Salve , sono uno studente fuorisede e la mia storia è un po’ complicata. Mi sono trasferito dalla mia università di una grande città del sud molto grande e piena di “distrazioni” cose da fare ecc. ad una più piccola per avere un maggior contatto con i professori ma la reale motivazione era che volevo cambiare zona perché ho avuto una crisi universitaria a seguito della rottura di un’amicizia molto importante per me. Mi sono trasferito per un anno , prima del Covid ma , forse non avendo ancora staccato e metabolizzato il tutto, ho avuto grandi problemi di adattamento che si ripercuotevano in ansia e nel fatto che non riuscissi a dormire ; praticamente dormire solo quando tornavo a casa mia(zona di comfort). Venuto il Covid sono tornato a casa e non si è ripresentata più la problematica. Ora ho deciso di farmi l’ultimo anno di nuovo da fuorisede per vivere a pieno l’uni , fare nuove amicizie (tra l’altro si può dire che sono rimasto solo con un amico ), cercare di velocizzare con lo studio per laurearmi quanto prima e dopo nemmeno un giorno nella nuova casa si ripresenta il non riuscire a dormire . Ora non so cosa fare se il problema può essere un fattore esterno ( materasso, cuscino …) o di tipo interno ( ansia, depressione, mancanza di autostima..). Qualora fosse il secondo tipo ci sarebbe una consulenza psicologica ma non vorrei pesare ancora sulle spalle dei miei genitori . Vorrei risolvere il problema perché sta diventando come se non potessi stare da solo e alla mia età che va dai 19 ai 25 non può esserci, mi limita.
P. S . Nel periodo di crisi sono stato seguito da una psicologa per un mesetto.
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1 OTT 2022
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Caro utente, credo che tu abbia necessità di scavare un po' più a fondo su alcune questioni della tua vita per comprendere al meglio questo tuo disagio attuale. Valuta la possibilità di prenderti uno spazio tutto per te per prenderti cura di te stesso.
Resto a tua disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Elena Giampaoli
1 OTT 2022
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Buongiorno utente, grazie innanzitutto per la tua condivisione. Mi sembra che le tue riflessioni meritino di essere valorizzate, cogli un aspetto importante della situazione che descrivi, l'effetto del tuo sintomo: "come se non potessi stare da solo". Questo che tu sottolinei è molto importante perché in qualche modo ti blocca a chiedere aiuto perché richiederebbe un supporto economico dei tuoi genitori, quando tu hai in mente che dovresti essere indipendente. Voglio però mettere l'accento sul bisogno che senti, affrontare il sintomo ansioso per renderti indipendente; questo probabilmente deve passare attraverso la cura attenta di una psicoterapia, che è un processo un po' più lungo di un mese. Prova a valutare l'opzione di chiedere aiuto, mi rendo disponibile ad ascoltarti.
Ti saluto cordialmente, dott.ssa Marta Lanfranco
1 OTT 2022
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa proseguire i colloqui psicologici al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
30 SET 2022
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Ciao! Da ciò che scrivi sembra che tu sia, non del tutto consapevolmente, molto combattuto tra "l'andare" e "il rimanere". Il "rimanere" in un posto che senti sicuro e familiare, ma forse ormai non del tutto adeguato a te, e l'"andare" in un luogo, sia fisico che mentale, che sia del tutto tuo, frutto delle tue scelte, delle tue ambizioni e dei tuoi desideri. Hai forse timore di non essere del tutto in grado di "andare"? Forse hai anche paura di rimanere solo, di non trovare compagni di viaggio o che le tue scelte non siano quelle giuste? Credo ti farebbe molto bene avviare un percorso di supporto psicologico che affronti questo tema, sei giovane e hai una buona capacità di riflessione, ne gioveresti sicuramente.
30 SET 2022
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Buongiorno Maradona, innanzitutto grazie per la tua preziosa condivisione. Comprendo la situazione che descrivi con annesse fatiche e pensieri. Hai mai pensato a riprendere il percorso di terapia? parlare con uno specialista potrebbe aiutarti ad esplorare e comprendere meglio le motivazioni sottostanti i tuoi attacchi di ansia e difficoltà relazionali che descrivi,
ora ci si può avvalere del Bonus Psicologo, in modo da non pesare troppo sui tuoi genitori!
Resto a disposizione!
AV
30 SET 2022
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Buongiorno, Maradona. Per rispondere alla tua domanda specifica, non credo che sia colpa del materasso o del cuscino, sembra più collegato ad un problema psicologico, collegato ad ansia e insicurezza che ti porta a provare senso di solitudine, in virtù anche di un disinvestimento per quanto riguarda il mondo delle relazioni. Sembrerebbe proprio che la cosa che non vuoi fare per non pesare troppo sui tuoi genitori sia quella di cui hai più bisogno, un percorso di psicoterapia. Se sei uno studente fuori sede, immagino avrai un budget di spesa da cui, con qualche sacrificio, potresti tirare fuori il necessario per un paio di sedute al mese. Ancora meglio, potresti cogliere l'occasione per crescere e responsabilizzarti un pò trovandoti un lavoretto per pagarti la terapia. Essere seguiti per un mesetto vuol dire non essere seguiti, per fare progressi, oltre che forza di volontà, bisogna darsi il giusto tempo, altrimenti è tutto inutile.