Buongiorno,
Ho 24 anni e convivo con il mio ragazzo da uno, e stiamo insieme da tre. Vado dritta al punto: mi ritrovo a pensare al fatto che io “non lo vedo, non lo sento”. Difficile da spiegare. È come se lui ci fosse si, ma come presenza in casa e nella vita. Ma non come persona che io amo e che mi ama. Un po’ come se mi fossi auto convinta che lui sia importante per me ma che in realtà non sia un mio bisogno. Non penso quasi mai prima ai suoi bisogni, o a quello che pensa o a ciò che vuole. Penso sempre per prima a me stessa , e mi fermo lì. Lui c’è , come sempre, per me. Ma non realizzo questo, non realizzo lui come persona oltre a me. Tutto ciò a cui penso è rivolto a me, e non a lui, o a noi. Lui c’è , e basta. So che sentirei la sua mancanza se un giorno non ci fosse più, ma non morirei di dolore. E questo pensiero l’ho in generale verso tutto “il resto del mondo”. Se rimanessi completamente da sola, sento che mi sentirei bene. È come se quasi non fossi fatta per avere relazioni con altre persone e nemmeno vorrei averle . È al di là dell’ apatia. Non lo riconosco come persona pensante e capace di avere dei sentimenti, che posso ferire o che posso urtare, o qualsiasi altro tipo di emozione. Ripeto, lui c’è , e basta. Ed è sempre stato così anche con gli altri uomini , e con le altre persone. Esclusi i miei famigliari più stretti. È Veramente ma veramente difficile da spiegare
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
5 FEB 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno
Penso che dovrebbe approfondire tale tematiche con uno psicoterapeuta
30 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Carissima
Sarebbe opportuno che questo suo modo di essere che a lei provoca disagio fosse indagato in una terapia. Ha fatto bene a chiedere ma da un messaggio io non posso sapere nulla di lei se non il suo problema.
Ad esempio: c’è stato un momento specifico in cui si è resa conto di questo suo modo di porsi verso l’altro? Può raccontarlo? Spieghi meglio.
Le consiglio vivamente di approfondire
Gm
27 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
sarebbe utile comprendere meglio queste sue difficoltà che si presentano puntualmente all'interno delle relazioni significative per la sua vita. Difficile darle una risposta che possa esser risolutiva qui, magari potrebbe pensare di iniziare un percorso di psicoterapia con lo scopo di poter meglio comprendere il significato più profondo del suo disagio.
Cordiali Saluti
Studio Associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera,
anche dalle sue poche parole è chiaro che le relazioni le avverte come qualcosa di estraneo, preferendo la solitudine. fare un'ipotesi diagnostica da poche righe non ritengo sia buono ma descrive una tipologia di personalità con caratteristiche ben determinate.
mi piacerebbe farle più domande ma soprattutto aiutarla a superare questo suo disagio.
Cordialmente
Dott Giuseppe D'Amico
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissima Chiara,
dal titolo riferisce di credere di avere un problema e, dal suo racconto, dice che questa sensazione non le è nuova, dato che "è sempre stato così anche con gli altri uomini". A questo punto mi domando, in primis, quale sia il suo grado di disagio, che lei avverte, rispetto a questa situazione. Mi spiego meglio: riguardo a ciò che le capita, sente che è un ostacolo nella sua vita oppure si sta solo chiedendo se tutto ciò "sia normale"?
Partirei da questo spunto di riflessione, per poi, eventualmente, approfondire attraverso una consulenza psicologica.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un eventuale colloquio.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno , e grazie per quello che ha scritto qui.
Lei si sente come se non fosse fatta per avere delle relazioni con altre persone e dice che non vorrebbe averle...
Il bisogno di relazione umano è innato ed è universale , non dipende dalla cultura , e non cessa di esistere di colpo.
Lei dice di stare insieme a questa persona da 3 anni e convivete da uno , però non pensa mai a lui come persona autonoma e indipendente....forse.
