DOC o Disforia di genere?

Inviata da Utente 73 · 6 lug 2023 Disturbo ossessivo compulsivo

Buonasera, sono un uomo di 50 anni convivo con la mia compagna e figlia di 2 anni.
Fin da piccolo sono stato molto molto impressionabile, ansioso e dubitativo.
Nella prima adolescenza i primi dubbi sulla sessualità, basati su dubbi puri (non mi sono mai innamorato di un uomo o provato attrazione verso il pene). A 16/17 anni durante una trasmissione radiofonica in cui si intervistava un transessuale io rimasi "spaventato" con una crisi di ansia e inizia a pensare ai miei genitali come quelli di una donna, oppure di avere il rossetto e dovevo in tutti i modi cercare di togliermelo strofinandomi le labbra con una mano.
Questa prima crisi passo nel giro di poco senza interventi terapeutici. La catalogati come uno spavento.
La cosa si ripresentò a 21 anni dopo un evento stressante (la fine di una relazione) e di lì mi fu diagnosticato un DOC. Da quel momento in poi ho avuto altre crisi sempre collegate a eventi stressanti.
Nel 2004 ho iniziato una psicoterapia analitica di sei anni alla fine della quale stavo abbastanza bene. Anche l'analista mi confermò senza ombra di dubbio che si trattasse di un DOC.
Nel 2016 IN seguito ALLA ella perdita di un figlio per aborto volontario sono andati in depressione con ansia, ma senza avere pensieri relativi ai miei organi sessuali. Sono andato da uno psichiatra psicoterapeuta che mi ha dato sertralina e Xanax in dosi "soft" e poi da allora ci vediamo una volta ogni 15 giorni per una seduta di supporto. Tutto andava nella norma. Nel Maggio 2021 è nata G. La mia prima e unica figlia (io ho 59 anni quindi non esattamente un ragazzino). A Febbraio/,Marzo 2022 sempre a seguito di fortissimo stress ho avuto una prima crisi : pensiero/sensazione di avere organi sessuali femminili, ansia e depressione.
Lo psichiatra mi ha parlato di Disforia di genere. Ovviamente sono andato in una crisi tremenda. Mi sono già visto femminilizzato con tutte le conseguenze del caso.
Onestamente a parte la grande angoscia io non credo di aver mai avuto il desiderio di essere donna, non sono attratto dagli abiti femminili, non sono particolarmente curato, non mi danno assolutamente noia i miei caratteri sessuali maschili. Resta questa sensazione ossessionante di avere la vagina.
Sono tornato anche dal mio vecchio analista che mi ha confermato il suo pensiero che si tratti di una ossessione.
Sono molto angosciato e vorrei sapere come gestire questa situazione.

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Miglior risposta 1 OTT 2023

Gentile utente,
i pensieri ossessivi potenti hanno la caratteristica di essere fortemente emotigeni. Si SENTONO nella carne, e dato che continuamente usiamo le nostre sensazioni per orientarci nella realtà ecco che un pensiero intrusivo sembra proprio reale. Perchè ha un effetto realmente potente. Ma possiamo prenderlo per quello che è: un pensiero fortemente emotigeno che però... non è altro che un pensiero. Nessun pensiero emotigeno ti costringerà a rimettere in discussione la tua identità di genere o la tua immagine corporea. Questi pensieri ti spaventano questa è la loro realtà: sono realmente spaventosi per te.
La paura si lenisce con rassicurazioni. Diventa consapevole della paura e rassicurati su quella.
Poi da un percorso interiore potresti interrogarti sulla funzione di questi pensieri, se ne hanno una. Forse ti sei spaventato da quella intervista radio e da allora essi si ripresentano come a vedere se sei in grado di dare un senso alla possibilità che una persona possa scoprire di non identificarsi col proprio sesso. Se senti che queste immagini e questi temi disgregano il tuo io, puoi trovare cosa invece lo tiene più compatto, anche un mantra, delle rassicurazioni, della mindfulness...
Ripeto è paura, e la paura chiede rassicurazione e sicurezza.
Spero di esserti stato d'aiuto!
Un caro saluto
Dott. David Maddalon

Dott. David Maddalon Psicologo a Treviso

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27 LUG 2023

Buongiorno,
sono molto colpito dal suo discorso. L'identità (sessuale e non) è iol vero perno della nostra esistenza è posso solo immaginare il dolore che ci siano dietro a dei dubbi sulla propria identità. Quello che posso dirle è che, prendendo per buona la diagnosi di DOC, l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda per tale disturbo una Terapia Cognitivo-Comportamentale con esposizione e prevenzione della risposta. La sua terapia psicoanalitica, dunque, potrebbe non essere stata adatta o risolutiva in questo quadro clinico.
La disforia di genere prevede una mancanza di coerenza tra il sesso assegnato alla nascita (biologico) e l'identità sessuale che si costruisce nel tempo (sesso psicologico). Questo, dalle sue parole, non mi sembra il suo caso.
Quello che le consiglio è iniziare una terapia cognitivo comportamentale, senza la pretesa che questa risolverà i suoi problemi ma con l'ottica di provare qualcosa di diverso. Le consiglio anche di sentire uno psichiatra in quanto, dovesse essere DOC, il supporto farmacologico è fortemente indicato.

