Noi, una famiglia allargata in crisi

Inviata da Leslie · 7 gen 2024 Terapia familiare

Buonasera, sono una mamma, ho 35 anni, di un bimbo di 6 anni separata e compagna di un uomo di 49 anni, padre separato di una ragazza di 14. Ci conosciamo da 4 anni e conviviamo da 2. Per via della distanza che ci separava, più di 100km, io ho lasciato un buon lavoro nella mia città ed affittato la mia casa, trasferendomi a casa sua; per lui, essendo titolare di un’attività, non sarebbe stato altrettanto facile farlo. L’inizio della nostra relazione è stato travolgente. Da subito però ho vissuto delle “stranezze”, ovvero delle situazioni che mai avevo vissuto prima e che mi lasciavano quindi un senso di smarrimento. Parto da quella che è la sfera relazionale e di coppia, a partire da un primissimo episodio, erano più o meno due mesi che ci frequentavamo, eravamo a casa sua per una serata romantica dentro la jacuzzi e suona la porta di casa, lui va ad aprire e ci ritroviamo la sua ex fidanzata ubriaca che con urla e minacce tenta di entrare dentro casa per aggredirmi. Ci tengo a precisare che la loro storia era già finita prima che io lo incontrassi. Capitolo chiuso dopo le sue scuse. A due anni dalla nostra relazione scopro che lui intratteneva una relazione digitale con una donna fin da prima che lo conoscessi; ne abbiamo parlato ma poco perché non è un argomento che lui tratta con serenità, la motivazione che ho ricevuto è che era un antistress, mah. Dopo questo non è stato facile ricostruire la fiducia e ci sto ancora lavorando. Passiamo alla sfera familiare di lui, rapporto conflittuale con il fratello con cui già in passato si erano verificate liti e aggressioni fisiche, che sono sfociate lo scorso anno in situazioni ben più gravi, un decreto di allontanamento da tutti noi perché violento, con passaggi in caserma, tribunali, avvocati… insomma non proprio una passeggiata di salute per tutti noi, figuriamoci per me che neanche riguarderebbe la mia di famiglia! Arriviamo al rapporto del mio compagno con la madre di sua figlia, storia finita in modo molto turbolento e seguitata in tribunale per 10 anni, ancora oggi le battaglie legali sono all’ordine del giorno. Un mondo quindi totalmente distante dal mio. Il nostro rapporto ciò nonostante unico, un uomo che mi ha fatta sentire amata, capita. Gradualmente abbiamo inserito nella nostra conoscenza i nostri figli, il mio piccolo di 2 anni ha vissuto positivamente la presenza del mio compagno, hanno costruito la loro intesa trascorrendo insieme molto tempo anche grazie al fatto che vive con me, ed il padre biologico vive a 700km di distanza e non lo vede mai. La figlia del mio compagno all’epoca 10 anni fin da subito ha mostrato tutti i suoi limiti caratteriali ed il dolore che si porta dentro a causa di una gestione abbastanza discutibile della separazione dei genitori. La ragazza, sempre triste e scontrosa, inizialmente neanche mi salutava, ha iniziato 6 mesi fa a farlo! Io le facevo dei regali, per il piacere di farlo e per scoprire i suoi interessi, ma lei puntualmente neanche li guardava. Lei trascorreva con il padre e quindi con noi weekend alterni e 2 pomeriggi a settimana, ed ogni volta era realmente faticoso, per il padre, rimettere un po’ di equilibrio e serenità in lei. Il padre da sempre ha cercato di coinvolgerla per le vacanze, per le uscite con gli amici, cinema, passeggiate, ma lei non ha mai facilmente accolto gli inviti; la sua zona di comfort è stare rinchiusa in camera con il telefono. Non è una ragazza socievole, è sempre ipercritica anche nei confronti dei suoi coetanei, avrà 3 amiche al massimo, con le quali esce veramente di rado.
Fino a quando a giugno dello scorso anno la figlia del mio compagno, dopo aver avuto seri problemi arrivando a sfiorare l’anoressia e avendo un principio di depressione, decide di volersi trasferire da noi per allontanarsi dalla madre, con la quale ha iniziato ad avere un rapporto conflittuale e oppositivo. Per il mio compagno é stata una vera gioia, dopo anni in cui gli veniva negata anche solo una telefonata questa é stata un ottima notizia. Per me sono iniziati i problemi, con lui. Mi ha detto da subito che avrei dovuto accettarla così com’è senza avere nulla da ridire perché ad essere allontanata da casa sarei stata io con mio figlio. Inizialmente non avevo capito il senso di questa frase, mi sembrò solo un padre impaurito dalla possibilità di poterla riperdere. Oggi invece mi è tutto molto chiaro. Quella frase è l’essenza del loro rapporto tossico e di quanto io ne debba stare fuori nonostante mi venga quotidianamente chiesto di costruire un rapporto con lei, alla luce del fatto che lei non lo vuole e che il padre riconduce la responsabilità a me! La figlia crea “legami” solo con chi è disponibile a mettersi al suo servizio in ogni momento della giornata seguendo le sue direttive. Da quando si è trasferita da noi si è rifiutata di incontrare la madre, quindi 6 mesi fissa da noi, i genitori le hanno fatto iniziare un percorso da una psichiatra della ASL, che le ha diagnosticato un “a me omesso disturbo” e prescritto una terapia farmacologica che però non ha iniziato perché per il padre non ce n’è il bisogno. Quest’estate ha chiesto al padre di andare in Sicilia solo loro due ed è stata accontentata, aveva espressamente detto di non volere né me né mio figlio. Avevamo poi organizzato una vacanza al mare per tutti e 4, lei è stata costretta a venire perché aveva avuto la sua vacanza privata, durante tutta la vacanza aveva il muso lungo, quando andavamo in spiaggia rimaneva vestita sotto l’ombrellone, non si è mai fatta il bagno! Ho provato a dire qualcosa al padre ma si è arrabbiato con me e quindi chiuso argomento.
Io ne ho parlato più volte al mio compagno di quanto tutto questo mi faccia vivere male, di quanto mi manchi non avere più uno spazio per me e lui ma evidentemente sono necessità che vivo solo io, e lui sta su un altro binario. Arriviamo a pochi giorni fa in cui ennesima discussione per cui avevamo prenotato e pagato una vacanza a Gardaland per tutti e quattro, se non che la sera prima la figlia si rifiuta di voler venire, andando a casa della madre, ed il padre addolorato mi porta a dirgli di essere tranquillo e di rimanere anche lui ma che con me ha chiuso. Frase detta da me in un momento di vero dispiacere, stanca di assistere e vivere situazioni in cui noi cerchiamo di costruire e lei si diverte a distruggere. Il mio compagno oggi è convinto che non ci possa essere una vita serena dentro a questa casa perché io non costruisco un rapporto con la figlia e mi ha detto di andarmene. Per me è un vero fallimento, dopo 4 anni vissuti a supportare una persona che amo, stravolgendo completamente la mia vita per noi, non credo di meritarmi questo. Gli ho chiesto di superare tutto questo insieme perché non voglio perderlo, e lui con una durezza agghiacciante mi ha fatto capire che non c’è spazio per me se non alle sue regole, anzi alla sua regola, la figlia deve fare quello che vuole lei e tutti dobbiamo eseguire senza commenti e quelli che lui chiama giudizi. Scusatemi per il lungo sfogo ma sto passando lunghe giornate di dolore e solitudine.

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