Inviata da Giorgia Pellizzaro · 22 apr 2022Autostima
Buongiorno,
sono ad Innsbruck per un Erasmus di 3 mesi da soli 4 giorni e posso affermare con certezza che sono stati i 4 giorni più brutti della mia vita.
Ho 25 anni e studio lontana dalla mia città natale da quando ne avevo 19 ma non sono mai stata realmente sola, in quanto il mio fidanzato studiava e ad oggi lavora nella stessa città.
Da più di un anno viviamo insieme e abbiamo costruito una routine in cui io mi sono sempre rifiguata, in quanto vedo la nostra casa e lui come il mio unico punto di appoggio e di conforto (di questo me ne sono resa conto realmente solo ora che mi manca tutto ciò).
Sono partita un po' costretta ma anche motivata nella mia scelta, ma mai mi sarei aspettata di passare le giornate con un senso di oppressione al petto, zero voglia di fare qualsiasi cosa e perdita completa di appetito. Continuo a pensare al mio fidanzato, alla nostra vita quotidiana e non riesco ad accettare questo cambiamento, seppur per un tempo limitato.
Mi sento anche una delusione sia per me che per gli altri, perché sto sprecando le ore a piangere invece di fare qualsiasi cosa come scoprire la città, ma anche leggere un libro.
Sono una persona molto introversa e normalmente non soffro la solitudine, ma in questo momento non riesco a superarla.
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23 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Giorgia,
non ci sono colpe nella sofferenza.
Stai affrontando un cambiamento importante (seppur momentaneo) delle tue abitudini di vita, compreso il luogo. Sei fuori dalla tua zona di comfort, e il fatto che tu ora ti senta così non significa che tu stia facendo o non facendo la cosa giusta “da fare”. Le tue emozioni sono congruenti con il cambiamento; per l’intensità di ciò che senti è importante farti sostenere. Ti consiglio di affidarti ad un professionista, può aiutarti a comprendere i motivi profondi del disagio sperimentato, ma anche come modificare quei fattori che in te provocano il tutto, così da regolare e gestire meglio le cose, volgendole a tuo favore. Questo momento e questa sofferenza non saranno eterni, se agisci presto in questa direzione ti darai modo presto di risollevarti e migliorare la tua esperienza lì, così da viverla appieno.
Resto a tua disposizione.
Un caro saluto,
Dr.ssa A. Signorelli (sedute anche online)
28 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente,
la sensazione è che sia sopraffatta da un vissuto di sofferenza e dolore legato alla lontananza e alla separazione.
Inoltre, sembra essere presente un conflitto tra la costrizione a questa esperienza e la volontà a seguire questa scelta.
Ci chiediamo se il ritorno alla routine sia la soluzione e non un adattamento funzionale a non vedere altro.
Cordialmente,
Studio Associato Dott. Diego Ferrara Dott.ssa Sonia Simeoli
25 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Giorgia,
l'esperienza dell'Erasmus ha soltanto evidenziato problematiche caratteriali inerenti alla bassa autostima, ad uno stile di attaccamento insicuro e a disturbi psicosomatici probabilmente già esistenti in precedenza ma sottovalutati.
Premesso che col passare delle settimane la capacità di adattamento aumenterà, il suggerimento è di cogliere questa opportunità per reagire e migliorare le carenze in questi ambiti col supporto di un percorso di psicoterapia utile alla sua crescita personale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo, clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
25 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Giulia, i cambiamenti sono sempre lenti e hanno bisogno di tempo necessario. Non c'è bisogno di correre, rispetti il tuo tempo. Condivida il suo malessere con chi le vuole bene, non pensi sia un "problema" o debba essere giudicante.
Resto a disposizione
Le auguro il meglio
Dott.ssa Fabiana Marra
25 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Giorgia,
il tuo passo nell'andare ad Innsbruck è stata una scelta coraggiosa.
