Ho paura di dormire da sola, che fare?

Inviata da Giorgia · 8 lug 2014 Fobie

Buonasera,
mi chiamo Giorgia, sono una ragazza di 22 anni e vi scrivo in merito a una mia paura che mi crea diversi problemi. Sono figlia di genitori separati, mio padre si è risposato e mia madre si è accompagnata con un uomo che vive in un altra città. Io vivo con la mia mamma e, le volte in cui lei si reca a trovare il suo compagno, io mi ritrovo a dover dormire da sola.
Poco più di un anno fa mi sono entrati i ladri in casa e da quel momento ho iniziato ad avere problemi nello stare sola in casa, in particolar modo la notte. Inizialmente non riuscivo a dormire se non con la luce e la TV accesa, persino quando in casa c'era mia madre. Col tempo (e tanto sforzo) sono riuscita a spegnere la luce (ma non quando sono sola) e la TV (anche questa, non quando sono sola). Mi barrico in casa e spesso, la sera, mi ritrovo a piangere per l'agitazione. Ad ogni minimo rumore sobbalzo.
Ho un cane di taglia media e, seppur un minimo mi tenga compagnia, ogni volta che abbaia (vivo in un condominio, quindi è facile sentire gente che arriva e che va in continuazione) mi spavento.
La paura, inoltre, mi impedisce di fare diverse cose, come la doccia se sono sola in casa, o mi crea forti ansie ad esempio se sto troppe ore lontana da casa e quando rientro in casa senza qualcuno che mi accompagna a casa.
Per qualche mese sono stata seguita da una psicologa, nella speranza si rendere le cose più facili tanto per me, quanto per i miei genitori e il mio ragazzo, ma vedevo poco impegno da parte sua e mi sembrava che non le importasse nulla di aiutarmi. Ho smesso quando mi sono resa conto che dopo mesi ancora mi chiamava "Giulia" anziché "Giorgia".
Vorrei chiedervi, dunque, come posso risolvere la situazione e vivere in maniera più serena?

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Miglior risposta 8 LUG 2014

Buongiorno Giorgia,
il ladro seppur sembri giustificare la sua paura è un pretesto per la mente per dirci altro rispetto al suo modo di strutturare la realtà. Appunto come dice lei si è accorta che la situazione è oramai fuori dal dominio delle contingenze (se no avrebbe chiamato un esperto della sicurezza per aumentare i sensori degli allarmi o cose del genere...) ma è entrata nel dominio del mentale. Si è anche accorta che questa sua risposta è disfunzionale nel senso che influisce sulla sua vita in altri ambiti nonostante il "ladro non ci sia". Lo dice nel titolo: "da sola".
probabilmente è una tematica a lei cara, la paura di rimanere da sola, cosa succede se lei fosse sola, quanto sarebbe brutta la vita se lei rimanesse da sola. Una cosa non capisco che è fondamentale per aiutarla:
- ha paura di stare da sola perchè da sola pensa di non farcela?
- ha paura di stare da sola perchè se è da sola vuol dire che nessuno le vuol bene?

In realtà mi sono reso conto che le due domande portano nella stessa direzione: probabilmente c'è un problema di " autostima - sicurezza - autoefficacia" che ha trovato come canale di comunicaizone al suo stato cosciente tramite la paura di rimanere da sola e che le accada qualcosa di terribile... L'incolumità della sua persona, forse della sua anima... Senza qualcuno non sono niente...

Mi raccomando prenda questa risposta come un indizio, non come una verità assoluta. Capirà se questa fa al suo caso se risuona, se in qualche modo accende una lampadina, mentre se non le accade niente, non si preoccupi passi a un'altra risposta... Tramite il web è difficile entrare in empatia e il suo caso mi ha suggerito qualcosa ma ci sono dei punti che mi piacerebbe chiarire, sondare molto meglio...

Dott. Edoardo Savoldi Psicologo a Codogno

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16 LUG 2014

Cara Giorgia,
spero che la collega “smemorata” l'abbia almeno rassicurata sul fatto che, dopo un episodio del genere, è abbastanza normale avere reazioni di paura. L’intrusione nella propria casa di persone che hanno lo scopo di derubarci è capibilmente un trauma che può avere evoluzioni diverse a seconda del significato – personalissimo - che si è dato all’evento. Non dice in che rapporti è con suo padre, Giorgia, perchè io le consiglierei di muoversi in quella direzione. Il padre è colui che, prima di altri, ha curato la nostra sicurezza (vuoi fisica, se c’era, vuoi “solo” economica) ed è colui che può rimetterci in contatto con la parte dentro di noi, che ha formato il senso della sicurezza quando siamo cresciute. Gliene parli, se può, o gli scriva, se non è in confidenza, ma ristabilisca un contatto con lui e gli chieda, o direttamente o in maniera simbolica, di aiutarla a superare questo momento. Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattare un professionista: con un breve percorso è già possibile avere ottimi risultati. Un abbraccio. Dott.ssa Maria Grazia Schembri

