Non riesco più ad avere qualsiasi desiderio
Buongiorno gentili dottori, ho già scritto due post sulla difficile situazione di mia mamma e mi sono resa conto che la mia vita è stata fatta e ed è fatta di continua preoccupazione per qualcun'altro. È incredibile quanto scrivendo ci si renda conto di ciò che sta avvenendo nella propria vita. Io ho 42 anni sono sposata da 20 anni con un uomo di 62. Ci siamo conosciuti sul posto di lavoro (un bar tavola calda ) e io mi sono innamorata della sua dolcezza e pacatezza. Era un uomo libero senza ex mogli ne' figli dunque mi sono sentita libera di poterlo amare. Dopo pochi mesi sono rimasta incinta ,ci siamo presi le nostre responsabilità e siamo andati a vivere insieme. In una piccola casa in affitto è nato il nostro primo figlio. Nonostante la mia giovane età sentivo un grosso senso di responsabilità verso questa creatura e mi sono gettata a capofitto nel mio nuovo ruolo di mamma. Premetto che vengo da una famiglia che non ha mai sentito i figli come esseri da proteggere e amare ma come " fastidi ". Non si poteva piangere , non si poteva ridere , non si poteva ne'abbracciarsi ne' baciarsi, non ci poteva lamentare , il mantra era : non dovete dare fastidio. Inutile dire che i miei figli sono cresciuti nel modo esattamente contrario a quello a me riservato. Tornando a mio marito , purtroppo dopo 6 mesi dalla nascita del nostro primo figlio scopre di avere 2 patologie molto serie. La mia giovane età mi fa comunque attaccare alla vita e decidiamo di avere un altro figlio. Purtroppo mio marito di fronte alla malattia si blocca. Invece di curarsi di vede già morto. Il mio iniziale entusiasmo giovanile si affievola e mi rendo conto che devo prendere in mano la situazione. Metto da parte tutta me stessa mi dedico ai figli e a tirare fuori quest'uomo dalla depressione e portarlo a reagire. I medici mi.dicono che se non si cura è una bomba ad orologeria. Io comincio solo ad aver paura di tutto ed immagino il mio.futuro sola . Mi preparo incosciamente a questo evento. Lo esonero totalmente da qualsiasi responsabilità genitoriale e praticamente cresco i mei figli in solitudine. Lui non si è mai ribellato anzi la situazione gli faceva comodo con la scusa che "aveva un piede nella fossa ". Finalmente trova una dottoressa ( un angelo del servizio pubblico ) che lo convince a curarsi mettendolo di fronte, oltre alla responsabilità verso se stesso , anche verso una giovane mogli e 2 figli all'epoca minorenni. Si arriva al trapianto d'organo ed alla rinascita. Ma la stanchezza di 20 anni di incertezza si fa in me sentire. Andiamo in crisi . Nonostante il grande affetto e rispetto che c'è tra di noi mi sento ,arrivata alla meta ormai esausta. E poco dopo arriva mia mamma nella mia vita. Mi ha sempre tenuto distante e con i suoi modi anaffettivi mi ha sempre fatto soffrire. Ora mi devo occupare e preoccupare per lei. Ma a volte mi chiedo "ma quando arriva ilio turno? " . Quando.potrò sentirmi sollevata da qualcuno. Succederà mai o sarò destinata ad aiutare sempre gli altri senza mai essere considerata? Eppure la mia disperazione l'ho fatta presente. Ma io.non ho malattie visibili.dunque "vale di meno ". Non riesco ad avere nessun tipo di desiderio per me ho persino paura ad immaginarlo. Mi sento un automa che va avanti per il senso di responsabilità che mi ha sempre contraddistinto. Ma non voglio arrendermi , la fiamma dentro di me seppur debole è ancora accesa. Chiedo consiglio a voi per riuscire a riprendere un po' in mano la mia vita di donna. Grazie. Cordiali saluti.