Difficoltà nei rapporti sociali

Inviata da Madalina · 21 apr 2015 Relazioni sociali

Non riesco a capire se le persone mi vogliono bene. Ho sbalzi d'umore e mi sento sempre messa da parte... non mi fido di nessuno, non riesco ad esprimere i miei sentimenti... in passato mio padre mi ha abbandonata forse per questo non riesco a legare con nessuno. Ho paura di rimanere delusa, non dico mai ciò che penso. Mi sento presa in giro e mai voluta bene... i dicono che sono perennemente depressa ma non è vero solo che le mie amiche mi rispondono sempre male... mai un abbraccio o una buona parola

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Miglior risposta 23 APR 2015

Gentile Madalina,
Freud diceva che a volte si instaura una tendenza a ripetere una medesima situazione che ci ha fortemente coinvolto emotivamente, ma anche la psicologia sperimentale dice qualcosa di simile riguardo a situazioni apprese. E' possibile che l'abbandono da parte di suo padre le abbia lasciato perciò una sfiducia di base verso gli altri che si ripercuote poi nei rapporti favorendo il verificarsi di ciò che si teme.
Uno psicologo psicoterapeuta dovrebbe poterla aiutare; l'indirizzo strategico breve ha al riguardo ideato delle strategie di comportamento, ma è opportuno che siano inserite in un percorso di consulenza o terapia. Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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23 APR 2015

Gentile Madalina
Non ci sono nella sua lettera molte informazioni circa il malessere che l'affligge.
Dal suo racconto però si capisce la ferita per l'abbandono del padre che sicuramente influisce nei rapporti che lei instaura con le persone e con possibili partner.
I continui sbalzi d'umore inoltre non sono da sottovalutare.
Le consiglio di affidarsi ad uno psicologo o ad uno psicoterapeuta di sua fiducia che le permetta di affrontare i conflitti interni che non la fanno vivere con serenità e soddisfazione la sua vita.
Auguri Dott.ssa Milena Angeli Padova

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23 APR 2015

Gent.ma Madalina, l'aver subito il trauma dell'abbandono, specie in tenera età, è una grandissima sofferenza che può causare delle difficoltà relazionali sulla base del pensiero: "se una persona così importante della mia vita mi ha fatto un simile gran torto, figuriamoci...". Con questo retro pensiero lei potrebbe condurre le sue relazioni in termini di difesa e vigilanza e ogni volta che succederà un qualsiasi evento questo potrebbe essere letto con un siffatto paio di occhiali. Tutto ciò non farà altro che aggiungere sofferenza a sofferenza: lei è diventata molto sensibile soprattutto per quel riguarda la relazione con l'altro. La sua consapevolezza le darà modo di capire la proiezione al futuro di tale atteggiamento che potrebbe crearle una sequenza di abbandoni fino a scegliere poi di restare sola.
Che fare? da quel che ho potuto leggere non le mancano le risorse per affrontare un positivo cambiamento: le scopra, le utilizzi al meglio. Infine, il filosofo Jean Paul Sartre diceva: «L’importante non è quel che si fa di noi, ma quel che facciamo noi stessi di ciò che hanno fatto di noi». Le consiglierei una lettura: "Relazioni efficaci.
Come costruirle, come non pregiudicarle" di Thomas Gordon. La saluto cordialmente Lorenzo Colangelo

Dott. Lorenzo Colangelo Psicologo a Ancona

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22 APR 2015

Cara Madalina,
la sua richiesta di aiuto mi arriva forte e chiara come la sua difficoltà a gestire il senso di solitudine che avverte, che comprendo quanta sofferenza le arrechi. Ritengo che la sua consapevolezza di una difficoltà relazionale è un punto di partenza per un cambiamento possibile. Mi sento di ricordarle che le relazioni interpersonali richiedono iniziativa, partecipazione, vicinanza, ascolto, condivisione, consolidamento, assertività. La mente umana ci abitua a spostare l'attenzione su noi stessi o su l'altro, mai su entrambi gli attori coinvolti nella relazione, così ci troviamo sempre a confermare le nostre ipotesi, ricercando ad ogni costo delle prove e mai a confutarle. Le relazioni instaurate in passato con le figure genitoriali rappresentano una lente con cui guardiamo il mondo e ci relazioniamo con esso.
Ritengo che mettersi in gioco, credendo maggiormente in se stessa le farà sperimentare che è adeguata e che le persone che la circondano la apprezzano, facendole abbandonare il comportamento
evitante che ora adotta. Valuti la possibiltà di intraprendere un percorso che le permetta di conoscere se stessa!
Buon lavoro

