Fine di una relazione tossica

Inviata da Al · 7 nov 2022 Terapia di coppia

Salve, vorrei chiedere un consiglio di come superare i sensi di colpa dopo la fine di una relazione tossica. Sono un ragazzo che frequenta la magistrale. Due anni fa ho perso mia madre per colpa di una malattia. Io ho sempre sofferto da ragazzo di attacchi d'ansia e poca autostima. Nonostante tutto sono riuscito laurearmi nella triennale e a poco a poco riprendermi, esco con amici, seguo i corsi universitari ecc. A maggio conosco questa ragazza in un sito d'incontri, lei mi mette mi piace e ricambio. Si comincia a parlare e conoscerci, scopriamo di abitare nello stesso quartiere, ci vediamo il giorno dopo e il giorno seguente c'è sintonia e lei mi dice "mi piace stare con te e spero che ci troviamo bene". Ma noto qualcosa di strano subito dopo una settimana mi invita a casa sua a farmi conoscere sua madre e nonna e mi invita subito con lei in vacanza. Dopo una settimana, già i primi problemi mi accusa di essere troppo frettoloso, correre troppo e di non avere una relazione, dato che anche lei è uscita da una relazione durata cinque anni. Ci rimango male, poi ritorna lei dopo tre giorni dicendo scusa, ci vediamo di nuovo ecc. Dopo un mese, ci mettiamo insieme come fidanzati, ma vedo sempre in lei alti e bassi. Una settimana voleva stare con me, fare progetti, la vacanza ad agosto, costruire qualcosa, convivenza, volle fare subito gli anelli di fidanzamento e fare dei braccialetti che ci portavamo ognuno nel proprio polso, premurosa, dolce e disponibile. Poi in una settimana era sempre più distaccata, fredda, parlare dell'ex e che non è pronta per una relazione... I suoi comportamenti di cambiamenti non erano solo riguardanti nella nostra relazione ma anche in altre cose se iscriversi in palestra, se comprare un vestito o altre cose cambiava opinione o modo di pensare a giorni alterni. Ogni volta che dovevo affrontare un esame lei era fredda, quasi come le desse fastidio che ero ansioso per gli esami. Questo per quattro mesi, tra accusarmi di essere ansioso, che non sapevo leggere, che le davo problemi, che i miei colleghi universitari non erano adatti a me, che dovevo prima interpretare lei prima di fare qualcosa cosa, che dovevo guidare perché si scocciava senza auto, invidia verso mia sorella, che ero un peso, un immaturo, che lei doveva stare tranquilla e che non dovevo dargli problemi ecc. .La vacanza invece fu un disastro... stava sempre con la madre in stanza e io nella mia stanza singola da solo. Pochi baci, poche uscite insieme, stavamo a mare sempre con la madre e sempre in vacanza con rabbia mi disse "io non posso accollarmi il tuo problema, ho già i miei vai da uno psicologo per farti aiutare" Il giorno dopo prendo il primo treno da solo e torno a casa, quando lei due giorni ritorna, ci vediamo e mi lascia. Dicendomi che non si era trovata bene con me in vacanza e che dovevamo rimanere amici. Poi due giorni dopo mi contatta dicendo "scusami ero lo stress della vacanza, colpa di mia madre. Ritorniamo insieme perché io e te ci troviamo bene insieme " io ritorno da lei. Non riuscivo più a uscirne da questa situazione, ero sempre ansioso con lei, disprezzato, sempre in competizione con l'ex, cercavo aiuto ma nulla, umiliato, solo e notavo che ero dipendente da lei. A metà settembre la porta ad una fiera nella mia città è si mise a piangere perché si ricordava di quando c’era andata cinque anni fa con l’ex l’abbracciavo per consolarla prima ricambiava poi comincio a infastidirsi. Dovevo affrontare anche a settembre un concorso e anche un esame fu un periodo di forte stress per queste cose, lei mi dice “ti aiuto io non ti preoccupare” mi aiuta un giorno a casa e cominciò a dire “perché non ti impegni a leggere? Tu non sai leggere ecc. Mi prendi per fondelli avevi detto che guidavi non l’hai fatto e neanche nel leggere” Da qui si sente lei quella delusa e cominciò nei giorni seguenti a essere fredda e rispondeva a monosillabi per giorni. Verso la fine di settembre la lascio, ci vediamo e comincia a negare tutto dicendo "Io te l'ho sempre detto che volevo amicizia e non una relazione. Sono stato con te perché non volevi l'amicizia. Voglio stare da sola non sono pronta per una nuova relazione" Qui a ottobre per un mese mi venivano i sensi di colpa se ho fatto bene a lasciarla ecc. Cercavo di contattarla ogni tanto per sapere come stava, rispondeva dopo ore o giorni, una settimana fa provai a chiamarla ma mi ha bloccato ovunque. Il mio unico sbaglio che ho capito che ritornavo da lei quando mi lasciava e tornava, perché avevo della solitudine ecc. Non ho avuto rispetto per me stesso e questo è stato il mio problema. Però credetemi che mi ha distrutto questa relazione, io cercavo di aiutarla in tutti i modi e lei non ha fatto nulla solo peggiorare la mia autostima. Come tutti le esperienze negative e la perdita di mia madre sono ritornare tutte a ottobre. Io che è uscita da una relazione lunga cinque anni che le ha portato problemi di anoressia e alimentari, lo comprendo tutto mi dispiace molto Io per lei. Io ero disponibile, la spronavo di studiare fare l'università, le aiutavo a scegliere un vestito per farla stare bene, ascoltavo quando piangeva per l’ex, per i problemi familiari e salute. Però non è una giustificazione il suo modo di fare verso le altre persone, credo che in amore se non c’è l’aiuto reciproco che senso ha chiamarsi partner? Però chiedo anche un vostro parere, perché ho i sensi di colpa come se fossi io quello sbagliato e se facevo le cose che mi diceva lei, forse le cose andavano bene? Tutti tra famigliari e amici me lo dicevano che era una persona cattiva manipolatrice e narcisista ecc. Almeno la cosa positiva che sto cominciando un mio percorso interiore anche grazie all’aiuto della mia psicologa che insieme stiamo facendo un ottimo lavoro, sto ritornando all’università a seguire i corsi a studiare, le ansie si stanno affievolendo e spero che riuscirò a uscirne…scusate per il lungo messaggio vorrei chiedere un vostro consiglio.

