Ho paura di essere io la psicopatica di famiglia..

Inviata da Marika · 3 set 2020

La mia famiglia ed il mio vissuto mi stanno distruggendo ed ho paura per il futuro.
Ho 24 anni, ho padre affetto da Morbo di Crohn e Parkinson, una madre bipolare narcisista sotto Paroxetina da sempre ed una sorella (maggiore di 6 anni, 30 anni) di cui si sta cercando di capire la diagnosi. A 15 anni ha subìto un aborto, da lì è stata messa sotto cura di psicofarmaci credendola depressa e bipolare. Ha sviluppato poi dopo diversi anni delle crisi di conversione simil epilettiche, è stata recentemente in clinica sotto osservazione (solo una settimana)... e da qualche giorno ha iniziato a bere e "tentare il suicidio" tramite autolesionismo o gesti come cercare di buttarsi dalla finestra.
Lei è sempre stata una persona decisamente particolare. Molto drammatica, picchi umorali altissimi o bassissimi, parla fin troppo e velocemente, ha migliaia di amici superficiali che puntualmente si scoprono essere (o essere stati) suoi amanti almeno una volta.
Ora è sposata e conduce una vita molto particolare (alleva capre), ed è costantemente circondata da "amici" che la devono sempre sopportare e supportare. Mi ha generato tanta ansia, nel corso del tempo, tanto che quando tornava a casa io sentivo già subito la tachicardia e il nervosismo e avevo bisogno di andarmene. E' sempre stata un uragano e con lei non puoi mai essere tranquillo perché ha PUNTUALMENTE qualcosa che non va. Non è riuscita a finire l'università, è la tipica persona che inizia mille progetti e li abbandona dopo poco.

La descrivo perché ancora non le sono state fatte diagnosi specifiche ed io spero che si possa "delimitare" lo spettro del possibile disturbo.. Io la definisco una BorderLine.

E' sempre stata così, lei, una malata di attenzioni, egocentrica ed egoista. Io sono la classica figlia invisibile, che ha sempre sofferto in silenzio, ne ho risentito tantissimo a livello psicologico, ovviamente. La vita sociale mi terrorizza, non riesco a vedere più di un amico alla settimana senza provare ansia. Sono sempre a casa, se non da sola con il mio ragazzo.

Quando ero alle superiori, mia madre non mi volle portare dallo psicologo anche quando la implorai di farlo perché non stavo bene.. non mangiavo e dormivo tantissimo. Motivo? Non voleva spendere soldi. Mi sono sentita abbandonata per l'ennesima volta e quell'anno fui bocciata. Non so se, all'epoca, la mia bocciatura volesse in qualche modo essere una ricerca di attenzioni. Fatto sta che non servì a nulla. La mia è sempre stata una lotta silenziosa per delle attenzioni che però erano sempre rivolte a mia sorella. Col tempo ho sviluppato molta rabbia e provo una profonda sensazione di ingiustizia verso di loro, che ritengo siano stati genitori pessimi.

Ora sono laureata con 109/110 e mi sono riscattata, ma per me è stato davvero orribile non avere minimamente l'appoggio della famiglia.

"Sei una ragazza che non piange mai, non lo facevi nemmeno da bambina", non chiedo mai abbracci, mi sento talmente arida...

Mi hanno sempre insegnato che rabbia o tristezza non dovrebbero esistere e mi sono sentita così tanto in colpa, per aver provato tali emozioni.. che ho imparato a nasconderle. Vivo di senso di colpa.

Ne risulta una mia profonda rabbia repressa ed incredibile paura per il futuro, perché ormai sono arrivata a detestare davvero mia sorella, che non ha fatto altro che attirare le attenzioni dei miei genitori per tutto il tempo.

Mio padre è sempre stato malato e si è sempre percepito come tale. Non discute mai con mia madre o viene subito crocifisso, non può minimamente dire la sua e, inutile dirlo, non è mai stato in grado di essere una figura paterna protettiva. Non riesco neanche ad abbracciarlo o a mangiare con lui, il silenzio che si crea quando siamo nella stessa stanza mi strazia. Mi sento profondamente a disagio e in colpa, perché mi ripeto spesso di essere una figlia veramente orribile.