Dott.ssa Angela Niro Psicologo a Foggia

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22 APR 2015

Buongiorno Madalina,
ciò che mi colpisce in modo positivo è che lei individua in una sua esperienza traumatica, ossia l'abbandono di suo padre, le attuali difficoltà relazionali. Sicuramente è importante capire come ciò si traduce nella sua vita di oggi. Comunque mi pare un buon punto di partenza per un percorso di crescita su di sé e iniziare a leggere ciò che le accade con le altre persone significative della sua vita in modo diverso.
Tanti cari saluti.

Dott.ssa Daniela Barone Psicologo a Padova

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22 APR 2015

Cara Madalna,
Nel suo messaggio non scrive la sua età, ma posso capire che è giovane e un vissuto d' abbandono che si ripercuote sulle sue relazioni. Recuperare fiducia negli altri non è facile, ma può provare ogni vota che non si sente amata come vorrebbe a riconoscerlo come una sua richiesta e non come una mancanza da parte degli altri. Tuttavia mi rendo conto che è' un lavoro difficile da fare da sola quindi le consiglio di lavorare su di se' attraverso una psicoterapia.
Un saluto
Dott.ssa Annalisa D'Agostino psicoterapeuta in Roma

Dott.ssa Annalisa D'Agostino Psicologo a Roma

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22 APR 2015

I rapporti sociali sono nutrienti per la nostra anima. E' importante averli e coltivarli. Lei sostiene di avere sbalzi di umore e non si fida di nessuno. In passato suo padre l'ha abbandonata; potrebbe essere questa la causa della sua sfiduzia verso il prossimo? Suo padre è una persona completamente diversa da tutte le altre e sicuramente anche dei suoi amici. L'approccio dovrebbe essere completamente diverso, ovvero di accoglienza e controllata fiducia. Il problema potrebbe essere di 'imprinting' --- un problema che si porta dietro da sempre e che dovrà assolutamente pensare ad una possibile rimodulazione. Vedrà che poi sarà facile relazionarsi con gli altri e ricevere finalmente quell'abbraccio e quel calore che al momento di vede negato. Come fare? Come avrà letto anche dagli altri interventi, dovrebbe valutare l'ipotesi di un percorso terapeutico. Buone cose

Dr. Domenico Bumbaca, Psicoanalista Psicologo a Roma

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22 APR 2015

Salve Madalina, il fatto che si sia resa conto delle sue difficoltà a livello sociale e/o relazionale è un buon punto di partenza per iniziare un percorso d'indagine più approfondita dei processi sottostanti.. questo, ovviamente, con l'aiuto di uno specialista che posta supportarla in questo percorso introspettivo..
Dott.ssa Irene Olivi

Irene Olivi Psicologo a Seravezza

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22 APR 2015

Buongiorno Madalina,
Comprendo il suo momento di sofferenza; le relazioni con gli altri, ovviamente, ci influenzano e agiscono anche sul nostro stato di benessere. È importante, come dicono i colleghi, non colpevolizzarsi, comprendere i propri comportamenti e quelli degli altri che, in ogni caso, non possiamo cambiare. Ricordiamoci sempre che l'unico modo per "cambiare" gli altri è modificare il nostro atteggiamento, le nostre reazioni ed interrompere un meccanismo che si ripete per far sì che anche l'altro possa rispondere diversamente. Le consiglio un laboratorio di crescita personale per lavorare sulla consapevolezza, l'autostima e più in generale sulle proprie abilità sociali per ritrovare un benessere che parta prima da lei stessa.

