Infelicità, mancanza di motivazione, non so che fare della mia vita

Buongiorno a tutti,
mi rivolgo a voi per esporre un problema che mi tormenta da tempo. È ormai tempo che ho perso la serenità interiore, ho 21 anni, e da quando ne ho compiuti 20 ho iniziato a riflettere sulla mia vita, specialmente sul mio passato, sulla mia infanzia e soprattutto adolescenza, e mi sono resa conto di quanto io dentro di me sia infelice della vita che ho fatto e che sto facendo.
Ho passato il 90% della mia vita a studiare. Sono sempre stata brava a scuola, sempre preso ottimi voti. Eppure, ho iniziato guardarmi indietro e mi sono resa conto di quante esperienze di vita non ho avuto l’occasione di fare a causa del fatto che sono sempre stata una persona dedita allo studio e basta. Mia madre ha sempre tenuto al rendimento scolastico mio e delle mie sorelle, a tal punto che mi sento, oggi, con la consapevolezza di una giovane adulta, come se ai suoi occhi non contassi in quanto figlia, in quanto individuo, in quanto essere umano, ma in quanto “figlia della quale vantarsi”, “figlia che sforna buoni risultati e ottimi voti”, “figlia che si prenderà una prestigiosa laurea (studio giurisprudenza) e inizierà a lavorare”. Non mi è stato mai chiesto un come stai, come ti senti, cosa mi racconti, io sono sempre stata e sono tutt’ora ai suoi occhi lo strumento per accrescere il suo ego, colei di cui può vantarsi con le altre persone andando quasi a fare una gara a chi ha il figlio più bravo, più studioso, con più successi.
Gli anni del liceo sono stati terribili: ho frequentato un liceo classico molto rigoroso, e oltre a ciò con un ambiente esclusivo e snob che mi ha portato a convivere con pessimi compagni e a passare le mie giornate da adolescente che dovrebbe uscire, divertirsi, scoprire il mondo, chiusa in casa a studiare. Il loop era: scuola, casa, studio, a letto. Le uscite con le amiche erano sporadiche e non erano particolarmente entusiasmanti, sempre a fare le solite attività: mangiare fuori o andare l’una a casa dell’altra.
E ora mi ritrovo al terzo anno di giurisprudenza, con la voglia di studiare ormai inesistente, passando le mie giornate a lamentarmi, a piangere spesso, a guardare il mondo andare avanti e io rimanere indietro. Tra le varie cose soffro anche il fatto di non aver mai avuto esperienze romantiche, di avere non un rapporto splendido con i miei genitori, e altro.
Ho fatto anche dei lavori durante gli studi, pensando servissero da stimolo, ma invece mi hanno solo portata a respingere l’idea di studiare ancora di più. La sola idea di aprire i libri, mettermi a leggere e a memorizzare mi angoscia, in questo momento non ne voglio minimamente sapere. Sto anche pensando che forse dovrei abbandonare l’università e semplicemente lo studio, mia unica e sola attività dalle elementari fino ad ora, semplicemente non faccia più per me.