Mia moglie vuole trasferirsi, io no
Gentili Dottori,
Mi chiamo Rocky e ho 36 anni. Mi sono da poco sposato con la mia compagna dopo 5 anni di relazione e convivenza. Scrivo perché nonostante sia sposato da poco più di un mese sto già meditando sulla separazione. Benché ami mia moglie e non sappia che ne sarà della mia vita sto purtroppo valutando questa soluzione.
Il problema principale è che lei vuole trasferirsi all'estero nel paese in cui ci siamo conosciuti e dal quale abbiamo deciso di tornare. Viviamo poco fuori una città medio grande del nord Italia da cui io provengo e a cui sono profondamente legato. Dopo tre anni di vita qui lei ha deciso in maniera irrevocabile di tornare nel paese da cui siamo partiti ed io pur odiando l'idea ho accettato ma più passa il tempo più detesto la mia scelta. A casa mia ho tutti miei affetti, tanti amici ed un padre anziano, amo la mia città e il mio territorio è non trovo attraente in questo momento vivere in un altro paese e non potermi esprimere nella mia lingua. Lei non si trova bene dove viviamo ma non ho visto da parte sua dei veri sforzi per adattarsi benché lei dica il contrario. Per incentivarmi a partire denigra il mio lavoro, da cui non guadagno molto, quanto basta per sostentarmi decorosamente per cui però ho lottato con le unghie e con i denti pur di ottenerlo e che amo. Partire significa anche lasciare i nostri lavori stabili e discretamente retribuiti per un salto nel vuoto professionale. Inoltre non riesco a non essere negativo nei confronti del prossimo trasferimento e lei mi fa pesare questa cosa che è spesso motivo di litigio ma non riesco a trattenermi perché odio l'idea di andarmene.
Altro motivo per cui medito la separazione è dovuto ai figli, che non arrivano. Sono già anni che ho espresso il mio desiderio ma mia moglie ha motivazioni quali che vuole viaggiare, che non guadagnamo abbastanza (2600€ in due con casa di proprietà), vuole cambiare lavoro, ecc. Più volte mi ha detto che al momento non si sente pronta, comprendo e rispetto la sua scelta ma sono anni che voglio figli e sono ferito dal fatto che ho avuto altre due relazioni lunghe prima in cui di figli si era parlato ma in cui ugualmente non c'era stata la volontà delle mie precedenti compagne di averli. Questa sua scelta non mi rende felice e io per parte mia sto rinunciando ad avere figli perché non mi voglio sentire costretto a rimanere in un altro paese perché lei magari non vuole tornare in Italia con un eventuale bambino.
Anche dal punto di vista sessuale poi comincio ad essere insoddisfatto. Abbiamo un'ottima frequenza di rapporti e mia moglie è bellissima ma in passato c'era più complicità ed era più disposta a un po' di "trasgressione". Questo di per se non sarebbe un grosso problema se non sommato ai due precedenti perché tendo a sfogare le mie frustrazioni nel sesso.
Sento che le nostre vite stanno prendendo due direzioni diverse. Vorrei dire che parlare possa servire ma nonostante parliamo spesso non riusciamo a trovare una soluzione, anzi finiamo per litigare spessissimo. Non vorrei lasciare mia moglie, sono sicuro di amarla ma so che non sarei felice se la seguissi. Sento che le nostre scelte non sono condivise ma imposte da lei. Abbiamo in programma di rivolgerci a un terapista di coppia da settembre. Intanto però non so come porre un freno a questa situazione di litigi, cosa potrei fare? Grazie