Perchè faccio così fatica a dormire da sola?

Inviata da Elisa · 2 ott 2015 Trauma psicologico

Buongiorno, mi chiamo Elisa ed ho 21 anni. Da poche settimane vivo da sola nella casa dove vivevo con mia mamma, morta 3 anni fa. Durante questo periodo di tempo ho vissuto con mio padre, mio fratello e la sua compagna, la quale è venuta a vivere con noi dopo pochi mesi dalla morte di mia mamma. I miei erano già separati ed avendomi lei quasi sempre fatto una buona impressione avevo deciso di darle fiducia: grande sbaglio. A seguito di diversi litigi sono stata costretta ad andarmene di casa, ed ora vivo sola. Il mio ragazzo si ferma spesso a dormire con me, però a volte evita in quanto vorrebbe che io mi abituassi da sola. Il problema è che finisce sempre che per paura chiamo I miei nonni, I quali vengono da me a dormire. Tutto ciò mi da un senso di fallimento, delusione, rabbia e tristezza immensa. Come potrei risolvere la situazione?
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Miglior risposta 2 OTT 2015

Gentile Elisa,
è molto probabile che negli anni della sua infanzia e adolescenza lei non abbia avuto la possibilità di vivere in un clima di serenità e armonia familiare e che perciò sia cresciuta con fragilità e insicurezze peggiorate poi con la perdita della mamma.
La sua paura di stare da sola può partire perciò da queste origini e il modo migliore per sanare questi punti di fragilità è intraprendere una esperienza di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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5 OTT 2015

Buongiorno Elisa, tutto ciò che le sta accadendo è perfettamente normale ed ha una sua logica, pur se le causa le emozioni che ci ha riferito. Il suo Sé deve abituarsi a vivere da solo, ma poiché ancora non è sicuro di ciò che potrebbe accadere (parlo soprattutto del suo mondo emotivo), allora evita un contesto o una situazione che per lui (il Sé ) e lei, potrebbero essere stressogeni. Quindi non si preoccupi, evidentemente, ancora non è arrivato il momento emotivo che riesca a farla rimanere da sola. Calcoli che più si focalizza sul problema è più lo ingigantisce e lo fa sembrare a se stessa sempre meno risolvibile. Dunque, so che è difficile, ma, per il momento si goda la compagnia dei suoi cari, con l'obiettivo però o di farsi aiutare in questa impasse oppure di tentare di risorgere da sola, anche con dei piccoli esperimenti. Ovvero, potrebbe rimanere da sola prima fino alle 24.00, poi fino alle 02.00, poi fino alle 04.00 ed infine fino alle 06.00. Per ognuna di queste tappe deve raggiungere una sicurezza emotiva per cui, ad un certo punto, non avrà nessun problema a rimanere da sola e dormire fino alle 04.00. Certo, tutto questo se lei non voglia farsi aiutare o non possa da uno specialista e contando sul supporto dei suoi cari. Questa è solo una idea, ma se ne può inventare tante altre a seconda dei bisogni specifici di quel momento.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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5 OTT 2015

Cara Elisa,
da ciò che scrive mi sembra di capire che, dopo una perdita importante, avvenuta solo 3 anni fa, evidentemente non è ancora pronta per ritornare nella casa dove ha vissuto con sua madre e dormire da sola. Si dia tempo e continui a chiedere l'aiuto di cui sente bisogno finchè sarà necessario, vedrà che con pazienza ritroverà la fiducia in se stessa e potrà vivere serenamente nella casa dove viveva con sua mamma. Descrive le sensazioni che prova su stessa, rabbia, tristezza...cosa potrebbe fare per trasformarle in energia positiva? Mi viene in mente che rispettando i suoi tempi, potrà cambiare alcuni arredamenti e sentirsi più a suo agio all'interno, e il pensiero della mamma diventerà una calda rassicurazione e presenza protettiva che la sostiene in questo momento difficile e allo stesso tempo naturale. Mi sembra che già i suoi nonni e il suo ragazzo la stiano supportando al meglio, abbia fiducia in se stessa e sappia che è un momento passeggero. Se vede che dura più di quanto lei si aspetta, non esiti a contattare un centro di ascolto, un consultorio, vedrà che sapranno ascoltarla e rassicurarla al meglio.
Cordialmente
Dott.ssa Silvia Orso - Udine

Studio Silvia Orso Psicologo a Udine

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4 OTT 2015

Gentile Elisa,

è probabile che non abbia ancora superato la scomparsa di sua madre. Tenga presente che al momento sta vivendo da sola nell'abitazione in cui viveva con sua madre. La madre è una figura fondamentale nella vita ci ciascuno di noi.
Si permetta di provare dolore e di avere delle difficoltà nell'adattarsi a questa nuova realtà.Non è facile dormire da sola in un luogo in cui è ancora possibile respirare la presenza di sua madre sugli oggetti e negli spazi vissuti insieme.
Non abbia fretta e condivida con le persone che le vogliono bene queste difficoltà. Si chieda se il suo ragazzo può diventare per lei una figura su cui fare affidamento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Monica Salvadore
Psicologa-Psicoterapeuta