Scrivendo qui Lei comunque sta manifestando pensieri verso altre persone , almeno qualche idea rispetto al suo ragazzo, che convive insieme a Lei.
Le emozioni sono sempre utili a farci comprendere meglio le situazioni , e ci forniscono informazioni su noi stessi e sugli altri.
Forse potrebbe approfondire la conoscenza di se stessa e delle sue vere emozioni e sensazioni , grazie ad un percorso di ascolto e di supporto psicologico, e può chiedere qui , sia dal vivo , che on-line.
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Chiara,
Prima di tutto mi sento di dirti che la consapevolezza di stare bene da soli è un traguardo che non tutti a 24 anni raggiungono, quindi il fatto che da sola staresti comunque bene non deve assolutamente stranirti. La questione più complicata è il capire questo "non vedi, non senti", credi quindi di non provare sentimenti ed emozioni verso questa persona? Andando oltre ai gesti che l'uno fa per l'altra, mi interrogherei sulle emozioni che provi quando sei o fai cose con questa persona. Cosa ti ha portato a stare con lui per 3 anni e decidere addirittura per una convivenza? Non è detto che tutti vivano le relazioni allo stesso modo, potete avere due modi diversi di viverla, l'importante è che tu stia insieme a lui non per mera abitudine ma per un qualcosa che ti fa stare meglio. "Stai bene da sola ma con lui stai meglio?" È questa la domanda che mi porrei in relazione a lui e in relazione anche ad altri, amicizie o amori che siano.
Chiedimi pure altro se hai dubbi.
Buona giornata!
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Chiara,
innanzitutto diciamo che non c'è nulla di sbagliato in lei. La nostra cultura quasi ci impone di doverci fidanzare, di convivere, di sposarci. Sembra obbligatorio avere un partner per essere felici. Eppure non deve essere sempre così. Forse non è per lei il momento, forse non lo sarà mai. E non è un problema.
Comprensibile che si senta sola, perché appunto la società ci impone di adeguarci ad un modello di comportamento. Ma se non sente il bisogno di avere un partner, non è obbligata a farlo
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Può essere un suo modo di essere. Sarebbe da indagare se è sempre stato così e quando ha iniziato a percepirlo come problema, come ha scritto nella domanda.
La domanda che le faccio io è: lei c’è per se stessa, si sente?
Resto a disposizione
Un abbraccio
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Chiara.
Questo distacco dalle relazioni e la compresente svalutazione degli uomini come "non pensanti" risuona come una difesa. Questa avrebbe la funzione di proteggerla dalla paura sia di un coinvolgimento profondo ed autentico, che presuppone il riconoscere l'altro come persona, sia di una rottura e la conseguente angoscia della perdita dell'oggetto amato.
Sarebbe utile un percorso psicologico per esplorare le sue dinamiche interiori e affrontare questo blocchi.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Chiara,
Grazie per aver condiviso questa profonda difficoltà. Se questa sensazione di non percepire mai l'altro come importante è stata ed è presente anche in altre relazioni, probabilmente la motivazione non è da ricercare all'interno di questo rapporto, ma in generale nei suoi "schemi relazionali". La inviterei ad interrogarsi su: "quanto si fida dell'altro"? "Quanto e quando ha imparato a farne a meno ad un livello più profondo?" "Le è mai successo di avvertire l'esatto contrario?" Se si, con chi? Come si è sentita? E tante altre ancora per capire come si mantiene questa sua modalità. Le consiglio un percorso psicologico per mettere a fuoco tutto ciò.
18 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao Chiara, credo che ciò che sentì non abbia in se nulla di patologico; tuttavia il fatto che ti dia da pensare potrebbe essere un buon motivo per esplorarti e capire più da vicino le tue dinamiche interpersonali.
Mi piacerebbe aiutarti a farlo, non esitare a contattarmi.