Lasciata dopo 15 anni

Inviata da Lia · 23 apr 2023 Dipendenza affettiva

Buongiorno scrivo per condividere una situazione che mi sta psicologicamente distruggendo. Fino ad una settimana fa avevo una relazione che mi rendeva felice, appagata (forse non al 100% ma comunque mi faceva stare bene) con il ragazzo con cui sono cresciuta insieme (oltre 15 anni di relazione intervallati da qualche rottura sporadica da cui riuscivamo sempre a fortificarci). Dopo i primi anni a distanza (per motivi miei di studio e lavoro) ritorno nella mia città natale ed iniziamo una convivenza di circa 1 anno. Nonostante l'entusiasmo iniziale però mi resi conto che non ero felice, che detestavo vederlo sul divano, che non mi piaceva la sua passività nell'affrontare la vita e la nostra relazione (nessun litigio sempre e solo accettazione passiva). Dopo aver maturato questo senso di insoddisfazione decisi di lasciarlo parlandogli chiaramente e dicendogli che non mi sentivo più innamorata di lui. Lui ne è uscito devastato, si è sentito perso ed abbandonato. E' dunque iniziato un periodo di rottura di circa un anno e mezzo in cui non ci siamo mai davvero totalmente staccati (anche perchè lui cercava sempre di essere silentemente presente) ed in cui io ho avuto qualche frequentazione che però lungi dal farmelo dimenticare mi ha solo fatto pensare alla persona meravigliosa che avevo lasciato. Torniamo quindi insieme circa 4 anni e mezzo fa ed a poco a poco tutto sembra tornare normale (voglia di condividere sia i momenti belli che i momenti brutti anche se l'attrazione che nutro nei suoi confronti è calata moltissimo ). Sin da quando ci eravamo lasciati avevo deciso di compiere il passo di acquistare una casa. Così circa 3 anni fa compro una casa antica da ristrutturare. Lui mi sostiene economicamente, moralmente, praticamente nel corso dei lavori di ristrutturazione al punto che pur non essendo proprietario formale di casa quell'abitazione sembra più sua che mia. In una parola stavamo costruendo la casa dei nostri sogni. I lavori purtroppo procedono molto lentamente causando un fortissimo stress su entrambi, per stare dietro alle spese della casa sono costretta a partire per una trasferta di qualche mese, a volte in preda allo sconforto cerco supporto in lui iniziandolo a stressare ed a volte proprio per le mie assenze è costretto a portarsi tutto il peso del prosieguo dei lavori. Nonostante tutto lui sembra ancora felicissimo, torno da una trasferta di 3 mesi a Dicembre ed è evidente che gli sia mancata tanto e che abbia fretta, voglia di ultimare i lavori di casa e concretizzare questo nostro progetto di famiglia al punto di sostenermi moltissimo economicamente (quando io invece avrei rallentato i lavori pur di non pesare sulle sue finanze. A Febbraio invece tocca a lui partire (non ha mai fatto lunghe trasferte) . Inizialmente si tratta di trasferte infrasettimanali che lo portano a tornare nei weekend e poi trasferte anche di due settimane continuative. Dopo il primo mese di trasferta inizio a vederlo un po "pensieroso" e stanco ma comunque ancora preso, intanto io accetto una trasferta di un mese o due all'estero per mettere qualche soldino da parte e per concretizzare il sogno del nostro trasferimento a Giugno. Parto quindi a fine Marzo salutando il mio ragazzo che intanto continua pur da lontano a gestire i lavori. Una volta partita però sento che è lontanissimo, diversissimo, che non mi cerca, che è evasivo, che anche quando rientra nella nostra città ha poca voglia di andare nella nostra casa (eppure fino a neanche 7 giorni prima era lì con me e lo vedevo presissimo). Un giorno arriva a chiamarmi ed a dirmi "non è che anche stavolta andiamo a convivere e mi abbandoni di nuovo?". Lo tranquillizzo ma diventa sempre più evasivo. Inizio a chiedere spiegazioni ed inizialmente mi dice "sono stressato per il troppo lavoro". Poi a distanza di altri 7 giorni mi chiama e ricevo una doccia fredda "si è reso conto di non amarmi più perchè da quando è partito non gli manco, il nostro è affetto ed abitudine. E' sicuro di questa sua decisione che è stata sofferta e che è maturata dopo essersi chiesto se era davvero vivere con me che voleva, che avevo ragione io 4 anni e mezzo fa. Che è vero che per me era una doccia fredda ma del resto lo avevo fatto anche io in passato abbandonandolo nel corso di una convivenza. Inoltre a suo avviso la relazione è finita anche per me 4 anni e mezzo fa in quanto a suo avviso non lo comprendo, lo tratto come l'operaio responsabile della ristrutturazione, provo repulsione non appena mi tocca. Mi dice che si è reso conto di stare meglio lontano, di essersi reso conto che DETESTA la casa e non per la casa in sè perchè non sopporta l'idea di vivere con me. Mi dice di stare tranquilla, che anche io so bene che è la decisione giusta e che tempo qualche giorno e gli avrei dato ragione. Inutile dire che queste parole mi hanno devastata. Mi hanno sconvolta perchè giungono come un fulmine a ciel sereno perchè non me l'aspettavo (possibile che neanche 14 giorni fa trattasse casa come il NOSTRO progetto di vita). Da un lato ho trovato meschino il modo con cui mi ha lasciato (mentre sono dall'altra parte del mondo, con 6 ore di fuso orario e senza un confronto faccia a faccia quando avrebbe potuto parlarmene prima della mia partenza dato che non sono decisioni che si maturano in due settimane) d'altra parte una piccola parte di me pensa che almeno una pausa di riflessione nella coppia fosse quanto meno dovuta perchè credo che le sue accuse lungi dall'essere una scusa sono effettivamente ciò che gli trasmettevo. Ed adesso mi trovo qui, sola, annichilita e terrorizzata all'idea di quando tra meno di un mese dovremo rivederci faccia a faccia. Perchè so che anche adesso per lui è stato relativamente facile (si trova fuori ed io sono lontana), ma rivedersi per parlarne è un'altra cosa. Mi chiedo se possiamo recuperare, se davvero è finito tutto anche da parte mia, se davvero è finito tutto anche da parte sua. Sento il bisogno di fare chiarezza perchè è una storia troppo importante per lasciarla andare così.

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Miglior risposta 21 SET 2023

Buongiorno Lia,

Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico, dove poter trovare uno spazio protetto per poter indagare il vissuto sofferente che riporta.
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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