il mio ragazzo sta male e non so come aiutarlo (ed aiutarmi)
Salve, sono una ragazza di 21 anni e da due e mezzo sto con un ragazzo che mi ha sempre resa molto felice, con tanti pregi e che pensavo di conoscere profondamente. Questa convinzione però è crollata qualche mese fa, quando ho scoperto che ha gravi problemi interiori dall’età di 12/13 anni e di cui prima non aveva mai parlato a nessuno. Da allora è porno dipendente, fa uso di cannabis quotidianamente, ed è in uno stato di depersonalizzazione e derealizzazione continuo. Inoltre ha molti sintomi che su internet ho ritrovato nel disturbo borderline come: comportamento fortemente impulsivo, sentirsi vuoto dentro, sentirsi spesso nervoso o depresso senza un apparente motivo e avere difficoltà a gestire le proprie emozioni, terrore di essere abbandonato, e talvolta pensieri suicidi. (Prima di conoscermi anche difficoltà ad affezionarsi ad una ragazza e ad avere una relazione stabile nel tempo) Dopo avermi confessato tutte queste cose, in un altro momento di sfogo, è scoppiato a piangere dicendomi di sentire una voce dentro che gli parla continuamente e "lo comanda", per esempio prima era lei che lo "obbligava" a masturbarsi compulsivamente e ultimamente gli dice di non raccontarmi la verità per non risultare pazzo ai mei occhi. Dopo aver ascoltato tutto ciò che teneva dentro da così tanto tempo sono riuscita a convincerlo praticamente subito a rivolgersi ad uno specialista. Da qualche settimana sta andando da una psicoterapeuta con orientamento cognitivo-comportamentale (che sto vedendo anche io per elaborare la cosa), ha smesso di fumare e capisco che è davvero motivato verso un cambiamento. Tuttavia ieri mi ha confessato di non riuscire ad aprirsi con la dottoressa come con me, di sentisi bloccato e non a proprio agio come se "non fosse quella giusta", di non essere in grado di parlare dei suoi problemi e di avere momenti in cui questa voce lo convince del fatto che non riuscirà mai a raccontarsi e a guarire. Io non so come aiutarlo, dovrebbe forse cambiare specialista? Sarebbe forse più giusto un orientamento di tipo analitico per scoprire eventuali traumi passati e facilitare la sua apertura verso il terapeuta? Io vorrei realmente essergli di supporto ma allo stesso tempo mi sento sempre più distante e impaurita da questa situazione...Grazie in anticipo per i consigli e soprattutto per la pazienza di aver letto fino a questo punto.