Comprendo la tua fatica, sono i primi giorni, sicuramente i più difficili, in cui orientarsi sembra quasi impossibile. Come se dovesse imparare a camminare per una seconda volta: alzarsi, cadere, piangere e arrabbiarsi e domandarsi perché non si riesce a camminare. Poi ci si riprova, con la semplicità di un bambino. Si cercano appigli (l'Università? Un colloquio online con uno psicologo?), si muovono passi lenti e stentati, e pian piano ci si rimette in piedi.
Il tempo per farlo è una dimensione assolutamente individuale, possiamo essere Lepre, Tartaruga o qualsiasi altro animale che, in quella specifica situazione, ci aiuta ad immaginare alternative plausibili e possibili.
Ti rimando un'aspetto dal mio punto di vista positivo: la scoperta o la maggiore consapevolezza di avere una 'Bussola' a casa, a cui non avevi mai pensato.
Immagino, e ti auguro, che in questi mesi tu possa inccappare in altre situazioni - diverse dalla tua quotidianità rassicurante e splendida - per permetterti di crescere, aprire le porte ad alternative di cambiamento e nuove consapevolezze.
25 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Giorgia,
è possibile considerare che il tuo problema non è la situazione attuale, che vivi da 4 giorni. Questo momento ha soltanto messo in evidenza la tua situazione alla base. Ciòe, hai soltanto un unico punto di appoggio e conforto e senza questo lei entra in crisi come succede adesso. Tornare al nido potrebbe sembrare di risolvere il disagio ma la questione alla base è che lei non riesce a stare lontana dal nido, con sé stessa. Sarebbe opportuno che tu facesse un lavoro su sé stessa nel senso di acquisire più autonomia e migliorare la tua autostima. Potrebbe aiutarla in questo senso, se possibile, intraprendere una psicoterapia o almeno avere una consulenza per sostenerti in questo duro momento.
Un saluto e una buona giornata.
25 APR 2022
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Giorgia,
sicuramente quello che stai vivendo è un sentimento molto forte. Sei lontana da casa, dai tuoi affetti e dalle tue abitudini, ti sei appena trasferita in paese straniero in cui dovrai piano piano ricostruirti una rete sociale e una nuova routine.
E' normale sentirti spaesata, triste e in ansia, così come è normale che tu ti senta sola: di fatto, in questo preciso momento, lo sei. I primi tempi di erasmus sono sempre difficili se si parte da soli, la tua è una situazione che vivono in molti. Il mio consiglio è di essere un po' più "tenera" con te stessa, quattro giorni sono pochi per ambientarsi e mi sembra che tu ti stia mettendo una certa fretta: la paura di deludere te stessa e gli altri ne è causa e conseguenza. Datti il tempo che ti serve per scoprire il tuo nuovo ambiente, le tue nuove abitudini e per conoscere altre persone, magari che stanno vivendo la tua stessa situazione.
Inoltre, in qualsiasi momento, ricorda che puoi sempre rivolgerti a uno specialista per darti supporto psicologico: sono sicura che a Innsbruck ci siano professionisti italiani e, a mali estremi, puoi sempre fare degli incontri online con degli psicologi dall'Italia!
Ti auguro tanta buona fortuna per questa tua avventura e resto a disposizione in caso di bisogno.
25 APR 2022
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Cara Giorgia,
Mi sembra di capire che per te i cambiamenti creano uno stato d'insicurezza che hai cercato di risolvere creandoti un rifugio fatto di di routine e certezze.
Ora stai affrontando qualcosa che ti mette in crisi anche perche' la vivi quasi come una costrizione. E' naturale che fuori dal tuo nido e costretta a fare cio' ti crei malessere.
Capisco che sei delusa e forse anche arrabiata di sentirti cosi, ma il tuo stato d'animo vuole dirti qualcosa che non va.
Mi viene di dirti segui il tuo cuore...e vedi se le cose migliorano o come possono migliorare per te.
Un abbraccio
Dott.ssa Emanuela Tornabene
24 APR 2022
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Carissima
comprendo il suo smarrimento iniziale in una nuova realtà nella quale dovrà contare principalmente solo su se stessa, quindi mi viene da porle questa domanda davvero bizzarra, che mi piacerebbe provasse a porsi ogni mattina quando si prepara ad affrontare la sua giornata: "Come potrebbe volontariamente peggiorare ancora di più la sua situazione attuale durante questi tre mesi, anziché sforzarsi di migliorarla?"