Famigliando Psicologo a Reggio Emilia

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14 LUG 2014

Paura di dormire da sola

Cara Giorgia,
credo che le risposte dei colleghi l’abbiano già aiutata ad individuare la radice della sua paura di dormire da sola, posso aiutarla a riflettere sul fatto che questa paura si presenta quando la mamma simbolicamente “l’abbandona” per recarsi dal proprio compagno, questo sembra riattivare emozioni infantili già vissute al tempo della separazione dei suoi genitori: quando i genitori si separano i bambini devono fronteggiare angosce molto dolorose di separazione e abbandono, inoltre il loro egocentrismo li porta a sentirsi responsabili per quanto accade: non sono stati in grado di tenere insieme la coppia dei genitori, forse sono stati “cattivi” e verranno abbandonati…
Spesso, poi, i genitori sono troppo presi dal loro conflitto e non hanno sufficienti risorse per contattare in profondità le angosce e le paure dei figli e aiutarli.
Lei è una ragazza e non più una bambina, ma sente di comportarsi come se si sentisse una bambina che avrebbe bisogno di infilarsi nel lettone dei genitori per trovare rassicurazione e far svanire così le paure… Da molto tempo la realtà della separazione dei genitori le ha fatto sentire che quel lettone, luogo simbolico in cui trovare pace e rassicurazione, non c’è più nella realtà esterna, però può essere ritrovato nella realtà interna, è lì che dovrà ricostruire la sensazione di sicurezza emotiva che ora vacilla in lei.
La bassa autostima è solo una parte del problema e credo derivi dalla difficoltà che ha avuto nella elaborazione della separazione dei genitori e nell’affrontare le angosce di abbandono, difficoltà che spesso sono dovute ai sentimenti ambivalenti provati.
Forse non è un caso che queste angosce si ripresentino ora che lei è alle soglie della vita adulta, è un campanello di allarme che le segnala che per affrontare i compiti e le responsabilità che l’attendono deve occuparsi di “sistemare” quello che non va nel suo mondo interno.
Nel rapporto con la terapeuta precedente lei sembra aver rimesso in atto il vissuto di non essere capita e di non avere abbastanza valore, ma non perda la fiducia di poter essere aiutata, cerchi qualcuno che le ispiri fiducia e vedrà che un buon lavoro psicoterapeutico le potrà restituire la serenità e la consapevolezza di essersi responsabilmente presa cura di sé. Molti auguri per la sua vita futura!
Dott.ssa Laura Garau

Dott.ssa Laura Garau specialista età evolutiva Psicologo a Livorno

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10 LUG 2014

Cara Giorgia, il suo disagio suggerisce un forte bisogno di protezione e contenimento. Il percorso terapeutico permette la ricostruzione di capacita', che le nostre esperienze di vita hanno depotenziato. Non conosco la sua storia, ma la invito a ripensare alla possibilità di contattare uno psicoterapeuta che possa aiutarla e sostenerla, accogliendo il suo disagio in un ambiente sereno e contenitivo. In bocca al lupo, Dott.ssa Raffaella Orlando

Dott.ssa Raffaella Orlando Psicologo a Napoli

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10 LUG 2014

Salve Giorgia,
ho letto il suo ulteriore commento, e volevo informarla che se vuole contattare il dott.Savoldi o qualsiasi altro esperto del sito, sarebbe meglio farlo cliccando su “contatta” il professionista, in modo che arrivi direttamente la notifica della richiesta. Altrimenti qui è difficile vedere se gli utenti hanno commentato nuovamente, se non riaprendo i forum a cui si era data risposta.
So che la domanda ha un suo destinatario, ma mi permetto di risponderle che il senso di abbandono che prova, che molto spesso si accompagna allo sviluppo di una scarsa autostima, potrebbe avere radici piuttosto profonde che andrebbero esplorate in un percorso individuale svolto di persona, in quanto questo mezzo virtuale non permette un supporto adeguato. Sarebbe infatti importante esplorare che cosa fa risuonare in lei il fatto di sentirsi abbandonata e per qual motivo pensa che non vogliano dedicarle tempo ed attenzioni... Prenda contatti diretti con un terapeuta che le ispira fiducia!

