la forza per affrontare le tue sfide e per superare le tue paure.
Sono sicura che nel rapporto di terapia potrai comprendere le cause del tuo malessere ma soprattutto esplorare e valorizzare le tue risorse interne per raggiungere un ottimale equilibrio psicologico, che necessariamente passa attraverso dei validi rapporti affettivi.
Un abbraccio

Dott.ssa Eleonora Ottaviani Psicologo a Acilia

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5 FEB 2024

Cara Andrea, questa battaglia con il suo corpo è una battaglia distruttiva, che rischia di lasciarla sconfitta. Contro chi o cosa sta lottando usando se stessa? Perchè è necessaria questa battaglia attraverso il suo corpo?
Il suo dolore mi arriva forte e d'impatto, non può lottare da sola in questa battaglia, ha bisogno di mani sicure che possano guidarla nel campo pieno di ostacoli. Sento tutta la sua forza impegnata nel cercare di andare avanti. E' la stessa che la porterà a trovare nuove energie con il giusto supporto.

Un caro saluto
Dott.ssa Ana Camila Annarelli

Dott.ssa Ana Camila Annarelli Psicologo a Roma

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5 FEB 2024

Andrea, mi arriva tutto il suo dolore e la sua solitudine.
Mi colpisce e commuove il coraggio con la quale ha scritto questo post e sento il desiderio di reggere assieme a lei questa stanchezza.
Sento la curiosità di scoprire la bellezza di cui è inconsapevolmente portatrice.
Spero riesca a darsi una nuova occasione che le permetta di sperimentare, nella difficoltà, l'accoglienza e la presenza dell'altro.

Con fiducia.
Dr.ssa Francesca Gonella

Dr.ssa Francesca Gonella Psicologo a Vicenza

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4 FEB 2024

Gentile amica, ho capito che soffre molto ma non sono riuscita a capire la dinamica che la muove. Cerchi un terapeuta col quale mostrarsi così com'è e che la aiuti a ridimensionare le sue sofferenze.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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4 FEB 2024

Cara Andrea,
il titolo che hai dato alla tua domanda "penso di non riuscire più a gestire questa situazione", mi fa dire: "menomale!". Inizia adesso ad affidarti a uno psicoterapeuta che può aiutarti a non dover più sentirti sola con tutto il peso che porti dentro. In terapia potrai sperimentare un nuovo modo di stare in relazione, e se costruirete una buona alleanza, sarà una relazione riparativa che potrà aiutarti ad essere autentica anche fuori dalla stanza.
Ti consiglio una psicoterapia sistemico relazionale. Io ricevo anche on line.
Un caro saluto,
dott.ssa Valentina Borsari

Dott.ssa Valentina Borsari Psicologo a Mantova

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3 FEB 2024

Cara Andrea,

la tua è una situazione insostenibile. Dovresti cercare di entrare in psicoterapia facendo notare la tua tendenza a raccontare bugie anche al tuo terapeuta. Vedrai che non sarai giudicata ma semmai sostenuta nella tua ricerca di una strada verso la guarigione.
Ti consiglierei di prendere contatto con un/una psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico. IN questo caso non dovresti cercarla di "farla breve" ma anzi dovrai accettare l'impegno di una relazione terapeutica a lungo termine.
Abbi coraggio, si può guarire, la relazione terapeutica ti salverà.
Colgo l'occasione per farti i miei migliori auguri per la tua salute.
Se lo ritieni possiamo mantenere un contatto.
Dott.Gabriele Lenti
Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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1 FEB 2024

Gentilissima Andrea, grazie per la condivisione innanzitutto! capisco la situazione che descrivi, e comprendo quanto sia difficile e faticosa da gestire, non solo per te stessa ma anche a livello relazionale. Credo che intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarti ad esplorare e comprendere a fondo quello che sta accadendo, nonchè delle strategie per affrontare tutto quello che ti circonda.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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31 GEN 2024

Buonasera Andrea,
mi dispiace sentire che si odia così tanto da non permettersi una seconda possibilità di psicoterapia. Mi sembra che sia molto consapevole delle sue difficoltà e che le abbia inquadrate chiaramente a livello intellettuale; penso che si potrebbe fare un buon lavoro di psicoterapia con lei sviluppando un contatto emotivo legato alle esperienze che racconta attraverso lo sviluppo di una relazione terapeutica soprattutto umana. Le auguro di trovare qualcuno che stia con lei per come lei è che le possa offrire l'aiuto che cerca per reggere quella stanchezza che lei stessa sostiene di non reggere più da sola.
Un caro saluto,
Carlotta Dapino

Dott.ssa Carlotta Dapino Psicologo a Genova

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30 GEN 2024

Gentilissima, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso da un lato alla sua sintomatologia e dall'altro al sentire di non potersi raccontare con nessuno. L'impossibilità di avere una narrazione di se stessa aperta con chi le sta intorno può essere motivo di malessere aggiuntivo, che farebbe da contorno a una situazione in cui è già presente una importante sofferenza.
Le suggerirei, nonostante l'esperienza di due anni che parrebbe non averle lasciato un buon ricordo, di valutare un percorso psicoterapico possibilmente di orientamento sistemico, che è stato dimostrato essere molto utile in casi come il suo, al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace nella sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Dott.ssa Elena Sinistrero Psicologo a Torino