i miei migliori auguri
dott. Manfredonia

Dr. Marcello Manfredonia Psicologo a Torino

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27 LUG 2023

Buongiorno,
la sua storia è molto toccante; la nostra identità (sessuale e non) è perno fondamentale della nostra esistenza e mi rendo conto come dei dubbi a riguardo possano creare difficoltà evidenti. Qualche nota riguardo il suo racconto. Prendendo per buona la diagnosi di DOC posso solo dirle che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, per trattare tale disturbo è necessaria una Terapia cognitivo-comportamentale con tecniche di esposizione con prevenzione della risposta; il percorso di psicoanalisi che lei ha intrapreso potrebbe non essere stato risolutivo per questo eventuale disturbo.
La disforia di genere prevede il non sentirsi coerente con il sesso biologico assegnato alla nascita e non mi pare sia il suo caso.

Dr. Marcello Manfredonia Psicologo a Torino

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10 LUG 2023

Gentile Utente 73,
partendo dalla fine del suo messaggio, e per rincuorarla, direi che lei è stato in grado di gestire questa situazione per tutta la sua attuale vita: ha 59 anni, ha una figlia, ha una convivente, un lavoro, etc. Stiamo quindi parlando di una persona con una vita integrata e anche con un'immagine di sé stabile che, però, in caso di stress (evidentemente certi stress e non altri, perché nella vita gli stress sono molti) slatentizza delle angosce, delle ossessioni connesse alla propria identità sessuale che però non hanno un riflesso concreto nella sua vita reale.
In realtà, e ancora per rasserenarla senza piaggeria, non è affatto la prima volta che ascolto il resoconto di un uomo con queste angosce ossessive, in un quadro riconosciuto come DOC, e che, guarda caso, non hanno nessuna ricaduta nell'esistenza concreta. Insomma, casi esattamente come il suo.
Troverei poco professionale azzardare analisi o riflessioni profonde sul caso qui su internet, il suo è un caso che, a mio avviso, va affiancato non virtualmente su chat ma in presenza (o comunque con terapia in remoto). Ma dico questo non perché sia un caso grave! Credo, infatti, che il focus della questione non sia tanto far emergere, "esplodere", l'eventuale latenza femminile (che non è certo voglia emergere nel senso tipico della disforia di genere) quando imparare a gestire l'ansia che slatentizza questo tipo di angosce che, di fatto, rimangono da decenni solo sul piano del mentale.
E' proprio l'angoscia libera che va gestita, ben prima delle forme che essa assume, le quali, certo, meritano poi indagine.
Io mi rendo disponibile all'ascolto, se vuole, ma in ogni caso scelga con serenità il professionista più idoneo.

In bocca al lupo per tutto
dott. Alessandro Pedrazzi

dott. Alessandro Pedrazzi Psicologo a Settimo Milanese

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10 LUG 2023

Gentile Utente

Non esiste un modo unico o certo per affrontare delle situazioni delicate.
Mi rendo conto che la mancanza di una strada definita possa destare delle preoccupazioni da parte di chi sceglie di intraprendere un percorso terapeutico.
Tuttavia, è questa stessa mancanza che le consentirà di scoprire le sue risorse interne, accedendovi per superare un momento difficile. Ne ha avuto la prova tangibile a conclusione della terapia iniziata nel 2004.
Dalla sua storia si evince che i pensieri si sono ripresentati anche in seguito a due lutti: la fine di una relazione amorosa e la perdita di un figlio.
Attraverso il suo percorso terapeutico potrebbe provare ad elaborare questi eventi, comprendendo il significato che attribuisce alla perdita e quale dinamica esistenziale si ripete a seguito di queste situazioni da indurla a sperimentare un forte disagio.

Le faccio un grande in bocca al lupo.
Sia forte.

Dott.ssa Maria Chiara Del Mastro Psicologo a Portici

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7 LUG 2023

Buongiorno,

Mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile. È importante ricordare che non sei solo e che ci sono molte risorse disponibili per aiutarti.

In primo luogo, è importante continuare a lavorare con i professionisti della salute mentale. Se senti che il tuo attuale psichiatra non ti sta fornendo il supporto di cui hai bisogno, potrebbe essere utile cercare un secondo parere. Potrebbe essere utile trovare un terapeuta specializzato nel trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o della disforia di genere, a seconda di ciò che ritieni più rilevante per la tua situazione.

In secondo luogo, potrebbe essere utile cercare il supporto di gruppi di sostegno. Ci sono molte comunità online e offline di persone che stanno affrontando sfide simili, e potrebbe essere di aiuto parlare con persone che possono capire ciò che stai attraversando.

Infine, è importante prendersi cura di sé stessi. Questo può includere cose come assicurarsi di mangiare correttamente, fare esercizio fisico regolare, cercare di dormire a sufficienza e dedicare del tempo a attività che ti piacciono e che ti fanno sentire bene.

Ricorda, non c'è nulla di sbagliato nel cercare aiuto. Se stai lottando, è importante parlare con qualcuno di fiducia della tua situazione. Non sei solo e ci sono molte persone e risorse disponibili per aiutarti.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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