Ho avuto anche io episodi di autolesionismo, bevevo da sola in camera all'età di 14 anni, mi tagliavo, non mangiavo per giorni.. il tutto nel silenzio della mia camera chiusa e Mai e dico Mai nessuno ha bussato anche solo per vedere ci fossi ancora.. Ho avuto due episodi di tentato suicidio bevendo alcool denaturato ed inchiostro, un'altra volta con diverse pastiglie.. e non sono mai riuscita a dirlo ai miei.

Ora, dopo anni, so che erano urla di aiuto, ricerca di attenzioni che non sono mai arrivate...

Non ho più fatto cose simili ed ora, sto decisamente meglio.
Ma ho paura, capite? Non so come io abbia "razionalizzato" queste cose, ho paura di averle semplicemente messe sotto al tappeto.. o di starle ignorando.

Ora voglio pensare al mio futuro, ma queste gabbie sono sicura che mi influenzeranno tantissimo. Sogno una vita serena con la mia famiglia insieme al mio compagno, che mi ha recentemente fatto la proposta di matrimonio.. e sono terrorizzata da ciò che potrei fare involontariamente a lui o ai miei eventuali figli. Porto con me un senso di colpa come se avessi un "difetto di fabbrica" e fosse già destino che farò qualcosa di male o di sbagliato..Perché, come dicono spesso i miei "La mela non cade mai lontana dall'albero"... Ho paura di essere un mostro.

Scrivo oggi perché mi sento decisamente apatica, senza energie, distratta, mangio poco e dormo tanto...

Dopo anni di violenze psicologiche, io sono arrivata a Non avere alcuna reazione alla notizia del "tentato omicidio" di mia sorella.
Ovviamente a lei basta piagnucolare un minuto, che i miei partono anche alle 2 di notte per andare da lei e sparire per giorni, non facendomi neanche sapere dove siano...

Provo profonda vergogna per lei, mi sento imbarazzata e STUFA. Spero quasi che lei riesca nel suo intento e ci lasci vivere sereni. Ecco perché ho paura, perché credo che questo pensiero sia aberrante..Eppure ho pensato anche di aiutarla a liberarsi delle sue - e mie - sofferenze.
Non ne posso più. E' sempre stata la Regina del Dramma e sempre lo sarà. Le si è sempre perdonato tutto perché "è bipolare, è malata" e invece si è scoperto dalle ultimissime visite che la sua è una depressione molto leggera e che non è bipolare...

Quindi, GUARDA CASO, ora per riottenere il diritto di avere le attenzioni che la "malattia "le garantiva, sta iniziando con questi "tentativi di suicidio"... che io, essendo stata la prima ad averlo fatto, so essere solo stupide richieste di attenzioni. Sono i classici graffietti superficiali sulle braccia e guarda caso, LEI afferma di aver provato a buttarsi dalla finestra, ma nessuno l'ha mai vista. Se poi vogliamo aggiungere che "si voleva buttare dalla finestra" perché un suo amico su Facebook("di cui si è perdutamente innamorata, in 3 mesi di chat" e ricordiamoci che è sposata!) non le rispondeva al telefono...

HO PAURA di essere figlia di questa famiglia. Ho paura di essere a mia volta una psicopatica e di non rendermene conto..
Per favore, ditemi che è normale reagire in questo modo, dopo una vita così....

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Miglior risposta 3 SET 2020

Certo che sono normali i sentimenti che lei definisce aberranti, di odio nei confronti di sua sorella. Non credo assolutamente sia lei sia un mostro.
Le consiglio, visto che era tra l'altro una sua idea che non si è concretizzata in passato per l'opposizione della sua famiglia.
Adesso la decisione è solo sua, non deve chiedere il permesso a nessuno
Dott. Masucci A.

Dott. Armando Masucci Psicologo a Avellino

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27 OTT 2021

Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È illusorio credere che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat, serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).

Dott. Massimiliano Castelvedere Psicologo a Brescia

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