Famiglia in crisi

Inviata da Raffaella · 7 apr 2016 Terapia familiare

Sono figlia unica, molto timida ed introversa. Da circa 5 giorni mi si è come crollato il mondo addosso: mamma e papà mi spiegano d'un tratto che si sono separati. Fin da piccola non li ho mai visti davvero innamorati ma sono cresciuta credendo di vedere in questo la normalità. Litigavano spesso ma poi facevano pace. Mamma ha sempre avuto problemi fisici di vario tipo tra cui problemi al cuore e papà è un uomo che non rinuncia ai piaceri della vita, nonostante ciò le è sempre stato accanto quando poteva. Adesso mamma ha scoperto che lui frequenta un altra quando esce e non riesce più a dormire e si rifiuta di mangiare. La vedo quasi sempre piangere, papà mentre si comporta con pietà diventa leggermente aggressivo con la voce. E io non so che fare, cerco di consolare mamma per quel che posso. Desidero solo scappare di casa appena posso e riprendere a respirare un po' più serenamente. Cosa potrei fare di più?

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Miglior risposta 7 APR 2016

Cara Raffaella,
non dici la tua età ma si presume che non sei certo una persona adulta dal momento che parli di scappare di casa per essere più tranquilla.
Naturalmente, questa è una cosa che non puoi e non devi fare perchè non avrebbe senso e complicherebbe solo le cose.
Purtroppo non c'è molto che tu possa fare e, d'altra parte, la conflittualità del rapporto tra i tuoi genitori non ti giunge nuova ed è iniziata molto tempo fa.
Forse già allora sarebbe stato utile un qualche intervento psicoterapeutico ma a nessuno dei tuoi genitori è venuto in mente di chiedere un aiuto del genere.
Ora, oltre che stare vicino a tua madre, penso che l'unica cosa che puoi fare è suggerirle di chiedere un sostegno psicologico per superare al più presto questo trauma visto che dai sintomi che manifesta si evince che sta soffrendo molto per la situazione che si è venuta a creare.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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8 APR 2016

Cara Raffaella
che momento triste e difficile per te!
Seppure i tuoi genitori non andassero di gran accordo però immagino che tu non ti aspettassi questo e deve essere stato molto deludente.
Adesso devi rielaborare piano piano questo trauma e fartene una ragione.
Non sarà facile superare questa amarezza.
Se riesci continua a stare vicina alla mamma, però non trascurare nemmeno il rapporto col tuo babbo.
Comprendo che tu vorresti vivere in modo più spensierato ma ora non è possibile.
Quindi cara accetta (nel possibile) la situazione e fai il buono che è possibile fare lì dove sei.
Nemmeno alla tua vita da ragazza non rinunciare completamente e chiedi ad una amica fidatissima (spero che tu ce l'abbia) di starti vicina.
Un carissimo saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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7 APR 2016

Buonasera Raffaella, non dici la tua età ma si evince che tu sia, quantomeno minorenne. Si intuisce anche una tua voglia di fare qualcosa, soprattutto per tua mamma. Sembra essere, questa attitudine emotiva (comprensibilissima), un antecedente di una "inversione di ruolo situazionale", ovvero di volerti prendere cura di tua mamma, quasi come fossi tu la persona che deve proteggere un'altra persona cara, in un momento di difficoltà. Nel caso questa propensione rimanesse, appunto, situazionale, ovvero solo in questo particolare momento problematico, allora sarebbe anche naturale. Il pericolo, tuttavia, è che, nel tempo, si possa strutturare (tra te e tua madre) una relazione per cui lei soffre e tu sei lì accanto ad aiutarla e supportarla, soprattutto emotivamente. Ma per quanto tempo? Questa è un po' la discriminante: perché dovesse diventare abbastanza stabile allora non sarebbe più funzionale per il tuo sviluppo esistenziale. Sei nell'età (immagino) in cui hai altri problemi, fisiologici per questo periodo, da affrontare, gestire (anche con frustrazione) e superare, per arrivare ad una crescita personale. Oltre a questi, sarebbe un carico emotivo enorme, assumersi anche la cura e protezione di un'altra persona (ribadisco, se protratta nel tempo), seppur di tua madre. Credo che, in questo, anche tuo padre debba essere responsabilizzato in qualche modo, ovvero nel prendersi cura lui di sua figlia e trovare il modo di gestire la sofferenza della ex moglie (non tanto per lei, visto che il rapporto sembra concluso, ma proprio per proteggere emotivamente la figlia). Ti suggerisco, dunque, di proporre una psicoterapia per tua mamma ma, se possibile, anche una psicoterapia familiare, con l'obiettivo di poter affrontare una separazione senza che vi siano troppe (anche se alcune inevitabili) ricadute emotive su di te.
Buona fortuna
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista Roma

Dott. Massimo Bedetti Psicologo a Roma

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