Scusate,
ma è normale non piangere? Io non verso una lacrima ormai più per niente. L'altra settimana Vi ho scritto riguardo il periodo delicato che sto passando (grazie per le vostre risposte: credo che comincerò terapia con la psichiatra dove vado: a proposito lei segue la scuola junghiana...cosa sarebbe?)
Anche per la morte della mia amica non ho pianto. Mi danno una brutta notizia. Non piango. Saranno anni che non piango e credetemi a volte vorrei farlo perché "dopo" ci si sente meglio. Non ho pianto quando è morto il mio cane, il mio gatto... Non capisco. Pensavo a questa cosa stamattina...dove tutti al funerale piangevano e io no. Di contro ho una rabbia dentro che tengo sotto controllo se no faccio un macello.
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12 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Nik,
in psicopatologia l'assenza di pianto può verificarsi in situazioni cliniche gravi quali depressione endogena di tipo maggiore, situazioni di shock traumatico, personalità anaffettive a struttura anoressica ed altre ancora.
Anche nel suo caso è possibile che vi sia una rigidità strutturale della personalità per cui lei considera il pianto una espressione di debolezza e ciò non è per lei tollerabile.
Come lei conferma, l'emozione assolutamente prevalente nelle strutture di personalità rigide è la rabbia anche se a volte, specie nelle forme depressive reattive, può essere comunque presente un pianto di protesta o ribellione.
Per lavorare sulla sua rabbia ed esprimere le sue emozioni anche col pianto quando è adeguato al contesto e all'evento, farà bene ad intraprendere la psicoterapia psicoanalitica a cui ha accennato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
5 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Nik
il normale sfogo delle lacrime si è trasformato in rabbia contro tutto e tutti, contro la terribile sorte di perdere le persone care e gli affetti profondi.
Se c'è rabbia è difficile che possa esserci il pianto perché il pianto è arrendersi e, in qualche modo, accettazione.
La rabbia invece non desidera lasciare andare; lasciare andare è come perdere ancor di più le persone o gli affetti, trattenere è conservare anche i ricordi se pur dolorosi.
Sul momento la rabbia sembra vincente rispetto al pianto...ma è alla lunga che non funziona, infatti la rabbia stessa poi si trasforma in indurimento emotivo e in cinismo, si finisce per non credere più a niente di bello nel mondo e a scartare ogni dolce emozione.
Piangere è riconoscersi deboli e vulnerabili e questa è precisamente la condizione umana, occorre accettarla profondamente.
Un caro saluto Dott Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta
5 GEN 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Nik,
Come avrà notato, sono la prima che le risponde.
Questo perché quando una persona decide di affidarsi ad un collega (psicologo, psicoterapeuta o psichiatra), si cerca di non intervenire per non interferire con il lavoro che il professionista andrà a fare.
Si affidi con fiducia al terapeuta che ha scelto e porga a lui/lei queste domande.