Dott.ssa Monica Salvadore Psicologo a Torino

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3 OTT 2015

Buongiorno Elisa,
il disorientamento che sta provando è comprensibile, vista la prematura perdita di sua madre e un allontanamento, per forza maggiore, da suo padre. Sicuramente se troverà una figura di riferimento da cui trarre sicurezza potrebbe stare meglio, ma credo anche che sarebbe una scelta non così utile per lei. E' normale che si senta sola, insicura, senza punti di riferimento, ma durante il percorso di crescita, pian piano è indispensabile riuscire a trovare la propria dimensione, una indipendenza soprattutto emotiva che la faccia sentire sicura, sia in compagnia che da sola. E' ancora giovane, quindi ha tutto il tempo per fare un percorso di questo tipo e non è detto che debba essere ora. Provi magari a trovare dei modi alternativi cercando di rendere questa indipendenza graduale, un pò come sta facendo già adesso chiedendo aiuto alle persone care. Quando e se si sentirà pronta potrebbe iniziare un percorso terapeutico per costruire dentro di sé una sicurezza che parta anche da una rilettura dei rapporti, ad esempio con suo padre. Saluti,
Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicoterapeuta Chieti Pescara

Studio Di Psicologia e Psicoterapia Dott.ssa Roberta Schiazza Psicologo a Chieti Scalo

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3 OTT 2015

Cara Elisa,
è stata molto brava a notare il meccanismo che la porta ad evitare di stare sola e cercare la presenza di qualcuno durante la notte.

Consideri che si trova nella casa di sua madre, che non c'è più. E' molto faticoso abituarsi alla perdita di una persona cara e vivere, sola, proprio negli spazi in cui lei viveva. Questo può aiutarla ad essere comprensiva con se stessa rispetto alla difficoltà nel dormire sola.

Tuttavia, quando evita di dormire sola è come se ricordasse a se stessa di non essere in grado di cavarsela e questo, alla lunga, può minare le sue sicurezze. la fiducia in se stessa e l'autostima.

Lei non è ancora pronta per dormire sola eppure, ogni volta che chiede compagnia, aumenta le dimensioni delle sue paure.

Chieda supporto, qualora ne senta il bisogno, ma con la consapevolezza che in questo modo mantiene il problema.

Quando sarà pronta, senza fretta, si crei l'occasione per una serata da sola, con il cibo che preferisce, musica, un film rilassante...

Tutto questo è importante per fare in modo che lei sappia di poter contare su se stessa, indipendentemente dalla presenza di altri (gli altri restano, comunque, una presenza importante per una vita gratificante).

Un saluto
Dott.ssa Francesca Fontanella

Dott.ssa Francesca Fontanella Psicologo a Rovereto

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2 OTT 2015

Gentile Elisa
probabilmente lei non si è ancora abituata del tutto alla scomparsa di sua madre. Se, come credo, era sua madre la sua "base sicura", è comprensibile che lei sia così disorientata e impaurita. Tanto più che non mi sembra abbia trovato in suo padre la possibilità di affidarsi e fidarsi, trovando sicurezza e protezione, in quanto se non ho capito male non si è pronunciato in merito ai litigi tra lei e la sua compagna.
Credo che se riuscirà a trovare una nuova figura di riferimento su cui poter contare, a cui potersi affidare, il disorientamento e le paure diminuiranno.
A tal proposito, potrebbe provare a spiegare al suo ragazzo i suoi bisogni con più chiarezza.
Cordiali saluti
Dott.ssa Stefania D'Antuono

Dott.ssa Anna Stefania D'antuono Psicologo a Venezia

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2 OTT 2015

Gentile Elisa,
fallimento, delusione, rabbia e tristezza immensa. Un bel mix di emozioni, ma vediamo con calma. Nel casino sembra che i nonni le siano vicini, il che è un bellissimo appoggio. Per il resto dice che, a seguito del litigio con la "cognata", lei è s tata costretta ad andarsene. Mi pare di individuare una persona che manca all'appello e questa persona è suo padre. Se suo padreè una persona disponibile nei suoi confronti, forse sarebbe il caso di provare a comunicargli i suoi problemi. Sarebbe un modo di avvicinarvi e sentire maggiore sicurezza. Se invece questo non è possibile sarebbe forse il caso di "mettere un po' la testa" su questo rapporto e provare a "risolverlo", eventualmente con un adeguato supporto psicologico. Si potrebbero mettere anche le basi per l'inizio di una bella convivenza con il suo ragazzo! In bocca al lupo.
dott Mazzoleni (lecco).

Dott. Mazzoleni Damiano Psicologo a Lecco

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2 OTT 2015

Cara Elisa,
il passo dell'andare ad abitare da soli è un bel cambiamento. Nella sua situazione si aggiunge il fatto che lei è andata a vivere nella casa in cui ha vissuto con sua mamma, morta recentemente. Nella sua situazione tutti noi avremmo paure e ansie. Si dia il tempo di ambientarsi in questa nuova situazione e, se crede, consulti uno psicoterapeuta per affrontare il lutto.
Cordialmente,
dott.ssa Gerbi

Dott.ssa Martina Gerbi Psicologo a Asti

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