Situazione di stallo, fobia sociale, ansia estrema paralizzante
Salve, sono un ragazzo che ormai ha superato la trentina e mi trovo da qualche anno in una situazione di forte stallo. Ansia, depressione e paranoia mi stanno divorando, procastino tantissimo e lascio scorrere il tempo sommerso dalla paura e dalla tensione, psicologica e fisica. Negli ultimi tempi ho nuovamente sviluppato una forte ansia sociale, una timidezza e evitamento esagerati e una forte paura del giudizio altrui che ero riuscito ad attenuare per qualche tempo. Dimentico spesso le cose, sono distratto e fantastico troppo, reprimo la memoria, mi "dissocio" e derealizzo tanto, sono poco presente a me insomma, non mi informo neanche più sulla realtà, sul mondo e mi "ignorantisco" in questo modo, non so usare il linguaggio del corpo e ho quasi paura a interpretare i segni, sono estremamente teso muscolarmente, sono un poh impacciato e imbranato sul manuale che faccio poco, non osservo o ho paura di farlo, ho un'estrema paura anche di fare cose che vorrei fare, ho una grande paura del sesso, delle relazioni, specie con le donne, e mi sento fuori posto in società, sia nel mondo reale che sui social che non utilizzo quasi mai e comunque lì non mi contatta nessuno e io ho paura e mi faccio paranoie sul contattare o sulle foto, che ho ben poche, ma poi anche nella vita reale contatto solo io di solito. Lavoricchio da casa ma mi sento bloccato, ho anche paura di emergere in queste condizioni. Sono stato in psicoterapia e un pò ero migliorato ma ero comunque più giovane e lo stesso fattore età mi pesa molto. Penso che tutta questa situazione sia dovuta a diversi fattori, alla mia inazione, repressione psicologica(della rabbia) e masochismo o autosabotaggio inconscio, bassa autostima, a problemi sociali vissuti: bullismo e disagio per via di ansia e timidezza nei gruppi amicali, e famigliari. Con i miei parlo poco di queste cose, sono anziani e comunque non mi paiono del tutto disponibili ad ascoltarmi su ciò, loro mi hanno sempre parlato di questioni inerenti al dovere, scuola, università e lavoro. Ho una sorella che ha avuto una vita sociale molto meno intensa di me, e in passato ha avuto problematiche ma ora ha risolto e ha un carattere più polemico e litigioso e quindi si fa ascoltare e ascoltata di più, invece io sono sempre stato il classico "bravo bambino" sempre compiacente e mi sono state fatte pesare, psicologicamente, le poche ribellioni. Nella mia mente mi son fatto pure paranoie sul fatto che quando mi divertivo "mancassi di rispetto" verso i miei famigliari, visto che io in linea di massima ho fatto più vita sociale, e quindi addirittura reprimevo ricordi o facevo pensieri ossessivo-compulsivi, penso che ci sia un mix per ciò di autosabotaggio, paura della felicità e interpretazioni rigide di precetti religiosi, legati più al mio essere stato molto devoto da bambino (qua la mia famiglia non c'entra, non essendo interessata alla religione). In questi anni sono stato sempre più ritarato, sempre più regredito mentalmente e socialmente. So di non essere un totale fallimento e sono bravo in campi intellettuali, anche se oggi non contano ormai quasi nulla, mentre sono messo male per la pratica e di questo mi vergogno tantissimo.... Mi curo pure poco, non faccio sport, molto raramente incontro qualche amico, compro pochissimo e sono parsimonioso all'inverosimile, non faccio viaggi e non ho anche paura... Ho anche un'immensa paura inconscia di emergere come già detto, di godermi la vita, avere successo, sociale, economico e anche relazionale e sessuale e quindi mi blocco tantissimo eppure non posso più permetterlo, se mai fosse stato permesso, anche per il fatto che il tempo vola tantissimo e ormai ho superato i 30 e non avendo nè coraggio nè intenzione di porre fine alla mia vita qualcosa deve essere fatta.