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Miglior risposta 8 NOV 2022

Questa persona da cui si è allontanato non era la persona giusta per lei.
Poi che gli altri dicessero che era cattiva, manipolatrice o narcisista, lo tralascerei.
Non serve che l'altro diventi un mostro per essere la persona sbagliata.
Lei si è sentito manchevole di qualcosa nel percorso di malattia di sua madre? Perché sembra che voglia riparare ad un errore accollandosi il salvataggio di questa ragazza.
Prosegua il cammino con la sua terapia e accolga con serenità la sua impotenza nei confronti del destino degli altri.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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8 NOV 2022

Gentilissimo AI, innanzitutto grazie per la condivisione. Immagino la situazione che descrive, con le fatiche emotive e relazionali che riporta. Parlare con un terapeuta potrebbe aiutarla ad esplorare ed elaborare a fondo quelle che sono le motivazioni sottostanti le sue fatiche, in modo da poter anche condividere delle strategie per fronteggiarle.
Resto a disposizione
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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8 NOV 2022

Salve, penso che quello che lei ha deciso sia opportuno, molto buono per lei. Quindi non si faccia scrupoli e continui così perché ha fatto tutto ciò che era in suo potere fare, sia in termini di aiuto sia in termini di esperienza personale che si è concesso. Buon percorso e non si preoccupi dei sensi di colpa, quando si ha a che fare con una persona affetta da narcisismo, bisogna sentirsi contenti quando si riesce ad uscire dalla relazione faticosa che si instaura con tale tipo di configurazione psichica.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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