Ho fatto delle scelte sbagliate e non so come rimediare. Chiedo aiuto

Inviata da Leo · 9 apr 2020 Autorealizzazione e orientamento personale

Buonasera a tutti,
sono un ragazzo di 20 anni e da due mesi a questa parte sto facendo delle considerazioni molto importanti circa la mia vita ed il mio passato.
In sostanza, mi sono reso conto di aver fatto delle scelte sbagliate che mi hanno davvero tanto compromesso e ho paura di non riuscire mai più ad uscire da questa situazione (premetto che questa quarantena rende tutto molto più complicato).
Al momento sto frequentando il secondo anno di università (studio lettere) e, nonostante gli esami finora sostenuti siano andati tutti molto bene, ho capito che questa non era la mia strada come non era la mia strada il liceo classico, che, come per l'università, sono riuscito a concludere senza nessuna particolare difficoltà.
Nasco come un bambino molto vivace, creativo, amante della danza, del teatro e della cucina; alle elementari odiavo studiare, vivevo lo studio come un peso da cui scappare e appena potevo facevo tutt'altro. Mi piaceva stare in compagnia, giocare, essere sempre al centro dell'attenzione, insomma tutto, fuorché studiare. Tuttavia, c'era una componente che credo profondamente abbia condizionato in maniera massiccia l'ordine delle cose: la mia omosessualità, di cui sono sempre stato consapevole fin da piccolo e che ho imparato ad accettare solamente due anni fa (quando per la prima volta ne parlai con una mia carissima amica).
Insomma, col crescere sento che il mio orientamento sessuale mi inizia a pesare: spesso vengo attaccato, sia in famiglia da parte di mio padre e i miei fratelli che a scuola, e l'insicurezza dentro di me inizia a crescere tanto da arrivare a lasciare danza in primis e poi il teatro, autoconvincendomi di averlo fatto per un mio mancato interesse e non per condizionamenti esterni.
Inizio la scuola media e qualcosa, all'improvviso, cambia: passato il primo anno sempre all'insegna del completo menefreghismo nei riguardi dello studio, capisco a partire dal secondo di poter essere bravo se mi fossi applicato e di poter contare finalmente su un qualcosa che mi rendesse migliore rispetto agli altri. Vedevo che questa cosa faceva piacere ai miei genitori, ai miei professori e mi sentivo gratificato nel sentire gli altri che mi lodavano come il ragazzino bravo, diligente etc etc. In particolare, ricordo di un episodio in cui, di fronte ad un compito in classe di matematica che non riuscivo a svolgere, ebbi una crisi molto forte a tal punto da dover uscire dalla classe e chiamare i miei genitori per tornare a casa e tranquillizzarmi. Sempre quell'anno ho avuto due crisi ancora più forti di notte, in cui correvo per casa, avevo strane allucinazioni. Feci degli esami tipo encefalogfamma ma non risultó nulla di particolare, se non tanta ansia e tanto stress.
Insomma, passa il tempo e mi convinco sempre di più che per essere accettato e stare bene con me stesso avrei dovuto continuare a studiare e studiare. Al momento dell'iscrizione alle superiori, nonostante fin da piccolo la mia più grande passione sia sempre stata quella della cucina (infatti da piccolo dicevo sempre che avrei voluto fare il cuoco), decisi di andare al classico, molto spinto dalla mia famiglia e dai professori stessi (anche se nessuno mi ha mai obbligato a farlo, come magari spesso succede). Non mi scorderò mai la gratificazione che provai nel far presente questa scelta a mio padre, che più fra tutti era quello che ci teneva al mio percorso di studi e sottolineava la mia costanza e bravura, quasi fosse un motivo di vanto da sbandierare a tutti.
Gli anni delle superiori li ricordo come anni molto duri, c'era tanta competizione fra noi studenti e il carico di studi era davvero estenuante:studiavo giorno e notte e per questo ottenevo anche risultati molto buoni; tuttavia, anche se per tutto questo tempo l'ho nascosto a me stesso, non c'è mai stata una volta in cui ho studiato per un particolare interesse, ma sempre per la soddisfazione che provavo nel ricevere buoni voti e dirlo ad amici e parenti. Lo studio era l'unica cosa che davvero contava. Oramai ero quello bravo, e su questo non potevo permettermi di deludere nessuno. Finisco le superiori e scelgo di fare lettere, dal momento che era il percorso più vicino e affine al liceo frequentato e andavo abbastanza bene in quelle materie. E poi l'università non poteva essere una cosa opzionale. O la facevo o sarei stato un fallito agli occhi degli altri.
Mi trasferisco e inizio l'università, inizio ad andare bene fin da subito e per questo mi convinco sempre di più di aver fatto la scelta più adeguata finché arriva quest'anno in cui inizio a sentire un carico fisico e pscicologico accumulato in tutti questi anni e la consapevolezza di aver perso tutto il tempo della mia formazione per dedicarmi ad una cosa che probabilmente non mi è mai appertenuta, perdendo cosi la possibilità di seguire le mie vocazioni ed essere felice ed eccellente in quelle.
Ho paura che ormai sia tardi, ho paura di far presente queste considerazioni a tutti quelli che mi conoscono che oramai si sono fatti una certa idea di me, deludendoli amaramente, ho paura di non staccarmi più dal mio passato e non essere in grado di poter ricostruire un futuro in cui mi sento davvero me stesso.
Al momento sono privo di stimoli, mi sembra come se non mi piaccesse nulla, sento di non avere interessi e ho tanta difficoltà nel relazionarmi normalmente con le persone. C'è tanta voglia di rimettermi in gioco ma altrettanta paura che oramai non si possa più ricostruire nulla di davvero edificante per la mia vita. Insomma, ho paura che oramai sia troppo tardi.
Vorrei tanto andare da uno psicologo ma la situazione corrente non me lo permette ed è questo il motivo per cui mi sto rivolgendo a voi in questo forum.
Vi ringrazio anticipatamente per qualsiasi parola di aiuto riuscirete a darmi e mi scuso per la lunghezza del messaggio.
Ps probabilmente ci sarebbero molte altre cose da dire ma mi rendo conto che questo non sia possibile.