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29 GEN 2024

Buongiorno,
Innanzitutto, mostro tutta la mia comprensione per la difficile situazione che sta affrontando, peraltro completamente sola.
Gli aspetti di controllo che manifesta nella sua quotidianità sono in gran parte dettata dalla patologia dca. Gli aspetti disforici sono, presumibilmente, concomitanti e conseguenti al senso d'impotenza che si porta dietro da anni rispetto alla gestione della psicopatologia.
Consideri come la paura di mostrare agli altri la propria sofferenza fa parte di un aspetto di controllo, ma anche di una modalità appresa dall'infanzia, tale per cui si impara che "è meglio non chiedere aiuto". Le modalità apprese nel passato sono le più difficili da smontare, sebbene nel suo caso è evidente quanto sia necessario.
Un percorso di psicoterapia le potrebbe essere di aiuto, nell'ottica di chiedere aiuto e mostrarsi nella posizione sofferente con una persona esterna al contesto familiare, in cui dunque sentirsi autorizzati anche a "perdere il controllo", in questo senso.
Ho inoltre l'impressione che lei sia una persona con grosse capacità di mentalizzazione e riflessività personale, elementi favorevoli ad un buon percorso terapeutico.
Consideri anche come è del tutto normale che il suo precedente percorso sia risultato di poca efficacia, molti sono i fattori che determinano il buon esito della psicoterapia, a partire dalla scelta del terapeuta e dal tipo di alleanza che si viene a creare.
Le consiglio dunque di ritentare, scegliendo il terapeuta che le ispira maggiore fiducia. Inoltre, le consiglio di valutare la possibilità di inserimento anche di un aiuto farmacologico, solitamente necessario laddove sono già presenti, in quadro di depressione, pensieri suicidari.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Dott.ssa Elisa Folliero

Dott.ssa Elisa Folliero Psicologo a Spino d'Adda

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29 GEN 2024

Gentilissima Andrea, grazie per avere condiviso il grosso disagio che l'accompagna da molto tempo. Dalle poche righe scritte si sente tutta la sua angoscia, paura e la fatica per una situazione che non riesce più a gestire.
E' veramente pesante dovere indossare tutti i giorni sia in casa (che dovrebbe essere il nostro nido sicuro) che fuori una "maschera" che fa emergere una solidità costante ma che realmente non ha, queste strategie che fino ad oggi hanno funzionato attualmente la stanno schiacciando, e ne è consapevole.
Il fatto che abbia avuto il coraggio di scrivere su questo sito fa emergere che una parte di lei vuole uscirne e ritrovare quelle risorse che sa di possedere, e che una volta attivate potranno farla tornare a vivere.
E' importante che si dia il permesso di intraprendere un percorso di terapia nuovo con una buona alleanza con il suo terapeuta, dovra avrà uno spazio tutto suo per lavorare e riscoprirsi senza maschere e giudizi.
Rimanendo a disposizione anche on line, la saluto
Dott.ssa Simona Adorni

Dott.ssa Simona Adorni Psicologo a Podenzana

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28 GEN 2024

Ci sono radici profonde all'anoressia che possono risalire ai primissimi anni di vita. L'essere nutriti non è solo un bisogno primario dell'essere umano ma è anche un' Esperienza di base fondamentale perché quando si è neonati per poter richiedere il cibo e il soddisfacimento di tale bisogno entrano in gioco altri fattori importanti come l'affermazione, l'essere visti, portare l'altro a sè, la percezione, le sensazioni, e molte altre importantissime esperienze connesse. Nel corso della vita poi tutte queste cose non si sono sviluppate nel modo corretto ed è per questo che ad oggi avverti questo senso di inadeguatezza nel mostrarti e soprattutto nell'affrontare al meglio la questione. Non paragonarti a chi sta peggio o meglio di te, ma trova piuttosto la volontà di voler cambiare qualcosa perchè sicuramente stare così non ti fa bene.
Anche iniziare un percorso deve essere produttivo nel senso di affrontare consapevolmente quanto emergerà, e di seguire i suggerimenti che il terapeuta darà.

Dott.ssa Maria Luisa Di Costanzo Psicologo a Fuorigrotta

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27 GEN 2024

Gentile Andrea,
qualunque sia il modello di psicoterapia utilizzato, per riceverne un effettivo beneficio occorre, insieme ad una forte motivazione, la volontà del paziente di mettere in discussione i propri postulati e rielaborare il proprio vissuto (spesso doloroso) che ha generato le sue difese disfunzionali per poterle poi gradualmente abbandonare tramite l'energia che deriva dalla relazione nutriente e rassicurante con una valida figura professionale.
Sulla base di questa consapevolezza lei può darsi un'altra possibilità di cura con un altro terapeuta.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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27 GEN 2024

Buongiorno Andrea

L'anoressia di cui soffre è un disturbo che ha radici nel rapporto affettivo parentale con la figura materna o in una figura di riferimento sostitutiva a quella materna.

