Delucidazioni per questa situazione...

Inviata da Carla · 28 gen 2024 Terapia di coppia

Salve a tutti,
sono qui per riportare una "storia" che va avanti da ormai troppo tempo.
Ho conosciuto questo ragazzo anni fa, ci siamo messi insieme ma, nessuno dei due "c'era" all'interno della relazione: io stavo affrontando un periodo particolarmente delicato e pieno di indecisioni professionali, mentre lui non riusciva a dimenticare la sua ex. La storia è andata avanti per circa due anni (erano più le volte che non ci si vedeva, e per di più il rapporto a un certo punto è diventato solo "fisicità") ma entrambi avevamo un modo di pensare davvero compatibile, cosa che dopo di lui è stato difficile ritrovare in altri. Succede che io e questo ragazzo, anche se non frequentemente, rimaniamo comunque in buoni rapporti: ci piace parlare delle stesse cose, di idee, condividiamo una simile visione della realtà, insomma la vita va avanti e noi ogni tanto parliamo, usciamo, manco fossimo una coppia.
Ognuno fa le sue esperienze, lui è leggermente geloso delle mie, io idem per le sue, ma entrambi rimaniamo ad osservarci da lontano; aspettando "qualcosa" che ci faccia perdere di vista. A volte è successo di rifare l'amore, ma dopo un po' non ho retto più, ho preferito tenermi a distanza da tutto questo, da lui compreso, perché mi stavo rendendo conto che stava diventando importante per me (molto più di quando stavamo "insieme", dal momento che ognuno di noi non stava vivendo l'altro). Così sparisco per un anno, lui mi scrive, mi cerca, ma io gli sfuggo dalle mani e continuo a vivere la mia vita: uscire, frequentarmi con altri ragazzi. Gli rispondo in malo modo, sono libera eppure il sentimento non c'è per altre persone, non c'è perché so che quel ragazzo, seppur libero come me, ma molto più indeciso di me, sta "lì" in testa, sta nell'intimità che non sono più riuscita a trovare dopo di lui, non in quel modo, non con quella sintonia.
Sapeva che uscivo con altri, e lui andò in pezzi, ed io non ho battuto ciglio fino all'anno dopo, in cui fui io a cercarlo (avevo intuito che si stesse sentendo con qualche ragazza) e l'unica cosa che dovevo fare, che sentivo di dover fare, era parlargli per dirgli tutto quello che provavo per lui (lui che a volte si sbilancia e ti dice qualcosa in più; che "ci tiene", ma non lo ammetterà mai. Ci tiene per come ti guarda, per come fa l'amore, io sento che "c'è qualcosa", ma è lui a volersi frenare). Ci incontrammo, mi organizzò una cena "romantica" e poi le parole uscirono da lui. Mi disse che forse un domani si sarebbe pentito per non avermi scelta, ma che "non lo sa", non sa cosa vuole. Ci tengo a precisare che, purtroppo, lui è sempre stato indeciso/timoroso in qualsiasi ambito della sua vita, un esempio importante è il suo mestiere: ripensa, ci ripensa, fa cambi repentini di idee e progetti...
È come se la scelta, in lui, implicasse una condanna a morte. Infatti ancora adesso non sa come sentirsi realizzato professionalmente. Io uscii da casa sua ma con una consapevolezza in più, ovvero, non si voleva sentire in trappola con me (non a caso lui parla spesso che a volte, com'è giusto che sia, ci siano rapporti indefiniti tra due persone) in una relazione (forse orora), ma che aveva bisogno che io gli stessi vicina, che non fuggissi via: mi stava chiedendo di vivere la mia vita, di fargli vivere la sua, ma di lasciare la porta socchiusa. Gli scrissi che avevo capito quale fosse il punto, un po' per quello che mi aveva detto, un po' perché prima ero (pur non essendo in una relazione decente) più "attaccata" a lui, gli spiegai che sentivo qualcosa per lui di molto forte stavolta ( il caso vuole siamo stati meglio in questo modo, anche a livello affettivo, piuttosto che nella nostra relazione), e ma che non avrei fatto nulla per ostacolare la sua vita e le sue scelte, che ci saremmo continuati a "vivere" senza mai farlo sentire in catene, o comunque di fronte ad una scelta. Gli dissi che non doveva preoccuparsi, ma gli feci presente che "io sento questo per te, vedi tu che fartene". Ed è come se gli avessi concesso quella porta socchiusa che mi aveva lasciato intendere. Io sono sollevata che dopo anni di maturazione sia riuscita ad esternare qualcosa di simile (ho lottato per riuscire a fare luce sui miei sentimenti), e adesso mi sento in pace, anche se il nostro rapporto sarà così, parere mio, per ancora molto tempo, finché non troverà la sua direzione e forse, perché no, la persona giusta: magari la persona giusta non sono io, magari ha bisogno di più esperienze (non ne ha tantissime, un po' come me) ma una cosa mi tormenta: se io ho il cuore "occupato", nel senso che lo amo, come posso sentirmi con altre persone? Io è questo che non riesco a fare, non riesco a frequentare davvero bene qualcuno, perché non sono interessata, non sono presa.
Come dovrei comportarmi?
Cosa potreste dirmi della sua condizione?
Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui ahahah

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