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Miglior risposta 20 APR 2020

"per essere accettato e stare bene con me stesso avrei dovuto continuare a studiare e studiare" sei sicuro che stavi bene con te stesso?
Caro Leo,
dalla storia che racconti sembra che tu ti sia plasmato allo scopo di essere accettato dagli altri e non da te stesso. Quando si va contro se stessi, ad un certo punto della propria vita, arriva questa consapevolezza e l'istinto ad agire, a chiedersi se non sia troppo tardi, la voglia di fuggire da tutto e da tutti, la paura di non poter fare nulla per cambiare la situazione unita alla consapevolezza che non ti accetteranno per come sei. Sei fortunato. E sai perché? Perché te ne sei reso conto! E non è mai troppo tardi!
Innanzitutto, non serve stravolgere completamente la tua vita, inizia a piccoli passi. Capisci cosa vorresti fare e cosa potresti fare per avvicinarti a quello che desideri veramente.
Hai la fortuna di essere fuori di casa, quindi hai la libertà di poter iniziare a cambiare a piccoli passi.
Cerca di fare quei passi che ti fanno sentire a tuo agio, appoggiati alle persone che sono in grado di accettare il tuo vero te stesso.
Se i tuoi genitori avranno difficoltà ad accettare chi sei, sarà un peccato, ma la vita è tua e vedrai che con il tempo accetteranno chi sei veramente.
Ti ci vuole quello che si chiama sano egoismo in questo momento.
Farà paura, potresti anche soffrire, nessun cambiamento è semplice. Ma se continuerai a seguire chi sei veramente alla fine ne sarai felice e non rimpiangerai nulla, perché tutto quello che hai vissuto finora ti può servire in qualche modo.

Ti auguro di trovare la tua strada con coraggio.

Un caro saluto
Dott.ssa Sara Pegoraro

Dott.ssa Pegoraro Sara Psicologo a Noventa Vicentina

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15 APR 2020

Nessuna scelta è sbagliata se conduce ad una presa di coscienza.
La consapevolezza di quello che accade nella tua vita ti può aiutare a capire dove si origina il conflitto e quindi le emozioni di ansia e paura ad esso connesse.
La creatività è parte integrante dell' essere umano, essa ci permette di appunto creare strategie funzionali al nostro benessere nonostante le difficoltà.
Il processo creativo con tutte le sue espressioni ci aiuta a vedere le cose da diversi punti di vista, a liberare le emozioni e sentire una connessione con noi stessi.

