Salve a tutti, ho già scritto il post "E se ora dipendessi dall'approvazione della mia psicologa?"...a distanza di qualche giorno ho deciso di lasciare definitivamente la terapia.
Non voglio ulteriore sofferenza, non voglio dipendere dalla mia psicologa e non voglio e non posso aspettarmi l'affetto materno che non ho mai avuto. Speravo veramente di risolvere i miei problemi con questo percorso. Ma ora il dolore e la sofferenza sono tali che non voglio più condividere, voglio solo richiudermi. Qualche settimana fa la stessa psicologa mi ha detto che non sono capace di godere delle cose positive, delle persone che veramente mi stanno vicine. Ho risposto che è la verità..nessuno me lo ha mai insegnato. Sento che sto scappando...ma ne ho bisogno. Ho ripreso a non dormire, mi sveglio nel cuore della notte terrorizzata e tremante...andare in terapia doveva farmi stare meglio e non peggio. Quando ho cominciato il mio percorso la psicologa stessa mi ha spiegato che anche quando si chiude un percorso terapeutico ci sono degli step (o qualcosa del genere) da seguire...quindi come devo fare? Posso dirle che smetto di andarci e basta o c'è altro che dovrei sapere?
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10 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Cara Isa, se permetti Ti parlerò francamente. Cominciando dalla fine della Tua lettera Ti dirò che è Tuo diritto smettere come e quando vuoi. Certo un'interruzione brusca di una relazione d'aiuto come quella psicoterapeutica, soprattutto quando, come Tu dici, si è stabilita una intensa corrente affettiva, anche se con tratti di ambivalenza, può essere molto pesante per Te. Non Ti preoccupare per la Tua terapeuta, fà parte della sua esperienza l'affrontare situazioni di improvviso abbandono della terapia. Piuttosto vorrei dirTi che il terapeuta è un pò come un maestro o un allenatore o insomma come qualcuno che si prende cura di Te, non che Ti cura semplicemente. Certo è un lavoro ma un lavoro che si fà perchè, nonostante la fatica e le difficoltà, è il più bel lavoro del mondo. E non puoi farlo senza stabilire una relazione affettiva con il tuo paziente. Però il fine di questa relazione è di aiutare il paziente che si affida a te a stare bene. A volare con le sue ali, per usare una metafora. A volte può essere doloroso perchè si tratta di affrontare i nodi non risolti della Tua vita. Ma, come diceva Freud, chi non ha superato il proprio passato è costretto a ripeterlo, come stai sperimentando. Ti suggerirei di parlarne francamente con la Tua terapeuta, in particolare sul sentimento di dipendenza, desiderato e contemporaneamente temuto. Questo è un punto centrale da affrontare e risolvere. Proprio per superarlo. Considera che solo chi è indipendente può realmente amare sè stesso e gli altri. E questo è l'obiettivo della terapia: stare bene con se stessi e con gli altri. Se poi proprio non riesci più a lavorare con la Tua attuale terapeuta non è un peccato mortale cercare un altro terapeuta.
Cordialmente. Dr. Marco Tartari, Asti
15 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Isa,
a volte prima di iniziare la terapia spiego ai miei pazienti che il cammnino non sarà sempre in discesa, che ci saranno momenti positivi, momenti di sconforto, ma che è solo affrontandoli che si potranno superare. Questo è il suo momento basso e il mio consiglio è di non mollare. Le consiglio nuovamente di parlarne con la psicologa che la segue.
Un caro saluto
dott.ssa Miolì Chiung
Studio di Psicologia Salem
Milano - Agrate - San Donato M.se
9 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Isa,
chiudere una terapia smettendo all'improvviso di andarci e basta, a mio avviso, non è un comportamento corretto, non fa bene a lei e dispiace anche al terapeuta che pure è un professionista abituato a reggere le frustrazioni e a non aspettarsi gratitudine anche quando questa sarebbe dovuta.
Ne consegue, come già le ho suggerito nella risposta al suo precedente post, che la cosa migliore da fare è parlare con la sua terapeuta, trovando con lei un accordo sulla opportunità di andare avanti con la terapia oppure fermarsi oppure ancora prevedere degli incontri distanziati nel tempo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
8 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Isa,
spesso capita che, pur avendo intrapreso un percorso con un terapeuta, non siamo realmente pronti al cambiamento. Tu stessa ammetti di sentire di scappare e di averne bisogno. Non fare forzature verso te stessa. Probabilmente non sei ancora pronta e hai bisogno del tuo tempo.
Un percorso terapeutico, inoltre, mira proprio allo sviluppo delle risorse personali e all'indipendenza quindi è giusto che tu dica di non volerti aspettare l'affetto materno mai avuto. Probabilmente è ancora lì il nocciolo della questione.
Ad ogni modo, se hai deciso di lasciare definitivamente la terapia comunicalo alla tua terapeuta e valuta cosa accade dentro di te con il tempo.
8 FEB 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Isa
non ho ben compreso se hai smesso o se sei ancora in forse...
Io mi ricordo della tua lettera e anche di come ti ho risposto.
Sono rimasta dello stesso parere.Occorreva un chiarimento e una fiducia da parte tua, anche nel comprendere bene l'autenticità del rapporto terapeutico e che, cioè lei non è che ti approvasse per farti piacere.
Tuttavia, se tu non dovessi più fidarti di questa psicologa, o se lei ti crea davvero disagio, allora puoi anche interrompere e, ad ogni modo poi dovresti trovare un altro terapeuta e riprendere il cammino.
I tuoi disturbi necessitano di una cura attraverso la psicoterapia e, forse, anche cura farmacologica.
Cara Isa, non scoraggiarti e vedi come puoi riprendere un percorso costruttivo.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta