Disturbo schizoide e problemi con mia madre

Inviata da Federica · 2 feb 2015 Disturbo dissociativo

Buongiorno a tutti, avrei davvero bisogno del vostro aiuto. Ho 21 anni e sono schizoide (l'ho scoperto sei mesi fa, da tre diversi psichiatri);Non mi è stato detto personalmente, ne hanno parlato con mia madre.
All'inizio sono rimasta un pò scossa, non credevo di avere un disturbo di personalità ma con il passare del tempo ho dato sempre meno importanza a questa "etichetta".
In quest'ultimo mese il rapporto con mia madre (sempre stato difficile), è molto peggiorato. Mi accorgo di provare un forte rancore verso di lei, un'emozione così forte che mi accompagna tutti i giorni ormai e la parola che mi viene in mente più spesso è "odio". Mi sento totalmente incompresa, sola e avverto astio anche da parte sua. La cosa strana è che provando queste cose nei suoi confronti, ho voglia di punire me stessa : vorrei distruggermi.
Non sopporto più questa situazione, mi sento infantile a scontrarmi con lei per ogni parola.
Racconterò alcuni episodi che mi fanno stare malissimo :
-Quando sospettavo di essere schizoide, lessi "il tradimento del corpo" e rimasi sconvolta nel ritrovarmi in ogni parola...tutto ciò che non riesco a esternare è scritto lì, perciò ho chiesto a ma madre di leggerlo quando aveva tempo (si era mostrata anche interessata, visto che dice sempre di non capirmi). Passano i mesi e non l'ha mai aperto.
- Quando mi vede giù o arrabbiata (capita raramente, abito in un monolocale sola sotto la casa di famiglia), lei rincara la dose dicendo che mi diverto a star male, non faccio niente per migliorare le cose.
- Mia sorella ha 27 anni, madre di un bambino di 4 e vive con i miei. E' una persona molto ansiosa, psicologicamente dipendente e ha un rapporto simbiotico con mia madre. Nonostante abbia la patente, ha paura di andare da sola anche alle sue sedute di psicoterapia e devo portarla io. Spesso provo a dirle che deve farlo da sola e mia madre si arrabbia perché dice che non capisco i limiti delle persone, sono egoista e devo aiutarla (io da sola prendo i mezzi per andare dallo psichiatra e faccio spesa nonostante gli attacchi di panico e loro lo sanno, però non è mia abitudine chiedere di accompagnarmi, vorrei che si proponessero loro).
- Due settimane fa ho preso un cagnolino sperando che potesse colmare un po' il mio vuoto. Purtroppo è stato un grande errore. Gli voglio bene eppure il fatto che mi segua dappertutto e richieda attenzioni, mi crea una grandissima ansia. Non mi sento in grado di dargli ciò che chiede, mi sento totalmente "invasa" da questo esserino. Lo coccolo e ci gioco ma non sono felice.Mia madre e mia sorella dicono che ho sempre fatto così, non sono in grado di affezionarmi a nessuno e arrabbiandomi, rispondo che è il mio carattere. A queste parole mia madre s'infuria, pensando subito al mio disturbo (invece io non intendevo quello) e dice che mi piace nascondermi dietro questa cosa.
Questi sono solo alcuni esempi, raccontati così sembrano molto banali ma in pratica sono parole fatti che si ripetono dalla mia infanzia. Vorrei solo che mi parlasse come fa con mia sorella, che non mi critichi ma "provi" a capire. Non ho mai avvertito un suo interesse (so che c'è ma non arriva), lei è sempre quella che mi spinge dai psichiatri e mette in mano a loro il problema; quando vede che sono restia alla terapia si arrabbia, non capendo che basterebbe un suo piccolo gesto a farmi star meglio. Queste cose ho provato a dirgliele qualche tempo fa e a volte sembra capire e si mette a piangere dicendo che ha sbagliato tutto da quando ero piccola, che sentiva che in me c'era qualcosa di strano già allora, come se la rifiutassi. Quando fa così non la sopporto, invece che piangere quei cinque minuti perchè non dimostra qualcosa? Scusate la prolissità ma è davvero difficile dare un quadro generale della situazione. Sicuramente mi ama, lo so, il problema è tutto come viene recepito da me.Per finire sto seguendo una cura farmacologica seguita da psichiatra,ho preso una pausa dalle sedute. Non ho più fiducia in nessuno e non vedo vie d'uscita.