Ogni crisi nasconde un' opportunità di apprendimento, per quanto sia difficile ti invito a osservare e rimanere in questo momento di confusione.
Ti invito a vedere la scelta da te compiuta da una prospettiva più completa.
Cosa ti ha insegnato?
Come ha contribuito alla tua crescita?
Potrà integrarsi ad un altro percorso?
Al di là di giusto e sbagliato possiamo osservare le cose nella loro complessità.
Quanti elementi hai ora per poter fare una scelta più coerente con le tue aspirazioni? Avresti avuto prima la forza di fare scelte diverse?

Ogni cosa a suo tempo, ognuno fa quello che può nel tempo in cui è con quello che ha.

Nessuno può decidere per te e per i tuoi tempi, al contempo se tu stesso non crei i confini, gli altri non li percepiranno.

Visto che ami la danza ti invito a danzare la tua vita e non escludere questa tua passione dalla tua vita.
Fosse solo un atto creativo per te stesso.

Ognuno di noi è unico e prezioso e ha il compito di valorizzare e proteggere la sua unicità.
Ognuno ha dei talenti e delle aspirazioni e ha il compito di dare il giusto spazio ad essi.
Non aspettare che qualcuno ti dica cosa è giusto e sbagliato, nessuno può saperlo meglio di te cosa è giusto per te.
E se farai "errori"?
Benissimo, saprai che l' unico responsabile sei tu e come tale avrai il potere di fare scelte diverse per cambiare le cose.


Dr. ssa Francesca Peruzzi

Dott.ssa Francesca Peruzzi Psicologo a Milano

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15 APR 2020

Ciao Leo,
È vero hai tante, tantissime cose da dire..
sembra che tu abbia costruito il tuo mondo in modo da ricevere quanto più amore possibile da coloro che ti stanno intorno, compiacendoli al massimo che puoi per sopperire alla delusione che percepisci di avere dato loro, cioè la scelta di essere semplicemente te stesso. L’omosessualità è una condizione umana e per questo normale. Se io mi sentissi un peso e un verme per avere i capelli scuri piuttosto che biondi, o per essere buddista piuttosto che cattolica, farei un bel torto a me stessa. La cosa più bella è essere amati per ciò che si è..invece io penso che tu sia come un atleta che cerca sempre di vincere con enorme fatica e dimenticandoti di te stesso. So che viviamo in un mondo di relazioni in cui l’opinione altrui è quello che ci fa sentire riconosciuti.. ma tante volte nel tentativo di farci riconoscere ci mettiamo una maschera che non ci assomiglia per niente. Gli altri sono felici... e tu?
Quello che so della vita è che lottiamo per realizzare noi stessi, l’essenza della nostra natura..dobbiamo arrivare alla fine dei nostri giorni con noi stessi, mentre le persone che incrociano il nostro cammino e fanno una parte di viaggio con noi prima o poi dovranno scendere dal treno e se viviamo omologandoci ai loro desideri non sapremo più chi siamo quando ci troveremo improvvisamente soli.
Spero che riuscirai a fare luce sul tuo cammino.. anche se deludere gli altri adesso può sembrarti la fine del mondo, scoprirai che lo show deve andare avanti.
Dott.ssa Comi.

Dott.ssa Marta Maria Alessia Creaco Psicologo a Villa San Giovanni

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15 APR 2020

Sembrerebbe che tu sia sia molto dipendente dal giudizio altrui al punto di non riuscire ad esprimere le difficoltà vissute nel momento presente e quelle del passato.
Usi il termine “deludere” come se in qualche modo pensassi che le aspettative delle persone a te care siano riposte esclusivamente nei tuoi successi o insuccessi accademici/professionali/personali.
Il solo fatto che tu voglia intraprendere un lavoro di crescita servendoti del supporto di un professionista rappresenta un fattore protettivo da tenere in considerazione e sui cui si potrebbe porre le basi del colloquio.
Fondamentale sarà la gestione dell’ansia, evidente connesse anche a situazioni di evitamento e certamente correlata a sensazioni fisiologiche degne di attenzione clinica.
Attualmente a causa dell’emergenza sanitaria sono consentite le consulenze a distanza attraverso le più comuni piattaforme di telecomunicazione (Skype, Zoom, FaceTime, whatsapp...), potresti ugualmente trovare il supporto di cui hai bisogno anche senza un vero e proprio colloquio all’interno di uno studio di psicologia.