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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10 LUG 2014

Cara Giorgia, da ciò che scrive, sembra evidente la sua sofferenza per la condizione di disagio che vive. Cerchi di non scoraggiarsi, se non è andata bene la sua prima esperienza con la psicologa che aveva contattato, cerchi qualche altro professionista con il quale si trova bene e si senta accolta e compresa. Se è necessario n'è consulti più di uno prima di scegliere da chi farsi aiutare, quando avrà
Trovato lo psicologo che fa per lei, nel corso degli incontri avrà modo di affrontare e superare le sue paure ed incertezze,
Saluti
Dott.Dario Grigoli

Dott. Dario Grigoli Psicologo a Pinerolo

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10 LUG 2014

Salve,
sono Giorgia, la ragazza che ha posto la domanda.
Volevo rispondere al dottor. Edoardo Savoldi in merito alla domanda che mi ha posto. Non so bene come funzioni il sito, se per risponderle devo scrivere pubblicamente o se è necessario contattarla privatamente, spero però non aver sbagliato!
Ho trovato la sua risposta ricca di elementi che sento miei (se così si può dire), per tale motivo sento il bisogno di chiarire ciò che lei mi ha domandato.
Quando sono sola non penso mai che i miei genitori o il mia ragazzo non mi vogliano bene: piuttosto mi ritrovo a pensare se hanno voglia o no di stare con me, anche se so perfettamente che non è così e che sbaglio a pensare cose simili.
La sensazione, spesso, è quella di essere abbandonata. Mi ritrovo a casa, da sola, già a letto alle 21 di sera, mentre il resto della gente della mia età è a casa con la mamma, il papà, i fratelli, le sorelle, probabilmente davanti alla TV a vedere un film, o semplicemente in casa insieme.
A tutto questo si aggiunge l'ansia dovuta all'essere in casa da sola e, in quanto tale, mi ritrovo a pensare che se dovesse accadere qualcosa, se dovessi sentirmi male, o se dovesse entrare qualcuno io sarei totalmente indifesa e, appunto, sola.
Lei pensa che sia dovuto tutto a un mix di insicurezza e bassa autostima?

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8 LUG 2014

Gentile Giorgia,

credo che come lei stessa si sia resa conto, rivolgendosi ad uno specialista, la sua paura non è legata all'evento "ladri" poichè la sua difficoltà a stare sola è antecedente a tale evento. Inoltre sembra che la paura si stia allargando a macchia d'olio ad altre situazioni, incidendo sulle sue relazioni Le consiglio di rivolgersi ad uno specialista della sua zona, non si faccia influenzare da un'esperienza per lei non gratificante, troverà sicuramente chi l'aiuterà ad affrontare questa sua paura.

Dott.ssa Barbara Manzo

Dott.ssa Barbara Manzo Psicologo a Roma

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8 LUG 2014

Cara Giorgia,
spesso le nostre paure e ansie prendono avvio da un evento “oggettivo”, come l’irruzione dei ladri nel tuo caso, ma finiscono poi per estendersi ad altri aspetti e situazioni di vita. Il timore di restare a casa da sola potrebbe essere comprensibile (e si potrebbe comunque provare a lavorarci su per attenuarlo) tuttavia dalle tue parole sembra che l’ansia si sia generalizzata a molte altre condizioni, dove non è ben chiaro quali siano i tuoi timori di fondo.. probabilmente l’evento ha suscitato e smosso in te sentimenti e angosce che covavano nel profondo e che finora non erano emerse.
Un furto in casa si può associare a moltissimi aspetti della natura umana, come il sentirsi “invasi”, non sicuri, soli, senza protezione, ecc ( tutto inteso anche nel senso più ampio del termine: non sentirsi sicuri di sé, di poter gestire certe situazioni di vita, sentirsi poco amati, poco rispettati…).
I nostri pensieri si susseguono molto rapidamente, spesso al di sotto della nostra coscienza, per tanto si arrivano a fare associazioni tra situazioni oggettive e sentimenti interni che soltanto con un percorso personale è possibile scoprire e risolvere.
Mi spiace che tu abbia avuto una brutta esperienza con la precedente psicologa, potresti provare a ricontattare un'altra terapeuta, potrebbe andar meglio questa volta. Tieni conto che il rapporto paziente-terapeuta in ambito psicologico è molto particolare, o meglio è molto simile ad una relazione, piuttosto che un semplice scambio di informazioni come può avvenire con altri medici che si incontrano soltanto per pochi minuti poche volte l’anno. Per questo, proprio come avviene quando scegliamo un amico, dobbiamo fare un po’ di tentativi per incontrare quello che si adatta meglio a noi.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Francesconi

Anonimo-127163 Psicologo a Fano

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