Buongiorno, conosco da vicino le dinamiche familiari di una mamma con il figlio di tre anni che subisce controllo, violenza psicologica e scatti di rabbia del marito ludopatico. Vorrebbe allontanarsi dalla famiglia, tutelare il patrimonio e non subire la sua rabbia....ha tentato più volte di portarlo nei centri specializzati ma li vede come "santoni" e più specificatamente non accetta o non vuol accettare la sua malattia...Posso chiedere come porsi nei confronti di una rabbia quasi incontrollabile, soprattutto se vede nella moglie l'unico punto nero della sua vita anche se lei da sola porta avanti tutto e sta crescendo il figlio....
Grazie anticipatamente....
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28 NOV 2018
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Gentile Fabio,
dal suo scritto non si capisce bene se chi non accetta la ludopatia come una malattia (più precisamente una psicopatologia da dipendenza) sia il soggetto direttamente interessato oppure la moglie.
In questo secondo caso diventa tutto più complicato perchè la signora stessa in qualche modo collude con il problema del marito.
Se la difficile situazione le sta a cuore, lei può incoraggiare questa donna ad intraprendere una psicoterapia mediante la quale può essere indirizzata a prendere coscienza della gravità della cosa ed essere seguita per tutelare se stessa ed il bambino nel miglior modo possibile.
Cordiali saluti.
Dr.Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
27 NOV 2018
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E' una bruttissima situazione. D'altronde non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.
Oltretutto gli accenni a reazioni molto violente sono preoccupanti.
A volte la minaccia di una separazione può essere motivante. Ma certo se la persona esprime questa violenza, occorre molta attenzione.
Sono a Tua disposizione per approfondimenti e/o un colloquio conoscitivo e di orientamento.
Un caro saluto
Dr. Marco Tartari
Roatto Asti
27 NOV 2018
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Gentile Fabio,
le dipendenze sono difficili da trattare, in effetti spesso si rifiuta la cura o comunque sono presenti forti resistenze. La signora in oggetto ha necessità di avere al più presto un supporto psicologico presso un Consultorio o un Centro di Sostegno femminile, in tal modo potrà valutare opportune strategie accompagnata da esperti per superare o comunque migliorare la situazione personale e familiare.
Cari saluti
Dr.ssa Donatella Costa
26 NOV 2018
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Gentile Fabio,
le dinamiche relazionali con soggetti affetti da dipendenze, come è anche la ludopatia, sono molto complesse ed è necessaria una presa in carico globale del nucleo, sia per dare aiuto al soggetto ludopatico sia per supportare i familiari, spesso esposti a situazioni traumatiche.
Se, come purtroppo spesso accade, il soggetto dipendente non riesce ad accedere ad una terapia, diventa di primaria importanza tutelare i familiari, soprattutto i bambini. E' consigliabile perciò rivolgersi ad un Servizio territoriale affinché venga fatta un'accurata valutazione della situazione con il coinvolgimento di tutte le strutture che possono occuparsi dei diversi membri della famiglia e adottare le soluzioni più adatte.
Una volta messi in sicurezza, sarà fondamentale che madre e figlio possano ricevere un supporto terapeutico forte per rielaborare la vicenda (a questo proposito il suggerimento in questi casi è una terapia EMDR dove si ottengono ottimi risultati in tempi piuttosto brevi).
Se lo desidera rimango a disposizione.
Un cordiale saluto,
drs Lucia Mantovani, Milano
26 NOV 2018
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Gentile Fabio, è legittimo che una persona scelga di non curarsi, non lo è se rende la vita dei propri familiari impossibile. Pertanto se la situazione è insostenibile, consiglierei senz'altro alla donna di rivolgersi ad un Centro antiviolenza, o almeno, per ora, di entrare in psicoterapia. Sicuramente se il marito ha una personalità non equilibrata anche la sua compagna ha dei problemi, probabilmente una personalità passiva e/o insicura, o addirittura un disturbo di personalità. A volte anche la persona più normale, ad un opportuno esame psicodiagnostico rivela gravi squilibri.
Cordialmente
dr. Leopoldo Tacchini