Ho il disturbo borderline?
Sono andata per la prima volta da una specialista a 16 anni per problemi di relazioni con le persone..ha sembrato funzionare ma adesso che ne ho 18 sono tornata da lei perché mi sono resa conto che in realtà ho nascosto tutto per non stare male, ma adesso sto avendo una ricaduta. Mi sono imbattuta nei sintomi del disturbo borderline e mi sembrano molto simili a quello che ho io. Vorrei sapere se secondo qualcuno di voi potrebbe essere la mia diagnosi. Sono consapevole che andando già da una psicologa arriverà lei a darmi una diagnosi se necessario, ma io ho bisogno del parere di qualcun altro di esperto. Non vorrei parlare adesso alla mia psicologa del mio sospetto e mi vergogno a chiederle una diagnosi ma ho bisogno di capire se ho solo dei problemi che sono di norma per tutti o c'è un disturbo concreto dietro. Prima di parlare con una psicologa non so se sarei stata in grado di riconoscermi in alcuni dei sintomi, e il fatto che io riesca a farlo è secondo me dovuto all'accettazione e la capacità che ho acquisito grazie a lei di riconoscere i miei comportamenti.
Prendendo da internet i sintomi vi spiego in quali e in quale maniera sento mi rispecchino.
1.sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono: questo è per me il principale problema. Durante le prime sedute di anni fa ho capito che questa cosa deriva dal fatto di essermi allontanata anni prima dalle uniche amiche che avevo perché mi sentivo rifiutata da loro, trovandomi quindi in una solitudine che mi ero provocata da sola. A 16 anni quando sono riuscita ad avere di nuovo delle belle amicizie la paura che tutto si ripetesse si è ripresentata. Ho costantemente paura che le persone a cui voglio bene o che amo si allontanino da me per colpa mia, e ho la certezza che succederà. In questo periodo sto vivendo una situazione difficile con il mio ragazzo, il quale è molto giù di morale, forse anche depresso e ha deciso di prendere le distanze da me per riflettere sulla sua vita in solitudine. Nemmeno a dirlo ho avuto una reazione eccessiva. Ho pensato a fare mille cose per fargli cambiare idea, perché è l'unico modo per me per essere felice. Sarei capace di qualsiasi cosa piuttosto di essere abbandonata da lui in certi momenti.
2.un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione: non riesco a relazionarmi con nessuno che non conosco. Se devo fare amicizia aspetto che l'altro mi rivolga la parola. Molto spesso sono sospettosa nei riguardi delle nuove persone e mi sento messa sotto una radiografia. Questo molte volte mi porta a non sopportare nemmeno i compiti più semplici della quotidianità, come chiedere informazioni o parlare con un commesso. So di essere giovane, ma nonostante tutti i ragazzi della mia età siano capaci di uscire con qualcuno, quella con il mio ragazzo (ex diciamo) è stata la più lunga e vera. Prima uscivo con qualcuno una settimana poi al primo difetto che percepivo preferivo chiudere, cambiavo immediatamente idea. Da un ragazzo carino e simpatico poteva ribaltarsi in uno schiocco di dita in una persona disgustosa, finendo poi con non uscire più con nessun ragazzo e classificare direttamente i tipi di persone da "accettabile" a "mai e poi mai ci parlerò" semplicemente dopo una conversazione o averlo sentito parlare.
3. alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili: come ho detto per il sintomo precedente, per me non esiste mai una via di mezzo. Ci sono giorni o addirittura solamente alcune ore in cui mi sento invincibile, determinata, bella, sicura e capace di essere all'altezza di ogni situazione. Basta un minimo elemento a fare cambiare la mia percezione di me stessa, che è poi quella che prevale di solito, cioè di essere insignificante, di non essere abbastanza per nessuno, di sbagliare qualsiasi cosa, che nessuno mi vuole come amica, che sono pazza e che nessuno mi capirà mai e tutti continueranno a definirmi strana.
4.impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto (quali spendere oltre misura, sessualità promiscua, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate etc.): questo è il sintomo che meno mi rispecchia. Mi posso definire soggetta a impulsività verso abuso di alcol, droga, sigarette e anche guida spericolata a volte, quando sono nei miei momenti di malumore, ma non sono cose esagerate e persistenti in lunghi periodi.
5.ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante: fin dagli inizi dei miei problemi i comportamenti con cui mi sono fatta del male sono stati soprattutto provocarmi il vomito e graffiarmi fino a scorticarmi le braccia con le unghie. Nel caso di entrambi sono dovuti alla forte sofferenza che provo e non so perché farmi del male fisicamente è come se temporaneamente mi facesse soffrire di meno, come se mi potessi liberare. Riguardo al vomito quando sto male è come se sentissi una roccia che mi preme lo stomaco e mi viene da vomitare e quindi l'unica maniera che mi può aiutare è vomitare. Penso quasi tutti i giorni a come sarebbe morire. Se penso ad una morte accidentale o per malattia sto male, penso di essere ancora giovane. Ma quando penso al suicidio penso a come starebbero gli altri e sono certa che starebbero bene lo stesso e a volte penso che piuttosto di vivere con una personalità come la mia potrei anche ammazzarmi e arrivo a pensare anche al modo in cui lo potrei fare che di solito è legato a ingerire tutti i medicinali che trovo per casa, cosa che una volta sono quasi arrivata a fare.
6.instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore (es. episodica intensa disforia o irritabilità e ansia, che di solito durano poche ore e, soltanto più raramente più di pochi giorni): ho moltissimi e sbalzi di umore, basta una minima cosa per farmi deprimere al punto di piangere o farmi infuriare, il tutto alternato a una fase tranquilla o addirittura euforica. Molte volte ho pensato di essere bipolare ma essendo i miei cambiamenti di umore più brevi anche se ugualmente intensi mi sono molto riconosciuta in questo sintomo quando l'ho letto. Sono consapevole di questo mio umore instabile solo perché me lo hanno fatto notare gli altri. Molte volte mi sono infuriata o sono rimasta male per delle sciocchezze tanto che gli altri non sapevano perché stessi reagendo così, dicendomi che sono esagerata e che quando qualcuno mi conosce bene sta molto attento a come si confronta con me per la paura di come potrei reagire. Per questo quando poi mi calmo mi sento molto in colpa per aver messo l'altra persona in questa situazione di disagio a causa della mia reazione, o che a causa di questa nessuno mi vorrà più come amica.
7.sentimenti cronici di vuoto: sentirmi vuota è una sensazione che riscontro spesso, ma è molto difficile da spiegare.. a volte pare sia legato all'insoddisfazione, altre volte alla solitudine altre ancora non so proprio perché.
8.rabbia immotivata ed intensa o difficoltà a controllare la rabbia (es. frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici etc.): questo sintomo penso di averlo già esposto nel punto 6. è una cosa che mi rimproverano tutti, dagli amici, ai professori e i miei genitori. Basta una piccola accusa o un leggero tono di voce alterato a farmi scattare e farmi perdere le staffe diventando aggressiva, più che altro verbalmente. A volte semplicemente mi sveglio la mattina e sono già infuriata con tutto e tutti e niente va bene.
9.ideazione paranoide o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress: mi dispiace ma di questo sintomo non colgo il significato..
spero possiate darmi delle delucidazioni a riguardo,
grazie dell'attenzione