Anonimo-178616 Psicologo a Marchirolo

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14 APR 2020

Ciao Leo,
come prima cosa sappi che non è mai troppo tardi per diventare ed essere ciò che vuoi. Nel tuo caso hai dalla tua anche la giovane età, per cui una vita davanti, e una grande consapevolezza rispetto a ciò che vuoi essere e diventare. La tua insicurezza e paura risiede "solo" nell'idea di dover affrontare la tua famiglia per metterli al corrente di quanto senti e pensi riguardo alla tua vita e al tuo futuro e sottolineo TUO futuro. Parlarne a cuore aperto con i tuoi genitori può essere il primo passo per spiccare il volo e realizzare i tuoi sogni. Un sostegno psicologico può tuttavia aiutarti a riprendere fiducia nelle tue capacità, a risollevare l'autostima e a tornare a vivere di quella vivacità che hai menzionato avere fin da bambino. Molto prima l'esserti conformato ai voleri altrui soffocando la tua natura libera e creativa, sentendoti un trofeo nelle mani del tuo papà che ti esibiva per i tuoi risultati.
Riparti da te, da ciò che senti di voler essere e da li potrai pianificare cosa fare per poterlo diventare. Hai capacità e volontà per farlo. Hai solo bisogno di tirarle fuori e tornare a crederci. Se senti il bisogno di un colloquio psicologico ti comunico che molti professionisti sono disponibili anche on-line.
Personalmente, sono operativa in video-consulenza su Skipe e What'up.
In bocca al lupo
Dott.ssa Jessica Agnelli

Dott.ssa Jessica Agnelli Psicologo a Cepagatti

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11 APR 2020

Salve Leo, la tua età con le parole "scelte sbagliate", "irrimediabile" etc .... non stanno proprio bene insieme!
Mi permetto di fare dell'ironia, ma comprendo assolutamente che il tuo sentire è tutt'altro che ironico. Forse sento quest'esigenza perchè nel leggerti ho avvertito una certa pesantezza, una certa rigidità legata all'essere sempre ligio al dovere e sempre compiacente, mi sembra di capire. E' un pò come se ti fossi preso troppo sul serio dalla tua pre-adolescenza in poi e mi verrebbe da pensare che forse non è un caso. Proprio nell'epoca in cui ci si lascia andare e gli ormoni fanno pensare a tutto fuorchè allo studio, tu forse hai dovuto deviare completamente l'attenzione iperinvestendo sullo studio. Non a caso, hai scelto una scuola, dove credo la frequenza sia stata prevalentemente femminile e questo è stato probabilmente protettivo per te.
Mi chiedo come tu abbia affrontato o stia affrontando la tua omosessualità. Dici di esserne stato consapevole fin da piccolino e che credi questa cosa abbia condizionato la tua vita e le tue scelte. Lo penso anch'io e credo che sia stato inevitabile, perchè un bambino che percepisce certe cose di sè, penso possa essersi sentito sbagliato, inadeguato, incompreso, diverso dagli altri e anche molto spaventato da tutto questo sentire, per cui credo che sia stato inevitabile che ti abbia condizionato, perchè forse ti ha impedito di essere te stesso, di essere libero. Infatti dici che da piccolo ti piaceva essere al centro dell'attenzione e poi forse hai dovuto iniziare a controllare e a contenere i tuoi entusiasmi, perchè la tua microsocietà non approvava, non sosteneva certi atteggiamenti immagino. Io credo che quello che senti, non necessariamente abbia a che vedere con la scelta degli studi e il progetto professionale che hai immaginato, ma con altri aspetti di te che forse sono rimasti repressi e che per molto tempo hai evitato di vedere e di affrontare.
Paradossalmente mi verrebbe da pensare che tal volta, uno si percepisca in un modo, si convinca di esserlo, ma tema anche allo stesso tempo di esserlo, per cui nega, rimuove, rimanda l'affrontare certi aspetti di sè, proprio perchè sarebbe troppo doloroso entrarci in contatto. Non so se sono riuscita a farmi comprendere, ma è un pò come se fosse un gioco di conflitti e antitesi continue che si rincorrono.
Non farti frenare dall'idea che in questo momento è tutto bloccato, perchè molti psicoterapeuti lavorano on line in videoconsulenza e per quanto io sia "un'appassionata" della psicoterapia fatta in stanza col suo setting, i suoi colori, luci ed ombre etc.. credo anche che se si crea un buon contatto, questo può essere proficuo anche attraverso uno schermo.
Prova a guardarti veramente dentro, nella parte più profonda di te!
In bocca al lupo
Cari saluti
Dott.ssa Ilaria Raia

Dott.ssa Ilaria Raia Psicologo a Cecina

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