Mia moglie preferisce i figli degli altri

Inviata da Lorenzo · 16 dic 2015 Terapia familiare

Buongiorno dottori ho 39 anni e sono papà di una bambina di 8, mia moglie ne ha 42 e abbiamo un problema che mi sembra stupido, ma talvolta rischia di compromettere il rapporto con mia moglie. Lei sembra preferire i figli degli altri alla nostra bambina. Ogni volta fa confronti con i ragazzi dei nostri amici, tipo quando nostra figlia prende un bel voto, subito le fa notare che la sua compagna di banco lo ha preso più alto, le ripete che le altre bambine sono più ordinate o che qualche altro ragazzino è più "sveglio " di lei. Nostra figlia è piuttosto timida e insicura, anche perché se nei paraggi c'è un altro bambino e, ad esempio, vuole qualcosa che ha lei, la madre è pronta a strapparglielo dalle mani. Ho cercato di far ragionare mia moglie, dicendole che un conto è essere gentili, un altro farsi mettere i piedi in testa e che poi non può lamentarsi (come fa) se poi la bambina non è in grado di difendersi. Capita spesso poi che mia moglie si "innamori" di qualche altro bambino e allora non esiste più niente. Ad esempio nel nostro condominio c'è una bambina di 5 anni che lei adora, anche perché la sua è una famiglia "difficile" e con vari problemi e quando viene a giocare con nostra figlia, quest'ultima non esiste più, anzi, una volta la ha schiaffeggiata perché non le voleva prestare un giornalino. Ovviamente quando lo faccio notare a mia moglie lei risponde che sono mie fisime e che nostra figlia è viziata. Sempre questa ragazzina, l'anno scorso giocando ha rotto un piccolo soprammobile e mia moglie non ammettendo l'evidenza ha prima cercato di far ricadere la colpa su mio nipote (facendomi tra l'altro litigare con mia sorella) e poi su nostra figlia. A nulla è valso cercare di farle capire che questo atteggiamento è controproducente anche per la piccola ospite e che un lieve rimprovero le avrebbe fatto bene. La goccia che ha fatto traboccare il vaso però è stata domenica, durante la recita parrocchiale: sempre la stessa bambina è scoppiata a piangere perché spaventata da un ragazzo mascherato da diavolo ed è stata portata fuori, mia moglie è uscita anche lei preoccupata proprio mentre nostra figlia stava recitando una filastrocca, cosa che io ho trovato di una grande mancanza di rispetto. Abbiamo litigato nuovamente perché le ho fatto notare che non c'era motivo che lei uscisse dato che la ragazzina era solo spaventata e comunque con lei c'erano già sua madre e una suora. Scusate se mi sono dilungato ma ci tenevo a portare qualche esempio anche perché mi piacerebbe sapere se davvero è come dice mia moglie ossia che sono tutte mie paranoie o se invece c'è un modo per parlarle con calma.

grazie

Lorenzo

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Miglior risposta 16 DIC 2015

Caro Lorenzo
a mio parere quello che lei descrive è legato ad una problematica interiore di sua moglie.
Per essere semplice le dico così: sua moglie non è che non ami o non stimi la vostra bambina ma, fondamentalmente, non ama e non stima se stessa ed è molto probabile che soffra davvero per una bassa autostima.
Dal momento che la bambina è, inconsciamente, percepita come una parte di sè, le proietta addosso tutte queste sue carenze.
Certo la mia è una ipotesi, ma abbastanza credibile, dagli studi fatti su tipologie legate a tale comportamento.
Poi è chiaro che se lei lo dice a sua moglie questa negherà fortemente tale possibilità.
Allora che fare?
Intanto lei mostri di appezzare molto sua figlia e di sostenerla praticamente in tante situazioni.
Parli anche seriamente con sua moglie e le chieda di consultarsi con uno psicologo dell'infanzia, inizialmente come genitori, per comprendere come educare meglio la bambina potrete anche andarci insieme, anzi sarebbe l'ideale.
Poi piano piano indirizzi lei (sua moglie) a fare qualche colloquio personale, facendole notare che il disagio con la bambina è il suo e non del babbbo o della bambina stessa.
E' necessario che questo atteggiamento venga corretto in quanto se dovesse trascinarsi nel tempo, porterebbe una situazione difficile nell'adolescenza con problematiche alla bimba.
Si sa bene che il rapporto madre e figlia, soprattutto nell'adolescenza della figlia è molto competitivo e può essere distruttivo.
Mi sono portata molto avanti nel tempo ma occorre creare buone basi fin da ora.
La posta in gioco è importante e quindi prenda lei la situazione in mano.
Auguri
Dott Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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21 DIC 2015

