Dubbi sulla mia relazione: è tossica?
Buongiorno,
sono una ragazza di 25 anni. Sto da 5 anni con un ragazzo di 26 (mia prima relazione), di cui avevo già parlato due anni fa per una serie di problemi che trovavo nella nostra relazione.
Premessa: io sono ancora innamorata di lui, sento ancora un grande legame e lo amo. Molto spesso quando lo abbraccio mi sento a casa, soprattutto quando siamo in periodi in cui stiamo bene.
Mi sembra però di non essere ancora riusciti a superare la maggioranza dei nostri problemi che avevo già esposto la volta precedente.
I principali:
1. Lui cerca di dirmi cosa devo o non devo fare. Esempio: “non andare via coi tuoi amici perché X mi dà fastidio, se lo fai è una mancanza di rispetto verso di me”; “non andare in palestra”; “non voglio che fai tardi se esci a cena con quei tuoi colleghi perché mi dà fastidio se bevete qualcosa insieme”; “non voglio tu faccia vacanze con la tua amica perché siete due ragazze da sole”.
2. Se non rispondo entro un’ora al telefono inizia a mandarmi un messaggio dietro l’altro, dicendo che se non mi viene in mente di scrivergli anche quando sono fuori coi miei amici allora vuol dire che non penso a lui.
3. Quando si arrabbia mi insulta pesantemente, es. mi dice che sono una persona egoista, piccola dentro, che non so tenermi strette le persone che mi amano. Se ci rimango male, lui mi chiede scusa ma si giustifica dicendo che da arrabbiati si dicono cose che non si pensano e che anche io lo faccio (NB io mi arrabbio e lo posso mandare a quel paese, ma non mi sono mai permessa di attaccare la sua persona o di mancargli di rispetto così).
Io fino a un mese fa ho accettato passivamente quasi tutti questi atteggiamenti (es. non ho mai fatto vacanze coi miei amici per non avere problemi). Ora, anche grazie alla terapia cognitivo-comportamentale (e a un periodo di ansia a cui non riuscivo a trovare un motivo), sto cercando di tirarmene fuori, perché mi sento completamente oppressa e trattata come una persona inferiore.
Sento un disequilibrio tra noi, anche se lui dice di “autolimitarsi nel fare le cose che mi possono dare fastidio”. Esempio: anche io a volte sono gelosa, ma lui cerca di non mettersi in situazioni che mi possano dare fastidio perché vuole tutelarmi (e per potermi dire “io mi limito, limitati anche tu”). Io credo che questo atteggiamento sia disfunzionale: la gelosia è un problema dell’individuo che la prova, dell’insicurezza di una persona e non va assecondata, ma va compreso il motivo di fondo per poter lavorarci sopra.
Il mio “motivo di fondo” l’ho analizzato in terapia e ci sto lavorando, il mio ragazzo invece non si rende conto che il problema parte da lui e dà a me la colpa della sua gelosia.
Ho deciso di parlarne col mio ragazzo, essendo arrivata oltre un limite di sopportazione (che è stato superato già anni fa ma di cui mi rendo conto solo ora = sto reagendo solo ora). Gli ho detto che è ora di evolvere come coppia, che non fa bene a nessuno dei due lui che si limita da solo e che poi limita me. Lui ha reagito dicendo che a lui non pesa limitarsi (NB lui le vacanze con gli amici le fa come è giusto che sia!!), perché vuole solo stare bene con me e “gli basto io”. A me questa frase ha fatto talmente paura che gli ho detto che a me lui non basta: lui è parte del mio mondo, ma non il mio mondo.
Dalle sue reazioni e risposte ho capito che a lui andrebbe bene rimanere così. A me no, perché assecondarlo non ha portato da nessuna parte se non a un mio malessere.
Sono infatti recentemente andata due giorni via coi miei amici (6 mesi fa non mi sarei mai sognata di farlo!!). La sua reazione:
- Fai sempre quello che vuoi.
- Mi hai distrutto.
- Ora mi raccomando sparisci e non considerarmi.
- Ti avevo proposto di stare insieme questo weekend, ho bisogno di stare con te.
- Avevi detto che non sareste usciti a cena, complimenti.
- (Non gli ho risposto per 3 ore) Sei sparita, non pensi a me.
- Avevi detto saresti tornata a casa prima e ci saremmo visti, è una mancanza di rispetto verso di me (ero in macchina con gli altri e abbiamo deciso in maggioranza cosa fare, ma per lui dovevo impormi per rispetto dell’impegno con lui).
La sera mi chiama al telefono e mi insulta, e io gli metto giù in faccia il telefono e mi rendo irraggiungibile fino al giorno dopo. Capisco di essere a un punto di non ritorno e di starmi allontanando (dolorosamente perché lo amo, ma inevitabilmente), tant’è che gli ho detto che mi sta perdendo.
Sua risposta: “Io queste tue minacce non le accetto”.
Queste sue reazioni a un qualcosa di normalissimo che ho fatto mi stanno facendo realizzare che io non mi merito più di essere trattata in questo modo, non mi posso e non mi voglio più far manipolare e non posso più accettare di sentirmi in colpa per essere andata via senza lui.
Non so che fare, non so se sia una situazione risolvibile (visto che ci sono ancora dei sentimenti per lui), ma allo stesso tempo so che l’amore non basta.
Viene prima l’amore verso se stessi.
Grazie per i Vostri consigli e la pazienza,
una ragazza di 25 anni.