Lui è stressato e mi esclude. Partner con esaurimento?
Buongiorno
Sono una ragazza di 30 anni fidanzata da quasi 8 con un ragazzo di 34. Cerco di farla spiccia.
Noi siamo andati a convivere già dopo un anno, lui è sempre stato un ragazzo fantastico nei miei confronti. Un gran lavoratore. Insieme siamo sempre stati bene anche se non sono mancati momenti di sbagli ed errori che nel tempo si sono accumulati. Io spesso gli davo addosso, mi sentivo poco aiutata un casa, insomma mi pesava come stava andando la convivenza, eravamo arrivati a fare due vite separate. Anche se insieme stavamo bene, i rapporti non mancavano, forse è sempre mancata un po' di comunicazione empatica.
Nel corso dell'ultimo anno lui si chiude sempre di più in se stesso. Lavora quasi sempre 10 ore al giorno, è scontento, si dedica poco all'unico hobby che ha fino a mollarlo.
Arriva settembre scorso, in cui prende e va via di casa. Chiude i rapporti con me dicendomi che vuole stare da solo, mi blocca sui social, con me non ci vuole parlare, non ha nulla da dirmi. Io rifletto sulla nostra storia rendendomi conto degli errori, sto da cani, mi sento in colpa per averlo trascurato e trattato spesso male senza motivo. Gli scrivo dopo settimane rendendolo partecipe delle mie riflessioni e riprendiamo i rapporti... Promettendoci di parlare dei problemi, prendercela con calma, cercando di cambiare la routine. Parlando e cercando di sviscerare come ci siamo sentiti, cosa vorremmo, mi rassicura sui dubbi che mi vengono. Tutt'ora non conviviamo ancora, ma facciamo piccoli progetti a breve termine. (Un posto da vedere, dove andare a mangiare di particolare. Voleva portarmi a un concerto e fare una breve vacanza. Le cose andavano bene, anche se lui non è mai stato tranquillo al 100%.)
Un paio di giorni fa, mi sembra di essere tornata in un incubo. Gli hanno negato le ferie per una giornata che dovevamo passare insieme. L'avevo sentito al telefono due ore prima di questo ed era tutto normale. Da lì si è chiuso nuovamente nei miei confronti.
Dice che io non c'entro, che è stressato e tutto lo irrita in egual modo, non vuole pensare e non ha niente da dirmi. Non ha voglia di fare niente se non lavorare.
Gli ho fatto notare che mi ferisce perché vorrei stargli vicino ma le sue risposte sono che non riesce a fare altrimenti, anche se sa che ho ragione e non è giusto, lui è fatto così e non sa cosa dirmi se non che sta male e proprio per questo vuole rimanere da solo e non sa come risolvere questa cosa. Che è stanco della vita che fa.
Era contento di una promozione avuta a inizio anno ma che comunque lo porta a lavorare dalle 7 alle 18.30 se non 19 e spesso anche il sabato mattina, perché lui stesso dice di non riuscire a staccare la testa dal lavoro. Anche al telefono durante le brevi telefonate che avevamo sentivo sotto i colleghi che gli chiedevano sempre qualcosa. E anche per questa nuova responsabilità mi aveva già detto che aveva bisogno di tempo per sistemarsi. Infatti non ho mai preteso nulla, lui non è mai tornato a vivere con me in questi mesi, ogni tanto ci si confrontava sul futuro.
Io sto provando a dargli tempo, anche se è davvero dura. Gli avevo anche proposto una terapia ma per lui non ha senso perché i problemi dice di esserseli sempre risolti da solo. Cosa posso fare?
Mi sento inutile e rifiutata, piena di amarezza, vorrei rispettare il suo bisogno di spazio ma non posso fare a meno di sentirmi ferita un'altra volta. Non dovresti volere vicino la persona che dici di amare quando hai un problema? Proprio perché sono sicura questa volta di non centrare nulla, e non mi ha mai fatto venire dubbi in questi mesi di ritorno, credo lui stia venendo alienato dal lavoro rinunciando alla sua vita, stia tipo esaurendo (come ha supposto anche lui, anche se quando glielo dicevo io non ci credeva molto). Non so dove sbattere la testa.