Fobia sociale, ansia e panico

Inviata da Valex · 29 apr 2016 Attacchi di panico

Salve, sono un ragazzo di 21 di Roma, vorrei raccontarvi la mia situazione scusandomi in anticipo se il post sarà un pò lungo.. L'anno scorso durante un periodo di forte stress lavorativo che si è poi rivelato essere decisamente traumatico, ho cominciato a soffrire in maniera invalidante di disturbi psicologici ai quali non riesco ancora a dare una definizione, non so se si tratti di fobia sociale o di disturbo evitante di personalità o di entrambi.. forse sarebbe più opportuno dire che questi disturbi sono "esplosi" più che cominciati, perché in questi ultimi mesi autoanalizzandomi mi sono reso conto che ero già predisposto da tempo a svilupparli, infatti mi sono accorto che sono sempre stato molto molto condizionato dal giudizio che gli altri possano avere su di me, comunque... prima di allora conducevo una vita piuttosto normale e avevo una soddisfacente vita sociale, gli amici non mi sono mai mancati, ne ho sempre avuti tanti ed ero solito frequentarli regolarmente, nonostante io per mia natura sia molto riservato e non mi viene facile entrare in confidenza con gli altri. Andavo tranquillamente nei bar, nei negozi, nei pub, nei centri commerciali, al mare ecc.. ecc.. anche se a volte se c'era il rischio che si sarebbero presentate situazioni a me scomode, in cui sentivo che sarei stato malgiudicato per qualche motivo, tendevo ad evitare. L'anno scorso sono andato a lavorare in una grossa azienda in una zona della città lontana da casa, dove non conoscevo nessuno ed ero costantemente circondato da tantissime persone ma la cosa non mi creava nessun problema, non avevo alcun tipo di timore perché ancora non soffrivo dei disturbi che si sarebbero poi manifestati più avanti. All'inizio andava tutto bene ed ero felice, poi le cose sono cominciate a degenerare velocemente: lavoravo tanto e lo stress si accumulava giorno dopo giorno, non avevo più tempo libero, la mia vita era diventata casa-lavoro e in un certo senso il mio isolamento era già iniziato, per via dello stress e della stanchezza da che già di mio non interagivo moltissimo con i colleghi ero diventato praticamente muto. So che questo sembra non centrare niente con ciò che scriverò più avanti, ma sta di fatto che è da questo punto che sono iniziati i miei problemi.. ho cominciato a notare che la gente (sia dentro che fuori il posto di lavoro) mi fissava, mi guardava strano. All'inizio non davo molto peso alla cosa, pensavo fosse solo una mia impressione, ma col passare dei giorni notavo sempre più persone fissarmi con strana impressione, come se ci fosse qualcosa che non andava nel mio aspetto fisico, era pesante e non faceva altro che aumentare il mio stress che ormai era arrivato ad un punto critico. Cominciarono mille complessi e mille paranoie, non svolgevo più le quotidianità con naturalezza, notavo continuamente questi sguardi indiscreti nei miei confronti chiedendomi senza tregua il perché di ciò, a volte sembrava ridessero di me, convincendomi che c'era qualcosa di strano nel mio aspetto, abbattendo completamente la mia autostima che ormai era sotto lo zero. Ero in una condizione di costante stato di allerta e paranoia, ad esempio se camminando passavo davanti a delle persone che in quel momento ridevano, ero convinto che ridessero di me, stavo letteralmente impazzendo. Il mio comportamento, il mio modo di relazionarmi con gli altri, era rapidamente mutato: non guardavo piu negli occhi le persone, balbettavo, tremavo e lavoravo malissimo a tal punto che il lavoro lo persi. Dopo aver perso il lavoro mi sono chiuso in casa, stavo male e ho pensato che un paio di settimane di riposo mi sarebbero servite per recuperare le energie e scaricare tutto quello stress, invece fu un grosso sbaglio perché caddi in depressione. Non riuscivo più a fare niente, non uscivo di casa, avevo paura di tutto e di tutti e la situazione non accennava a migliorare, anzi peggiorava sempre più, sono cominciati i pensieri di suicidio. Stavo malissimo, sempre in ansia per qualsiasi cosa, non volevo sentire ne farmi vedere da nessuno, ero completamente sparito dalla circolazione, questo stato di profonda depressione è durato 5 mesi nei quali sono uscito solo ogni tanto da solo di notte fonda, poi ho cominciato a reagire e a cercare di riprendermi a piccoli passi. Ne sono passati altri 4, sto meglio esco di più, non mi trascuro come prima, riesco ad entrare nei piccoli negozi tipo tabaccherie o farmacie ma comunque l'esperienza dello scorso anno mi ha sconvolto la vita e la fobiasociale o quella che è ormai è li ben radicata, infatti sono comunque solo, eccetto uno tutti gli altri miei amici non hanno mie notizie da quasi un anno, ci soffro molto e vorrei tanto rivederli ma non ci riesco perché so che non riesco ad affrontare le situazioni che ne deriverebbero ad esempio andare nei pub o andare al centro, cosi come non riesco di mio ad andare in posti pieni di gente come un supermercato o un centro commerciale e, inutile dirvelo, ovviamente non riesco neanche ad andare a lavorare. Per darvi un idea, quando sono fuori di casa mi sento come se fossi dentro una campana di vetro che mi separa dal mondo esterno e allo stesso tempo come sotto i riflettori, ho la sensazione di essere sempre osservato e la cosa mi crea ansia e a volte attacchi di panico. Già da mesi vorrei andare da uno specialista ma non so proprio come procedere... non so se sia il caso di rivolgermi ad uno psichiatra (come io penso) o ad uno psicologo, nel secondo caso non conosco nessuno da chi andare e nelle strutture pubbliche non ci voglio di andare perché non mi fido, mi danno l'impressione di non fornire l'adeguata attenzione al paziente. Lo psichiatra leggo storie di gente che ne e uscito peggio.. non so proprio che strada intraprendere per uscire da questa situazione invalidante che impedisce di godersi la vita...