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Miglior risposta 4 FEB 2015

Dopo aver letto il suo scritto, diversi sono stati gli interrogativi che mi sono posta....
Sebbene la sua "diagnosi" sia stata confermata da 3 psichiatri (credo che lei abbia avuto modo di approfondire di cosa si tratti),in base al quadro sopra sinteticamente descritto, dal racconto che lei fa e dalle importanti emozioni che trascrive, a mio dire potrebbe trattarsi di un problema un po' diverso....io non escludere un intervento terapeutico INDIVIDUALE E FAMILIARE (anche sua sorella sembrerebbe lamentare una sofferenza e non escludo che ripristinando i rapporti con sua madre le cose potrebbero migliorare).
Perché non contattare uno psicoterapeuta?
Nella speranza di esserle stata d'aiuto, la saluto.
per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Antonia Titta

Dott.ssa Antonia Titta Psicologo a San Benedetto

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5 FEB 2015

Buongiorno Federica, intanto la ringrazio per aver risposto e non si deve assolutamente giustificare...come lei stessa ha sottolineato "è facile fraintendere su internet"!

Un clinico prima di intraprendere un trattamento deve comprendere con accuratezza la natura del problema presentato dal paziente al fine di formulare una diagnosi che può essere effettuata mediante diversi sistemi di classificazione dei disturbi mentali. Attualmente il manuale più usato a livello internazionale è la quarta edizione rivista del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV-TR).
Da poco la nuova versione DSM V.
Si tratta di uno strumento realizzato da un gruppo di esperti di vari Paesi del mondo che afferiscono alla associazione psichiatrica americana (APA), che serve per catalogare i disturbi mentali e per studiarne le caratteristiche.

Pertanto, non volevo assolutamente confermare o smentire la diagnosi posta da gli specialisti che l'hanno valutata, riportavo quelli che sono i criteri per diagnosticare un Disturbo Schizoide di Personalità (utile anche per gli utenti che presentano un problema simile e che sono alla ricerca di informazioni) che secondo il DSM IV sono:

A) Una modalità pervasiva di distacco dalle relazioni sociali ed una gamma ristretta di espressioni emotive, in contesti interpersonali, che iniziano nella prima età adulta e sono presenti in una varietà di contesti, come indicato da quattro (o più) dei seguenti elementi:
1. non desidera né prova piacere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia
2. quasi sempre sceglie attività solitarie
3. dimostra poco o nessun interesse per le esperienze sessuali con un’altra persona
4. prova piacere in poche o nessuna attività
5. non ha amici stretti o confidenti, eccetto i parenti di primo grado
6. sembra indifferente alle lodi o alle critiche degli altri
7. mostra freddezza emotiva, distacco o affettività appiattita.

B) Non si manifesta esclusivamente durante il decorso della Schizofrenia, di un Disturbo dell’Umore con Manifestazioni Psicotiche , di un altro Disturbo Psicotico , o di un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo e non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale.

Sebbene tali criteri le possano sembrare "riduttivi (e anche errati)", il DSM (Manuale Diagnostico e Statistico) è lo strumento che gli specialisti (psicologi, psicoterapeuti, psichiatri) utilizzano.

Tuttavia, al di là della "diagnosi", ponevo l'attenzione sul problema lamentato...

Inoltre, nel suo scritto non era chiaro che stesse seguendo un percorso terapeutico cognitivo-comportamentale (che oltretutto la sta portando a riflettere su ciò che credeva a lei indifferente) quanto piuttosto un solo trattamento,una cura farmacologica, con un psichiatra.

