Mi sento depressa e senza via d'uscita.

Inviata da Cate00 · 10 gen 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve. Ho 24 anni e sono una studentessa di Graphic design all'Accademia di Belle arti quasi al termine del percorso. Ho dato tutti gli esami senza problemi e mi mancherebbe solo la tesi, se non fosse che, a 2 mesi dalla seduta, non ho ancora scritto nulla e mi sento completamente bloccata da un forte malessere.
Premetto che sono già in terapia, ho iniziato 7 anni fa quando a causa di un percorso scolastico abbastanza sofferto e una situazione familiare non semplice ho iniziato ad avere forti attacchi di panico. All'inizio la terapia mi ha aiutato sotto diversi punti di vista: ho lasciato una facoltà che non faceva per me per seguirne un'altra che invece mi piaceva (quella in cui dovrei laurearmi) e ho trovato dei modi per rendermi più 'sopportabile' la situazione in casa. Resto però bloccata sotto parecchi aspetti, in primis quello relazionale: soffro di fobia sociale e non ho mai avuto dei veri legami significativi o persone con cui potessi aprirmi e passare del tempo. C'è da dire che ho parecchia sfiducia negli altri anche a causa di diverse delusioni ed episodi di bullismo, nonché di veri e propri abusi da parte di un insegnante che mi hanno portato a soffrire di ansia a 9 anni e a chiudermi sempre di più in me stessa 'sopprimendo' vari aspetti del mio carattere per paura del giudizio... ho sempre sofferto per questo. Nonostante ciò, mi sono sempre fatta forza da sola e, ingoiando parecchi rospi, mi sono diplomata in tempo senza troppi problemi. In terapia per anni ho lavorato su questi blocchi (tengo a specificarlo, sempre con la stessa psicologa) ma con pochi risultati e ultimamente mi sento sempre ferma allo stesso punto. La situazione è peggiorata circa un'anno fa, quando ho rinunciato a quella che per me sembrava l'unica possibilità di "riscatto".
Ero riuscita a trovare una soluzione che fosse anche economicamente sostenibile per andare via di casa e trasferirmi, con una mia compagna di studi, vicino l'università (che si trova in un'altra città, mentre io abito in provincia). Mi sembrava l'occasione giusta per rivoluzionarmi, mettermi alla prova lontano dalle mura domestiche in cui mi sentivo sempre più in trappola, fare le esperienze che mi sono negata per anni e per trovare finalmente quella sicurezza e autostima che tanto mi mancano. Inutile dire che quando ne ho parlato a casa, apriti cielo! I miei hanno iniziato a riempirmi di ansie sulla questione con tanto di "Non ne hai davvero bisogno dato che non hai problemi a raggiungere l'università." Il che è vero ma non era questo il punto! Me l'hanno fatto passare come un semplice capriccio e fatto sentire terribilmente in colpa per avergli chiesto altri soldi (pur sapendo che non era un problema), quindi ho lasciato perdere e ho continuato a restare chiusa in casa, in un paese che ho sempre detestato e che non offre nulla, dove non ho possibilità di riscoprirmi, conoscere persone o semplicemente uscire e distrarmi dai pensieri negativi da cui sono sempre stata attanagliata. Fortunatamente il fatto di seguire i corsi giornalmente mi ha reso il tutto più sopportabile, anche grazie ai miei compagni di corso con cui vado d'accordo ma che non frequento fuori dalle lezioni perché abitano tutti lontano e hanno tutti i loro impegni. Comunque sia, a ottobre ho dato gli ultimi esami e chiesto la tesi: ero felice perché mi mancava l'ultimo ostacolo alla laurea e a un lavoro creativo che amo e che mi avrebbe portato finalmente via. Peccato che questa felicità sia durata ben poco, perché da novembre circa sono sprofondata in un vortice di negatività e tristezza: non esco di casa, sono sempre a letto, mangio poco e non riesco a concentrarmi sulla tesi, quindi sono parecchio indietro. La psicologa continua a ripetermi di trovare nuovi obiettivi, oltre alla tesi da scrivere, che mi appassionino e mi 'ricarichino', ma non riesco a pensare a nulla e non vedo nessuna via d'uscita da questo 'intorpidimento'. Ho provato a cercare un lavoro ma con scarsi risultati. I miei genitori, vedendomi in questo stato, sono stati loro a ripropormi l'idea di andare via questa volta, dicendosi disposti a sostenermi nelle spese. Eppure quella che per me sembrava una soluzione un anno fa, ora mi sembra una follia: andrei da sola, in una nuova città, con un lavoro che non si trova, senza appoggi e senza per di più l'impegno dell'università che mi sembrava un buon motivo per andare via. Allo stesso tempo però, l'idea di restare bloccata qui dove sono mi fa stare ancora più male. La terapia non sembra aiutarmi in questo e sto pensando di cambiare psicoterapeuta, magari un nuovo approccio potrebbe fare al caso mio? Non voglio arrendermi, perché ho già sprecato un sacco di tempo e opportunità, ma non ho più stimoli e mi sto lasciando andare sempre di più.

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