Dott.ssa Antonella Scaccia Psicologo a Frosinone

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22 APR 2015

Cara Madalina, comprendo la sua sofferenza, non è bello per nessuno sentirsi rifiutati e/o poco accettati. Da quello che lei racconta penso che questo malessere sia mantenuto da un circolo vizioso che continua a presentarsi nelle sue relazioni con il mondo, in particolare, lei nutre una sorta di sfiducia nei confronti degli altri e probabilmente ha dei comportamenti che lo manifestano, di conseguenza le altre persone li notano e mettono in atto azioni magari di distacco nei suoi riguardi che lei, di conseguenza, interpreta come non interesse e non vicinanza, questo la riporta a non avere fiducia nei confronti degli altri...da qui il circolo vizioso riparte. Ci tengo a sottolinearle che non è colpa sua, come non e' colpa delle persone a lei vicine, si tratta di un meccanismo che si auto mantiene e non permette a lei e agli altri di mettere in pratica comportamenti utili e a favore della socialità. Le consiglio di rivolgersi a un terapeuta per vedere insieme da dove parte la sua non fiducia e spezzare tutti i circoli viziosi non funzionali. Buon proseguimento. Dott.ssa Irene Desimoni

Dott.ssa Irene Desimoni Psicologo a Reggio Emilia

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22 APR 2015

Cara Madalina
occorre da parte sua una svolta completa nel comportamento dove lei possa abbandonare questo atteggiamento di osservazione degli altri e ripiego su se stessa.
Allora: lei lasci da parte quello che le amiche o le persone in generale fanno o non fanno e si concentri su come lei "desidera" affrontare la vita e cosa vuole trasmettere agli altri.
Dalla sua lettera si denota un atteggiamento vago circa "l'essere nel mondo", ne deriva disorientamento e forte scontento.
Metta a fuoco bene quali sono i suoi valori e cerchi di viverli con la massima coerenza.
Parta da lei e riduca questa osservazione di ciò che fanno gli altri.
Dia a se stessa tutta la fiducia che merita.
Se non riesce si faccia aiutare da uno psicoterapeuta.
Piano piano si sentirà più forte e attiva e vivrà nel mondo e non più ai margini di esso.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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22 APR 2015

Salve, ha ragione quando pensa che le sue difficoltà relazionali siano dovute soprattutto al fatto di essere stata abbandonata da suo padre.I genitori e in particolare il padre per una figlia sono il "primo oggetto d'amore" e un precoce abbandono può portare a minare la fiducia in se stessi nelle proprie capacità e anche nei rapporti con gli altri la naturalezza e la fiducia vengono duramente messi alla prova.Diventare consapevoli di questo è il primo passo per superare queste difficoltà, è come se lei dovesse imparare a fidarsi di nuovo degli altri, ma non è cisi semplice; io le consiglio di farsi aiutare da un professionista intrapendendo un percorso di psicoterapia e vedrà riuscirà a vivere i suoi rapporti sociali in maniera più serena e nel contempo riuscirà ad avere più fiducia nelle sue risorse interiori.

Dott.ssa Ivana Longo Psicologo a Caltanissetta

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22 APR 2015

Buongiorno Madalina, la relazione che instauriamo con gli altri e' un po' lo specchio di quella che abbiamo con noi stessi, come lei dice" è stata abbandonata da suo padre" se a partire da questo evento lei si è installata nella posizione di " abbandonata " che quindi non merita l'amore dell'altro, la situazione che descrive può esserne una manifestazione. Sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla.
Per qualsiasi domanda sono qui.
Cordialmente
Dott.ssa Russo

Dr.ssa Antonella Russo Psicologo a Roma

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22 APR 2015

Cara Madalina,
deve essere molto doloroso per lei vivere questa situazione. Sarebbe opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia per capire quali sono le sue modalità di relazionarsi con gli altri. Spesso in base alle nostre esperienze infantili impariamo a vedere gli altri e noi stessi secondo degli schemi precisi. Questi schemi possono essere funzionali oppure no. Ha accennato brevemente che suo padre l'ha abbandonata. é andato via di casa quando era piccola? Sarebbe molto importante affrontare queste tematiche con un professionista.
In bocca al lupo
Dott.ssa Ilenia Faristei (La Spezia)

