Psicologia infantile: bambino di due anni crisi isteriche e pianto continuo

Inviata da Claris · 23 gen 2020 Psicologia infantile

Buongiorno, sono la mamma di Daniele, un bambino di 2 anni appena compiuti. Mio figlio va al nido da quando aveva 8 mesi e io e mio marito gestiamo la sua giornata in alternanza: la mattina io esco presto e spesso non lo vedo o comunque lo vedo per poco tempo mentre mio marito poi si occupa di prepararlo per il nido. Lui ha per fortuna un po' di flessibilità negli orari di lavoro e quindi si prende tempo per cambiarlo, giocare con lui e prepararlo per portarlo al nido. Io lo vado a prendere a metà pomeriggio e poi sto con lui o a casa o dai nonni. Poi il papà rientra per sera. Da circa un paio di mesi Daniele ha iniziato ad avere qualche crisi isterica quando vuole fare qualcosa alla quale noi diciamo di no, o qualche capriccio che poi degenerava. Sapevo che queste crisi possono esserci a questa età e non me ne sono preoccupata tantissimo. Ho cercato di gestirle con la calma, o lasciando che si calmasse da solo pur standogli vicino perchè in quei momenti sembrava gli dessi fastidio se mi avvicinavo, lui urlava e diceva di no. Poi come nulla fosse dopo un po' riuscivo a catturare la sua attenzione con qualcosa e tornava tutto come prima. Tranquillo.
Purtroppo da qualche settimana la situazione invece è degenerata. Daniele si sveglia la notte piangendo e in ogni caso anche durante il giorno quando è a casa reagisce a qualsiasi cosa piagnucolando spesso e poi spesso questo piagnucolare degenera in vere e proprie crisi. Piange fortissimo e si dimena per qualsiasi cosa e ripete ossessivamente no, a qualsiasi cosa vede o sente. A volte è capitato che piangesse e urlasse anche per un'ora o più. Non reagisce a nessuna nostra azione, nè se gli parliamo con calma e dolcezza chiedendogli di calmarsi, nè se ci arrabbiamo, a volte ammetto esasperati da questo suo atteggiamento. E nemmeno se lo lasciamo stare aspettando che si calmi come prima accadeva, ora invece la reazione si amplifica.
Ho provato a parlarne con le maestre del nido ma in realtà erano sorprese perchè lui al nido è sempre molto tranquillo. In generale ha un carattere molto timido e riservato. A volte penso che si "sfoghi" a casa per questa eccessiva timidezza che manifesta al nido e che magari gli crea disagio. Ho fatto invece la premessa sugli orari di lavoro miei e di mio marito perchè spesso quando il papà rientra lui lo manda via, dice "no papà" e dice "papà al lavoro" ... ho pensato che fosse arrabbiato con lui perchè il pomeriggio lui non c'è e quindi reagisse male. Devo dire però che lo fa anche con me, ma non so se vuole "punirci" perché secondo lui gli dedichiamo poco tempo.
Sono molto abbattuta e vorrei andare a fondo su queste crisi ma non riesco a capire se devo solo aspettare che passino oppure indagare di più e vorrei anche trovare un modo per fargli fronte in modo corretto.
Grazie.

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Miglior risposta 24 GEN 2020

Gentile Claris,
ciò che lei descrive rientra in una certa normalità di un bambino che va al nido dall’età di otto mesi.
Con il procedere dell’età alcuni comportamenti che esprimono i propri bisogni nei bambini aumentano.
Indubbiamente per un bambino piccolo, l’adeguarsi ai tempi del lavoro dei genitori è un costo che non può essere sottovalutato.
Se quindi sono sacrosante le esigenze lavorative dei genitori, altrettanto lo sono quelle dei bambini.
Consiglierei, se possibile, di aumentare il tempo dedicato esclusivamente al bambino, con tempi lunghi e poco strutturati da voi. Sedetevi e cercate di fare ciò che lui vi chiede di fare.
Evitate distrazioni come cellulari e altri aggeggi e mettetevi a sua disposizione; per i bambini i migliori giocattoli sono i genitori stessi.
Quando un bambino manifesta disagio è importante non bloccarlo e di reggere la paura di sentirsi cattivi.
Il bambino è ‘arrabbiato’ con voi per qualcosa; come lei stessa ha intuito, se questa è la sua paura potrebbe avere ragione. Cerchi di trasformare il puro senso di colpa in un’occasione per offrire un conforto al suo piccolo.
Può parlargli, anche se ovviamente lui non può capire tutto, ma sentirà che lei lo accoglie nel suo malessere. Gli spieghi perché deve andare a lavorare, che tornerà dopo un certo numero di ore ecc. Gli parli come se il bambino fosse più grande di quello che è; le parole sono importanti anche per i più piccoli.
Rimango a disposizione
Giordana Milani

Dott.ssa Milani Giordana Psicologo a Biella

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25 GEN 2020

Buonasera signora, da quanto afferma, le crisi isteriche del bambino potrebbero derivare da una serie di fattori non immediatamente identificabili. Sembra si sia creato un fraintendimento tra voi genitori ed il bambino. Se non dovessero rientrare le crisi, le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo infantile competente che attraverso l'osservazione di voi genitori insieme al bambino, possa aiutarvi a decodificare le dinamiche psicologiche individuali e/o relazionali che producono l'insorgenza delle crisi.


Dott. Armando Masucci

Dott. Armando Masucci Psicologo a Avellino

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24 GEN 2020

Gentile signora.
I bambini piccoli al di sotto dei tre - quattro anni di età amano restare nel loro nido familiare: la loro casa, almeno con un o dei genitori, in modo tale da comunicare e giocare con una persona della quale hanno notevole fiducia in quanto è la sua mamma o il suo papà. L'asilo nido purtroppo manca di quelle caratteristiche affettive - relazionali che solo una madre o un padre può dare- Penso quindi che l'aver inserito troppo precocemente il bambino fuori dal nido familiare abbia comportato in lui sofferenza e rabbia che attualmente si manifestano con questo tipo di comportamenti. Il mio consiglio è di evitare di lasciarlo ancora all'asilo nido e di giocare, scherzare, dialogare, passeggiare con lui per quanto più tempo è possibile. In modo tale da ricostruire un rapporto di fiducia e di amore tra lui e voi.
Spero di esservi stato di aiuto
Dott. Emidio Tribulato

Centro Studi Logos Psicologo a Messina

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24 GEN 2020

Salve signora. Avre delle domande... da quando il bimbo ha queste reazioni così forti? È successo qualcosa di importante in famiglia, a lavoro, al nido, casa dei nonni in quello stesso periodo o poco prima? Diciamo che sono i famosi atteggiamenti tipici dei terrible two però osservarli con un occhio attento non fa male. Ho avuto la sensazione che lei si sente in colpa per il fatto di non poter dedicare a suo figlio il tempo che vorrebbe e nel caso fosse così è proprio su quello che si potrebbe lavorare. È tipico dei bimbi manifestare il proprio disagio soprattutto nel sonno o nel cibo .. se si sveglia e urla potrebbe anche trattarsi di lavor notturno, abbastanza frequente. Indagherei anche se è successo qualcosa al nido, anche di non preoccupante per noi adulti, magari un bimbo che lo spaventa o altro. Comunque non ci sono ricette per gestire al meglio queste crisi, si procede per tentativi ed errori ma generalmente un abbraccio quando vuole lui e rimanere calmi comunque può aiutare. Per qualsiasi altra necessità non esiti a contattarmi.

Dott.ssa Centi Valentina Psicologo a L'Aquila

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