Poi lasci andare la giornata così come viene.
Si ricordi che in ogni crisi si nasconde un'opportunità di crescita e cambiamento: potrebbe rimanere colpita dalle risorse che potrebbe tirar fuori in questo momento!
Qualora si rendesse conto di aver bisogno di un supporto, le consiglio di valutare un percorso di terapia breve strategica.
In bocca al lupo,
Un caro saluto,
Dott.ssa Annalisa Capozza - psicologa ad Arezzo e on-line
24 APR 2022
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4 giorni sono un tempo troppo piccolo per affermare che uno stato di sofferenza, tecnicamente definita disforia e ansia, sia un dovuto ad un malessere psicologico o è la reazione, umana, ad un cambiamento molto importante nel suo stile di vita, che ha comportato anche il fatto che si è staccata da un affetto importante come il suo ragazzo.
Bisognerebbe assolutamente evitare di rimproverarsi così aspramente, dato che è del tutto naturale stare male per un po'.
Ad ogni modo può richiedere un supporto, anche on-line, ad un/una esperto/a, al fine di comprendere meglio questo malessere, le sue ragioni ed elaborarlo in maniera che non si complichi.
L'ansia da separazione e il fatto che ha scritto che è una delusione può indicare che è necessario esplorare l'area del suo stile di attaccamento e quelli che in termini tecnici si chiamano Modelli Operativi Interni, ovvero la concezione prototipica di Sé, degli Altri e delle relazioni che si crea nei primi anni di vita.
24 APR 2022
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Buongiorno,
La sua scelta motivata è un po' costretta, da cosa?
La delusione di sprecare il tempo è quella di non aprirsi alla città e al mondo e di restare a piangere e a pensare alla vita che aveva. Perché questa reazione di perdita? Cosa immagina accada?
Provi a pensare a questi spunti, non rinunci alla sua esperienza, si è rivolta a questo spazio di domande per saperne di più, non si fermi qui.
23 APR 2022
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Cara Giorgia,
Quella di trovarsi da soli in un paese straniero e' un tipo di esperienza che puo' facilmente provocare un senso di solitudine profonda, finanche di alienazione. Io lavoro spesso con italiani all'estero e posso assicurarle che il suo vissuto non e' affatto inusuale, e sicuramente non e' motivo di considerarsi una delusione. Per alcuni il primo impatto e' il momento piu' difficile, per altri arriva invece dopo un po'. Provi a darsi un po' di tempo, le cose potrebbero migliorare, magari sforzandosi di impegnarsi nelle attivita' che l'hanno portata li' (lezioni? praticantato?) o provando a entrare in contatto con altri studeni erasmus; credo scoprira' presto che non e' l'unica a provare un senso di spaseamento. Qualora la situazione non dovesse migliorare nel giro di un paio di settimane, potrebbe considerare di fare ricorso ad un supporto psicologico online per il periodo che e' li, pochi incontri che la aiutino a gestire l'ansia ed a ricavare il meglio dall'esperienza che sta vivendo.
Se vuole, resto a disposizione, in ogni caso, i miei migliori auguri.
dott.ssa Francesca Calvano
23 APR 2022
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Salve Giorgia non tutto ciò che fa soffrire è necessariamente negativo e non tutto ciò che fa piacere è necessariamente positivo. Scrivo questo per dire che le emozioni negative non esistono e che le emozioni possono insegnare molto se si è disposti a interrogarle e ascoltarle, quindi quel tempo non è sprecato e può rivelarsi tutt'altro che deludente. La terapia è sicuramente un luogo sicuro e adatto per riflettere sui tuoi pensieri e sentimenti e per trovare le risorse e gli strumenti per vivere l'esperienza dell'erasmus in modo pieno.
Dott.ssa Mangiagli Laura
23 APR 2022
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Salve Giorgia, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL