Crisi nel rapporto col terapeuta
Buongiorno,
Scrivo qui per chiedere un consiglio su come procedere con il mio percorso psicoterapico perché mi sento profondamente in crisi in proposito. Sento di aver come perso fiducia nella mia terapeuta per alcuni suoi modi di fare e mi sento molto dispiaciuta per questo perché riconosco che in questi quasi 3 anni mi ha davvero aiutato a superare dei gravi traumi infantili legati a violenza familiare ( in particolare da parte di mia madre) e a prendere distanza dalla mia famiglia di origine diventando completamente autonoma ( ora ho 29 anni, abito e mi mantengo da sola da più di 3 anni). Quando sono arrivata da lei ero davvero a pezzi e grazie al lavoro insieme sono diventata una donna indipendente e molto più consapevole di me stessa e degli altri. Anche per questa crescente consapevolezza so che il mio lavoro interiore non è finito e che ho ancora diversi nodi da sciogliere, ma non so se lei è ancora la persona giusta per me. Sono molto dispiaciuta per questi dubbi perché le sono grata per quanto fatto insieme fino ad ora, ma allo stesso tempo avverto da qualche mese una forte resistenza nei suoi confronti seguita da difficoltà ad aprirmi con lei sulle tematiche più profonde che mi causano difficoltà nella vita. Questo perché non mi sento ascoltata. Nell' ultima seduta c' è stata una discussione più animata del solito perché mi sono arrabbiata con lei per il fatto che mi ha interrotto mentre parlavo per dire la sua in una maniera che mi era sembrata un po' frettolosa, impedendomi di procedere e arrivare a quello che per me era significativo. Ammetto che ho sbottato e che avrei potuto lamentarmi in maniera meno aggressiva, ma come le ho fatto notare, non era la prima volta che le dicevo che non mi sentivo ascoltata e che spesso mi sembrava di passare la mia ora in sua compagnia ad ascoltare lei invece che dire quello volevo dire, pur capendo che forse è una tecnica per insegnarmi qualcosa. In tutta risposta mi ha detto che le persone non agiscono come voglio io e che quello è
il suo stile terapeutico, prendere o lasciare. Io allora l' ho sfidata, visto che a sua detta mi stava ascoltando profondamente, a ripetermi cosa le avevo raccontato e a dirmi di quello che ero riuscita a raccontare cosa era importante per me. Ha svicolato dalla mia domanda in maniera direi magistrale, e questo mi ha messo ancora più a disagio perché avrei preferito una sincera ammissione di errore . Perché sarà la mia terapeuta, ma anche lei è umana. Invece a volte mi sembra che per lei sia più importante mantenere una posizione sopraelevata rispetto alla mia a tutti i costi in quanto terapeuta, e questo mi crea una sorta di ansia e sfiducia, anche sulle mie percezioni. Mi ha anche detto che forse ho rivisto mia madre nel suo comportamento e questo ha causato in me la suddetta reazione e sarà anche vero ma ora mi sento come se dovessi andare in terapia per parlare della mia terapeuta. Sono davvero triste per questo perché sento che qualcosa in me nei suoi confronti si è rotto quanta volta dopo ormai diversi mesi che provo una sorta di insofferenza nei confronti di alcuni suoi atteggiamenti. Sono andata avanti pensando che fosse una sfida per la mia crescita personale ma dopo questo episodio non so se è davvero costruttivo o sarebbe meglio cercare un' altra guida. Mi sento in colpa per questo e da una parte ho paura di star commettendo un errore e che il mio modo di sentirmi sia dovuto a miei limiti. Grazie