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Miglior risposta 30 APR 2016

Gentile utente,
il disturbo che lei ha descritto e che si è slatentizzato a partire dallo scorso anno a seguito, forse, dello stress lavorativo accumulato va oltre la autodiagnosi fatta di fobia sociale e personalità evitante configurandosi piuttosto come "disturbo paranoide" con uso notevole di meccanismi di scissione e proiezione.
Il conseguente isolamento e l'insorgenza di diverse fobie non hanno fatto altro che complicare il quadro clinico.
Da quello che lei ha raccontato, nonostante il lieve miglioramento, persiste ancora una discreta sintomatologia per cui il suggerimento è di intraprendere un percorso di psicoterapia scegliendo il professionista su questo stesso portale nell'elenco degli iscritti della sua città.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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23 DIC 2018

Carissimo,
lo psichiatra può essere utile ma risolve solo i sintomi e non può prendere medicine per tuta la vita. Con la psicoterapia si va alla causa e quindi il sintomo scompare o si riduce di molto. Le più usate sono la psicoanalitica, la cognitiva-comportamentale e la rogersiana.

Angelo Feggi

Dott. Angelo Feggi Psicologo a Genova

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2 MAG 2016

Carissimo
hai scritto una lettera molto toccante e vera e hai reso un quadro realistico della situazione.
Credo che tu sia stato, nell'enorme sofferenza, molto paziente e molto bravo, riuscendo a recuperare tanto e a rimetterti "sulla giusta via" per un miglioramento ulteriore e risolutivo.
Però carissimo, ora bisogna continuare ad andare avanti e tu, ascoltami bene, tu devi farti aiutare da uno psicoterapeuta.
Anche la tua idea di una visita psichiatrica ci stà in quanto anche farmacologicamente puoi essere aiutato ed è il caso di verificarlo.
Non avere paura di questo, continua con la "tua linea" di affrontare per piccoli passi il problema e crea in te la motivazione incrolabile di tornare a stare bene!
Questa motivazione ti sosterrà e ti aiuterà moltissimo ad affrontare le cure.
Ti faccio tantissimi auguri di cuore.
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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30 APR 2016

Gentile Valex,
nel suo lunghissimo e dettagliato racconto ho avuto come l'impressione che tutto sia già "prevedibile", che lei si prefiguri l'esito delle situazioni che in cui si trova o in cui potrebbe trovarsi: erano prevedibili i sintomi ansiosi che si sono presentati in un periodo complesso della sua vita, ma che lei rappresenta come naturale sviluppo di precedenti "predisposizioni", lo sono in qualche modo gli eventuali giudizi degli altri, lo saranno anche possibili consulenze presso ipotetici professionisti. Sembra emergere preponderante il vissuto di diffidenza verso l'altro e quindi l'impossibilità di vivere serenamente le relazioni (che siano lavorative, piuttosto che private, che di consulenza). A tal proposito, in maniera anche un pò provocatoria se me lo permette, le chiedo: che cosa le fa pensare che una consulenza presso uno psicologo privato le possa invece essere d'aiuto? Cosa intravede di diverso?
Per qualsiasi informazione e se volesse approfondire la questione può contattarmi.

Cari saluti,
Dott.ssa Valentina Bua
Psicologa
Roma

Dott.ssa Valentina Bua Psicologo a Roma

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30 APR 2016

Gentile Valex,
sembrerebbe che il lavoro le piaceva e che il tutto sia stato precipitato da un superlavoro e conseguente stress. Viene da domandarsi se anche i suoi colleghi fossero sottoposti a orari e lavoro stressanti e, nel caso, come facciano a resistere.
Le consiglio comunque di analizzare meglio quanto le è successo con uno psicologo psicoterapeuta che dovrebbe anche provare a neutralizzare i fattori predisponenti costituzionali o familiari che hanno favorito l'attuale situazione.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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29 APR 2016

Buongiorno gentile ragazzo,
ho letto attentamente la sua richiesta dove emerge una sua capacità importante di leggersi dentro, nello stesso tempo, la sua richiesta è pien di "auto diagnosi" e di termini medici forse frutto di un'intensa ansia. Può essere che la sua esperienza lavorativa di piena immersione l'abbia portato a slentizzare un nodo problematico in Lei, ma è pur vero che le esperienze lavorative in giovane età possono portare ad un tentaivo di riequilibrio costante sia nel quotidiano, sia nella percezione dei propri vissuti; non è scontato che subito o a distanza di mesi ci si adatti e si accetti questo tipo di cambiamento di vita, mansione, turni, ecc. riguardo il lavoro, ognuno ha i suoi tempi e le proprie motivazioni che incentivano oppure no l'impiego. Sembrerebbe che in Lei ci sia un'intenso giudizio interno che non accetta cedimenti e di conseguenza viene portato fuori negli sguardi della gente. Ci sarebbero molte domande da porre e tematiche di cui parlare. Lei può cercare nel portale, cliccando sulla sua città, il professionista psicologo/a psicoterapeuta che più la ispira e richiedere un colloquio di consulenza psicologica all'interno del quale lei potrà parlare di se e di cosa l'affligge e insieme programmare degli incontri in funzione di un percorso psicologico da avviare con pazienza e regolarità.
Se vuole, resto a sua disposizione per quanto accennato.
La saluto cordialmente
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma

Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Psicologo a Roma

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