Gentile Lorenzo,
la situazione sembra complicata.
Qui servirebbe anche la versione di Sua moglie per avere un quadro completo, non.per mancanza di fiducia nel Suo racconto ma per avere la visione che Sua moglie ha della situazione.
É importante che i figli siano amati per quello che sono, vanno stimolati ma i paragoni sarebbe meglio evitarli.
Avete mai pensar ad un percorso di coppia? O potreste anche recarvi da un terapeuta per Vostra figlia insieme, esponendo ognuno la propria visione della situazione e sentire che cosa Vi suggerisce.
Il mio consiglio é quello di rivolgervi ad un analista lacaniano.

Stia vicino a Sua figlia e la sostenga.

Un caro saluto
Dott.ssa Fornari Daniela

Dott.ssa Daniela Fornari Psicologo a Iseo

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17 DIC 2015

Caro Lorenzo,
per rispondere in modo accurato e senza generalizzare, ci sarebbe bisogno di conoscere la vostra storia, le vostre storie. Mi semrba di capire che, al di là dello stile educativo adottato da sua moglie, la faccia pensare il fatto che assuma comportamenti che favoriscono altri bimbi, anche a scapito della propria (parole mie, ho cercato di sintetizzare).

Che effetti ha, questo, sulla vostra bambina? Che effetti ha sulla vostra relazione di coppia?

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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16 DIC 2015

Gentile Lorenzo,
sembra che sua moglie abbia uno stile educativo più rigido ed esigente rispetto al suo più empatico e accogliente.
Posto che i bambini, per crescere bene, hanno bisogno di ricevere dai genitori sia regole che affetto, sarebbe preferibile che lei trovasse un punto di incontro con sua moglie affinchè abbiate entrambi un atteggiamento univoco nei confronti della vostra bambina senza apparire in competizione e contrasto ai suoi occhi.
Sembra anche che lei, parlando con sua moglie, abbia difficoltà a trovare questo accordo anzi a volte c'è addirittura il rischio di litigare.
Il suggerimento è, allora, quello di consultare insieme uno psicoterapeuta che riesca a facilitare la comunicazione tra di voi e a mediare per raggiungere una intesa perchè ne va di mezzo il sano sviluppo psicoemotivo di vostra figlia e questa è una cosa da non sottovalutare.
Cordial isaluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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16 DIC 2015

Buongiorno Lorenzo,

quello che riferisce riguarda due stili genitoriali differenti ove, se ho compreso bene (e semplifico, mi perdoni) Sua moglie assume un atteggiamento più rigido e più normativo, poco incline all'incorragiamento e al sostegno, mentre lei assume uno stile più accogliente e più protettivo, più incline all'incoraggiamento e al sostegno.
Quello che mi fa riflettere è la timidezza e l'insicurezza che dice di osservare in Sua figlia: Gothe scriveva "i bambini hanno bisogno di ricevere dai loro genitori due cose, radici e ali".
I bambini hanno bisogno di sentirsi amati e accolti per quello che sono e che fanno, hanno bisogno di sentirsi rassicurati, accettati, accompagnati; hanno bisogno di potersi fidare degli adutli e allo stesso tempo di essere considerati degni di fiducia.
Le regole sono importanti; consentono ai bambini di poter esprimere i proprri sentimenti e le proprie emozioni all'interno di un contesto definito e prevedibile.

Ogni bambino ha due genitori, con due modi di pensare e di essere differenti.
Essere genitore significa riuscire anche a mediare un diverso (quello dell'altro) stile genitoriale che non ci appartiene.

Se dal suo punto di vista Sua moglie compie delle azioni nei confronti della bambina che Lei reputa non opportune (e alcune sono particolermnete rigide, normative e poco accoglienti) è bene che continui a confrontarsi con essa, sopratutto considerando il fatto che osserva del disagio nella Sua bambina (timidezza e insicurezza).

Una consulenza genitoriale potrebbe esservi di aiuto nella misura in cui potrebbe rimette al centro i bisogni della bambina, al di là degli stili genitoriali propri di ciascuno.

In bocca al lupo!

Dott.ssa Cristina Fumi
Psicologa - Psicoterapeuta Milano


Dott.ssa Cristina Fumi Psicologo a Milano

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