Infatti, nella precedente risposta, volevo consigliarle di affiancare ad una terapia individuale quella familiare (dove, secondo il mio parere ed in base alle POCHE INFORMAZIONI riportate potrebbe avere origine la sofferenza) per aiutarla a trovare più fiducia e vie di uscita.

La ringrazio davvero tanto per aver risposto e per aver chiarito il suo punto di vista.
Confrontarsi è molto importante!
A disposizione...Dott.ssa Antonia Titta

Dott.ssa Antonia Titta Psicologo a San Benedetto

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5 FEB 2015

Grazie Dottoresse per l'attenzione e l'incoraggiamento.
Mi spiace che non sia risultato chiaro un fatto: non cercavo una conferma o una smentita della diagnosi, ho pensato solo di scriverlo per dare un quadro più approfondito. Purtroppo le informazioni riguardo il disturbo schizoide sono davvero misere, in genere ci sono quei cinque punti caratteriali che trovo davvero riduttivi (e anche errati).
Mi spiace dar l'idea di presunzione ma mi trovo in disaccordo con le parole della Dott.ssa Titta. Tutto ciò che si trova nei manuali su questo disturbo, riporta ciò : "SEMBRA che non provino emozioni".
Vivo in un senso di congelamento emotivo da molto tempo, non ho nessuno (neanche un confidente in famiglia) e la cosa non mi pesa. Eppure il percorso che sto seguendo (terapia cognitiva-comportamentale), mi sta portando a riflettere su ciò che credevo mi fosse indifferente. Ovviamente il rapporto con mia madre è una ferita dell'infanzia e credo sia ora che cominci ad analizzarlo...Anche in questo disturbo ci sono dei "momenti" in cui l'emozioni prendono il sopravvento.
Perciò credo sia sbagliato affermare che gli schizoidi NON PROVANO MAI EMOZIONI NEGATIVE O POSITIVE; siamo anche noi essere umani.
Mi scuso ancora se il discorso risulti offensivo, non è mia intenzione ed è facile fraintendere su internet.

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4 FEB 2015

Gentile Federica
la sua situazione deve essere molto difficile davvero ed empaticamente si sente la "disperazione da rifiuto" che prova dato il comportamento di sua mamma.
Lei deve farsi forza e coraggio essendo molto giovane deve credere nelle sue risorse interiori.
D'altronde la sua volontà che la spinge, nonostante le difficoltà, all'autonomia e la sua voglia che, comunque sia, emerge dal suo scritto, sono fattori che la porteranno avanti in un percorso positivo.
Anche il cagnolino che ora è con lei le sarà di aiuto. Non credo che abbia sbagliato a prenderlo; seppure non ne è del tutto felice, questo esserino le diventerà caro e alla lunga l'aiuterà ad evolversi affrontando l'ansia che ora le crea (gli animali sono straordinari, ne farà esperienza, credo che il fatto di averlo preso sia stata una buona intuizione).
A me, come psicoterapeuta, è stato insegnato che la persona che si presenta in psicoterapia, non è la più malata della famiglia.
Nel suo caso specifico tenga presente che sua mamma può essere la più malata di voi dato che sia lei che sua sorella andate in cura.
Cerchi di vedere sua mamma in questo modo e ne prenda le distanze emotive, continui a volerle bene ma non si aspetti cose che, evidentemente, non sà darle (per problemi suoi.).
Continui le cure. Si faccia aiutare da una psicoterapeuta e vada avanti con determinazione nell'affrontare i suoi problemi.
Nonostante la diagnosi punti sulle sue qualità di carattere che, a mio parere, sono forti.
Tantissimi Uguri
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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3 FEB 2015

Lei presenta capacità introspettiva e voglia di raccontarsi e di raccontare. Affianchi alla terapia psichiatrica una psicoterapia con un professionista che le ispiri fiducia, che la sappia ascoltare ed aiutare a trovare, dentro di sè, una via d'uscita dalla situazione in cui versa. Auguri.

Dr.ssa Emanuela Carosso

Dr.ssa Emanuela Carosso Psicologo a Torino

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