Non può vivere portando una maschera e sentendosi sempre peggio, nascondendo a tutti e principalmente a se stessa , la sua vera identità, natura, bisogni etc.

Credo che se una terapia non funzioni, sia più che lecito cambiare terapeuta e trovare una persona di cui fidarsi e a cui affidarsi.
Le consiglio di provare la psicoterapia con il supporto dell'ipnosi terapeutica per velocizzare e alleggerire il suo carico emotivo.

Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o necessità

Un caro saluto
Paola von korsich Giardini

Dott Paola Von Korsich Giardini Psicologo a Monza

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27 GEN 2024

Buongiorno, aver tentato una terapia per 2 anni senza ottenere i risultati sperati, non significa che si deve bollare la terapia come inefficace, ma che quel tipo di terapia o che con quel o quella terapeuta non ha funzionato come si sperava. Non sempre le terapie prescrittive hanno effetti positivi, soprattutto nei casi, come credo il suo, in cu la patologia ha una funzione difensiva e di adattamento alla vita quotidiana. Per quanto il suo disturbo la stia facendo soffrire, le ha consentito dal momento del suo esordio a qualche tempo fa di vivere una vita pressoché normale nonostante le condizioni di partenza svantaggiose. Il problema è che ogni forma di difesa implica l'evitamento del contatto con i vissuti più dolorosi e il mancato di sviluppo di quella pelle psicologica che in maniera elastica ci ci protegge dagli urti della vita che inevitabilmente arrivano.
La terapia può essere uno spazio protetto limitato nel tempo in cui poter abbassare le difese gradualmente per entrare in contatto con il dolore e lavorarlo alla fine di depotenziarne gli effetti, conoscere e neutralizzare i meccanismi attraverso i quali si riproduce e mettere in atto risposte adattive alle sfide relazionali della vita quotidiana senza doversi costruire una corazza di perfezione. Al di fuori della terapia lei potrà continuare ad utilizzare l'attuale modalità di difesa, fin tanto che non si sentirà sufficientemente fiduciosa da abbandonarla gradualmente e volontariamente senza timore di provare troppo dolore a causa della mancanza di confine. La sua resistenza al seguire le prescrizioni del terapeuta erano lo specchio del non voler rinunciare ad una forma di protezione in maniera prematura.
Ci sono altri spunti interessanti nel suo scritto, ma rimando ad un eventuale incontro in terapia per addentrarci nel merito delle questioni del suo sviluppo psicologico e del suo presente relazionale.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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26 GEN 2024

Buongiorno Andrea,

Mi pare lei abbia davvero retto per molto tempo con un dolore e una fatica dentro difficili da sostenere. E queste strategie hanno indubbiamente raggiunto un limite di sopportazione, oltre il quale, però, può anche esserci una via migliore. Una parte di lei in qualche modo conserva una speranza che può essere in grado di mobilitare quelle risorse che, piano piano, potranno tirarla fuori da queste sabbie mobili.

C'è bisogno però che lasci che qualcuno le tenda la mano, un professionista che la aiuti a mettere in moto il tutto coi giusti tempi e modalità. Immagino che avendo già fatto due anni di terapia possa partire scoraggiata, ma oggi non sono due anni fa e forse anche lei può iniziare in modo diverso.

Un augurio sentito
Dr. Luca Bacchiega

Dr. Luca Bacchiega Psicologo a Gallarate

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26 GEN 2024

Buongiorno,
Il fatto che la prima terapia che ha intrapreso non sia andata a buon fine non significa che non guarirà. Oggi è una persona diversa con nuove consapevolezze. Anche se le paure sono tante ed è spaventata, c'è una parte di Lei che vuole invece star bene e sa di meritarselo. Trovi in questa parte la forza di darsi un'altra possibilità e cominciare un nuovo percorso. Metta per un attimo da parte gli altri e ricordi che per quanto importanti è Lei la persona più importante della sua vita.
Qualora decidesse di farlo si rivolga a psicoterapeuti altamente formati nel trattamento di disturbi alimentari.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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26 GEN 2024

Buongiorno,

Il fatto che hai scritto qui questa domanda conferma che tranne la parte che soffre di anoressia, tranne la voce della matrigna cattiva che hai intesta e che ti impedisce di mangiare e goderti la vita hai anche la parte sana che si vuole bene e cerca aiuto.
Io ti consiglierei di intraprendere un percorso di psicoterapia con una professionista specializzata in cura dei disturbi alimentari. Se sei a Bergamo o Milano posso proporti di fare un primo colloquio ed anche farti conoscere il mio equipe specializzato in DCA di psicologi, psicoterapeuti e nutrizionisti. Purtroppo dall'anoressia è difficilissimo uscirne fuori da soli.

Un caro saluto,
Dott.ssa Svetlana Loginova - psicologa clinica specializzata in cura dei DCA

Dott.ssa Svetlana Loginova Psicologo a Bergamo

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