Anonimo-145517 Psicologo a Arcola

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22 APR 2015

Buongiorno Madalina capisco quello che lei prova e sento il suo dolore. Nonostante lei viva la sua situazione come impossibile da modificare questa può essere cambiata da lei.
Mi chiederà come. Iniziando prprio lei a cambiare il suo atteggiamento nei confronti della vita e degli altri, e cioè mostrandosi più accogliente e ben disposta. Un percorso di psicoterapia la puo aiutare ad affrontare le sue paure.
Se vuole può scrivermi esponendomi una situazione, troveremo insieme un modo diverso per affrontarla..Dott. Pulvirenti

Dott.ssa Carmela Pulvirenti Psicologo a Catania

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22 APR 2015

Buongiorno Madalina.
È importante che riflettendo si sia resa conto delle difficoltà che vive a livello relazionale. A volte, quando ci si sente fragili ed inadeguati, si attribuiscono alle persone vicine, delle responsabilità scorrette per confermare l'idea che si ha di se stessi e delle relazioni in genere. Da quanto dice, il suo comportamento diffidente ed evitante porta le persone ad allontanarsi da lei o quantomeno a non instaurare con lei dei rapporti che lei possa sentire come significativi e confortanti. Posto che gli altri non si possono cambiare, che ne dice di valutare la possibilità di modificare il suo atteggiamento? Evitando di mettere in discussione la sua amabilità e proponendosi per la persona che è lei stessa, sicuramente, riuscirà ad instaurare relazioni positive. Consideri anche la possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia al fine di conoscere le origini e i motivi per i quali ha imparato a comportarsi così. Le gioverebbe!
Cordiali saluti
Dott.ssa Anna Gallucci

Dott.ssa Anna Gallucci Psicologo a Vicenza

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21 APR 2015

Cara Madalina,
certo che le persone le vogliono bene! Perchè mai non dovrebbero? Nasciamo tutti amabili e capaci e desiderosi di amare, è solo che a volte, quando qualcosa non va, ce ne dimentichiamo. Nel suo caso forse, la diffidenza che nutre nei confronti del suo prossimo, legata probabilmente, come lei stessa dice, alle difficoltà che ha vissuto nella relazione con suo padre, le impedisce di prendersi l'affetto delle persone che la circondano e di ricambiarlo con spontaneità e fiducia. Sono sicura che le sarà capitato di sentirsi amata da un amico o da un familiare qualche volta nella sua vita... pensi a un sorriso condiviso, un abbraccio, uno sguardo accogliente, delle parole di conforto che le è capitato di dare e ricevere: è da questi ricordi positivi che può partire per ricostruire la sua fiducia nell'altro e nelle relazioni.
Tanti auguri per tutto!
Dott.ssa Lucia Bruciafreddo

Dott.ssa Lucia Bruciafreddo Psicologo a Reggio Calabria

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21 APR 2015

Cara Madalina,
dalle tue parole emerge una grande sofferenza per non riuscire ad aprirti con gli altri ed è questo probabilmente che li allontana, proprio perché non dai loro la possibilità di apprezzarti. Comprendo la paura della delusione che può essere associata al rapporto con tuo padre. Ti suggerisco d'iniziare una psicoterapia che possa aiutarti a rielaborare e riorganizzare la tua vita affettiva familiare e darti l'opportunità di vivere serenamente le relazioni attuali e future.
Un saluto
Dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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21 APR 2015

Madalina,

intanto grazie per aver superato con questa mail la sua difficoltà a dire ciò che pensa. Ritengo che possa giovarle iniziare un percorso terapeutico personale con diversi obiettivi, prima di tutto quello di stare meglio nelle relazioni.
Potrà conoscere meglio se stessa e il suo modo di stare in relazione e potrà sperimentare una relazione sicura e rassicurante attraverso la relazione con il/la suo/a terapeuta, imparando nuovi modi di stare con l'altro.
in bocca al lupo

Dr.ssa Federica Brucchietti Psicologo a Milano

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