Credo di avere bisogno di altro anche se tutti mi indirizzano da voi.

Sto male da anni e io penso di non voler vivere proprio. Sono vivo solo perché io la sofferenza fisica la evito, e siccome per suicidarsi con metodi fai da te bisogna sopportarne una certa quota resto vivo, ma io non ho voglia di vivere, mi sento solo in trappola, da un lato mi mancano certe cose dall'altro probabilmente non voglio sopportare quello che la mia esistenza comporta. Non riesco a capire come qualcuno possa aiutarmi se io non voglio vivere all interno dei cambiamenti che la mia stessa esistenza comporta. Oltre a cercare di convincermi che dovrebbe starmi bene ogni regola esistenziale così com'è non si fa altro. Io non voglio vivere e vorrei tanto che qualcuno mi aiutasse a morire visto che ho dei problemi con il fai da te, ma nemmeno questo viene concesso. Non percepisco per questo gli apparati di aiuto come forme di aiuto che intercettano il mio malcontento, si presuppone che io condivida una serie di cose con questi apparati ma non condivido quasi nulla perché il presupposto principale su cui si basano, cioè l accettazione dell'esistenza di se stessi e degli altri, io non lo condivido a monte e dubito fortemente che quattro chiacchiere mi faranno cambiare idea su questa cosa. A stare bene non sto bene ma non percepisco questi interventi come risolutivi in relazione alla mia situazione. In genere quel che si riesce a produrre è solo una scaramuccia verbale perché c è un disaccordo a monte. Pensare di non essere obbligato a vivere perché l ostacolo della sofferenza del trapasso e l incognita elevata relativa a fallire l operazione rendendosi invalidi o roba simile non ci sarebbero più mi farebbe stare meglio, ma nessuno lo capisce questo, nessuno. Spero che questa domanda sia accettata, pare quasi che di una cosa del genere non si possa nemmeno parlare.